Recensione Bang Bang Baby, la prima serie italiana di Prime Video fa strike, per alcuni almeno. Da oggi disponibili i primi 5 episodi, gli altri il 19 maggio 2022.
Debuttano oggi giovedì 28 aprile su Prime Video i primi 5 episodi di Bang Bang Baby (i restanti 5 arrivano il 19 maggio), serie tv italiana creata da Andrea Di Stefano, diretta e supervisionata da Michele Alhaique. La serie è un teen-crime-dramedy, volendo cercare di incastonarla in una categoria, racconta la storia di una ragazza che scopre le origini criminali della sua famiglia, legata alla ‘ndragheta a Milano e negli anni ’80 decide di abbracciare l’affascinante mondo criminale del padre (qui la scheda completa).
Bang Bang Baby è ispirata alla storia vera di Marisa Merico che da adolescente, mentre viveva a Londra con la madre, ha scoperto di essere nipote di Maria Serraino, madrina di una delle piĂą potenti famiglie dell’ndrangheta (se non la conoscete, vi consigliamo di googlarla) decidendo di conoscere questo lato criminale di sè. La protagonista è interpretata da Arianna Bacheroni e nel cast troviamo anche Adriano Giannini, Lucia Mascino, Dora Romano e Antonio Gerardi. Di seguito i nostri commenti sui primi cinque episodi, e preparatevi perchè stavolta non siamo proprio d’accordo.
Bang Bang Baby la criminalità è un gioco da ragazzi
I primi 5 episodi di Bang Bang Baby sono una vera sorpresa. La serie osa, abbracciando uno stile al limite del surreale, percorso da una venatura caricaturale in cui sono immersi i personaggi, le storie, i dialoghi. Piuttosto che raccontare l’ennesima storia di “mafia” ma dal punto di vista di un’adolescente, la serie sceglie di spiazzare lo spettatore, portandolo in un viaggio che o si ama o si detesta trovandolo superfluo e banale. La regia ci porta nella vita di Alice attraverso vorticose soggettive che riempiono le scene e che ci permettono di vivere tutti i dubbi, le insicurezze di una ragazza, che si sta formando con le immagini della tv commerciale di quegli anni.
Ciascuna puntata è costruita su un’immagine di quegli anni, dalla ragazza della Big Babol della prima, passando per le sitcom americane rilette in chiave criminale, fino agli action che imperversavano in tv. Bang Bang Baby è intrisa di un realismo magico che lo spettatore deve abbracciare per poter entrare a pieno nello stile e nel tono della serie. Gli episodi sono costruiti per immagini, attraverso scene sincopate, frenetiche che restituiscono ritmo e contribuiscono a rendere credibile l’assurdo, immerso nella realtĂ . Bang Bang Baby spezza la catena del realismo didascalico della nostra serialitĂ per proporci un viaggio allucinogeno di un’adolescente negli anni ’80 che scopre il fascino della criminalitĂ . Voto 9 perchè è un viaggio che mi ha divertito per stile e ironia e che non vedo l’ora di finire. Riccardo Cristilli
Perchè non sono convinta
In una Milano umida e popolata da yuppies, prende piede la storia di Bang Bang Baby, un esperimento coraggioso e indubbiamente nuovo in Italia, personalmente però, poco convincente. Pur individuandone da subito le caratteristiche che conquisteranno il grande pubblico, non riesco infatti ad apprezzarne in toto la riuscita, anzi. A questa serie riconosco la buona regia e l’ottima fotografica, caratterizzata da colori pop e psichedelici e atmosfera al neon accattivante, oltre a una discreta resa scenografica e dei costumi, fedelissimi a quelli dell’epoca.
A non convincermi però, sono i dialoghi e la sceneggiatura, elementi per me fondamentali per la buona riuscita di una storia, quindi di una serie. La storia di partenza è indubbiamente interessante ed è nuovo nel nostro Paese il modo in cui una storia di criminalità sia stata trattata in stile post-moderno. Da qui a definirla “pop” però, per me ce ne vuole. I dialoghi sono deboli, troppo spesso costellati di frasi a effetto che risultano banali e già viste e sentite in altre serie e film dello stesso filone.
La musica fa la sua parte, ma non bastano brani pop a rendere una serie (o un film) tale. L’impressione è che in Bang Bang Baby si sia esagerato, e che un prodotto con delle ottime potenzialità (su cui riponevo grandissime aspettative) dove stile pulp e grottesco dovrebbero essere bilanciati, superino invece il limite, trasformando la volontà di apparire dissacrante, talvolta, nella caricatura di storie e personaggi.
Voto 6 – Giorgia Di Stefano
Bang Bang Baby, l’inverosimile che diventa credibile
La migliore serie tv italiana a oggi l’ha fatta Prime Video. Fatto lo statement, possiamo archiviare l’entusiasmo e spiegare perchè Bang Bang Baby è uno dei prodotti italiani migliori di sempre. Il primo motivo è semplicissimo, innova, leggendo la trama si potrebbe pensare all’ennesimo crime sulla mafia, tra l’altr, con una ragazzina protagonista, ma Bang Bang Baby non può che essere piĂą lontano da quello che in due righe di trama non si può raccontare.
La serie è completamente invasa da un sottilissimo velo d’ironia radicato nella storia, nel modo in cui sono stati scritti i personaggi e come vengono recitati (alcuni potrebbero essere dei personaggi scritti da Maccio Capatonda). Non parliamo di comicitĂ visibile, ma proprio quella che cerca di dire qualcosa senza dirla, che cerca di raccontare le assurditĂ del mondo in modo assurdo, quell’ironia che può far sembrare la serie qualcosa che non è: una porcheria. Per questo Bang Bang non sarĂ probabilmente una serie tv per tutti, se vista in modo razionale e pretendendo che i personaggi agiscono come ci si aspetta, seguendo i normali canoni. Bang Bang Baby fa dell’assurdo la sua forza, senza esagerare troppo, risultando un prodotto estremamente d’impatto, nuovo e diverso, che per la prima volta è nostro e che sicuramente farĂ discutere. Voto 9.5 – solo perchè mancano gli altri 5 episodi. Davide Allegra.
Quindi è da vedere se…
vi piacciono serie tv come Utopia (quella inglese) o Vincenzo. Per il resto ve la consigliamo se vi ritrovate in tutto quello che è stato detto in precedenza, poi potete sempre usare l’app di TV Tips e di usare la funzione “Match” dopo aver visto la serie, con la quale potete scoprire la prossima serie da guardare, con consigli legati ai vostri interessi.