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Baby Reindeer (Piccola renna) racconta la storia vera di un caso di stalking, di violenza sessuale, d’identità di genere e di tutto il disagio psicologico e sociale che tutto ciò porta con sé.
Questa miniserie in 7 episodi su Netflix racconta una storia vera in cui, per una volta, a essere vittima è un uomo, e la persecutrice, una donna. Ma non finisce qui.
La miniserie è l’adattamento dell’omonima e acclamata opera teatrale di Richard Gadd (attore britannico già sceneggiatore di alcuni episodi di serie tv come Sex Education, in cui ha anche recitato, e Outlander), presentata per la prima volta al Fringe Festival di Edimburgo nel 2019 come spettacolo di un’ora.
La trama di Baby Reindeer
Donny Dunn (Richard Gadd) è un aspirante stand up comedian che fatica a far ridere il pubblico durante gli spettacoli e che per mantenersi, dopo essersi trasferito da Edimburgo a Londra, lavora in un pub a Camden Town. Qui, tra i vari clienti, incontra per caso una donna, Martha (una sensazionale Jessica Dunning), apparentemente un’avvocatessa, che in una giornata no in cui non può permettersi una tazza di the, ne riceve una in omaggio da Donny, che si dimostra gentile ed empatico nei suoi confronti. Da quel giorno, però, Martha comincia a presentarsi regolarmente al pub e, venuta in possesso dell’email di Donny, inizia a perseguitarlo stravolgendogli la sua vita e quella di chi ha intorno.
Un piccolo gioiello seriale da non perdere
L’impatto emotivo di alcune puntate (la 4 su tutte) ha fatto sì che la piattaforma ne vietasse la visione ai minori di 18 anni. A dispetto dell’episodio iniziale che può sembrare ironico e ricco di black humour, Baby Reindeer è una serie per adulti, senza censure, a tratti disturbante, profondamente umana e drammatica. Racconta il percorso di autoconoscenza del protagonista, Donny (ovvero Gadd), arrivato a un bivio decisivo della sua vita. Partendo dallo stalking di Martha (che durerà quasi tre anni) Donny si ritrova infatti a tornare indietro nel suo passato, nel suo inconscio, alla ricerca di un profondo trauma che ha cambiato per sempre la sua vita. Ripercorre una serie di prolungati abusi sessuali subiti – paradossalmente – in maniera consenziente, affronta con dolore la natura dei suoi impulsi sessuali e combatte contro una stalker che perseguita lui, le sue ex e i suoi genitori.
La storia di Donny racconta come i traumi che subiamo finiscano inesorabilmente per trasformarci e influenzare ogni nostra azione, reazione e decisione in maniera del tutto inaspettata, reazione che spesso salta fuori all’improvviso anche dopo anni. In una manciata di episodi appena, sa raccontare meglio di decine di film e serie tv, il profondo disagio psicologico ed emotivo che prova chi subisce abusi, chi è vittima di persecuzioni, chi non vive serenamente la propria identità sessuale. Si sofferma sugli errori commessi regolarmente della polizia nella maggior parte dei casi di stalking, sul pericolo di prendere sotto gamba alcune situazioni e su quello di fidarsi ciecamente del proprio istinto.
È una serie capace di commuovere e far ridere, ma anche di mettere ansia, far venire la pelle d’oca, i brividi, e lasciare a bocca aperta. Interpretata e girata magistralmente, viene voglia di divorarla nonostante il dolore, perché la curiosità e l’empatia nei confronti di Donny e Martha (sì, anche di Martha) hanno la meglio su tutto il resto e grazie a una sceneggiatura da manuale, dopo i primi episodi è impossibile fermarsi. Baby Reindeer è sincera, schietta, estremamente potente dal punto di vista narrativo: soprattutto dall’episodio 4 in poi (davvero molto esplicito e respingente), in cui prende una piega drammatica dalla quale è impossibile tornare indietro. Lo è nelle lacrime silenziose di Donny, in quelle rumorose di Martha, nelle urla, negli atti di violenza, nelle risate, nelle battute di un comico che non sa far ridere e nelle facce sconcertate di un pubblico che non perdona.
Questa storia è rabbia, dolore, paura e realtà allo stato puro. È un racconto che mette da parte la delicatezza o il tatto e porta in scena tutto lo sporco che si nasconde dietro a situazioni, parole e gesti su cui molti riderebbero su, ma che non fanno ridere per niente. Quelle stesse parole, gesti e situazioni che per alcuni possono diventare ossessioni, paure, incubi. Il viaggio di Donny è un viaggio all’inferno e non basterà il finale (incredibile) a risolverlo, perché rimarrà un incubo. Morboso, spaventoso, indimenticabile, per i suoi protagonisti e soprattutto per lo spettatore (di Netflix) che dopo Beef, si trova – finalmente – di fronte a una serie incredibilmente riuscita e sorprendente.
Bbay Reindeer
Baby Reindeer è una serie per adulti, senza censure, a tratti disturbante, profondamente umana e drammatica. Questa storia è rabbia, dolore, paura e realtà allo stato puro. È un racconto che mette da parte la delicatezza o il tatto e porta in scena tutto lo sporco che si nasconde dietro a situazioni, parole e gesti su cui molti riderebbero su, ma che non fanno ridere per niente.
Voto:
8.5/10