Apple Cider Vinegar, la recensione: il lato peggiore dei social nell’incredibile storia vera di belle Gibson

“Questa è una storia vera, basata su una bugia.”
Belle Gibson convince il mondo dei social e delle app di essere guarita da un tumore al cervello grazie a una dieta priva di carne, latticini e caffè, diventando una star del web e della medicina alternativa. Guadagna milioni di follower, fama, successo e denaro, pubblicando un libro di ricette salvifiche e creando un’app miracolosa. Moglie, madre, imprenditrice, sopravvissuta (vi ricorda qualcuno, vero?): tutto incredibile, se non fosse che Belle non è mai stata malata e ha sfruttato il dolore altrui per arricchirsi, tra menzogne, falsa beneficenza e una vita perfetta su Instagram, costruita con il denaro guadagnato speculando sugli altri.

Ambientata agli albori di Instagram, Apple Cider Vinegar è la miniserie Netflix disponibile da oggi su Netflix, che racconta l’ascesa e la caduta dell’impero di Belle, chi ha contribuito a alimentarlo e chi l’ha distrutto.

So che molti staranno pensando a Inventing Anna, una serie simile per certi versi, ma Apple Cider Vinegar è più drammatica e impegnativa, con contenuti sensibili, seppur in chiave pop. Guardandola ho provato emozioni contrastanti: all’inizio l’ho trovata respingente e fastidiosa; proseguendo, mi sono ricreduta. Sebbene la durata degli episodi (6 da un’ora) sia eccessiva, ciò che più mi ha colpito è quanto la storia sia attuale, nonostante risalga a oltre dieci anni fa.

Questa serie è potente e controversa: esplora temi contemporanei come falsa beneficenza, fake news, truffe social e la pericolosità di alcuni influencer, mettendo in evidenza come molte persone credano a tutto senza interrogarsi sulla veridicità di ciò che gli viene proposto. Affronta argomenti delicati, come la malattia, con un tono calibrato, capace di rendere la visione intensa, ritmata e scorrevole.

Bravissima Kaitlyn Dever nel ruolo di Belle, eccellente nel farsi odiare dal pubblico, e l’ottimo cast di supporto. 
La sceneggiatura, ben strutturata, svela i caratteri dei personaggi gradualmente, dando vita a un racconto che tiene incollati allo schermo.