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Che Fine ha fatto Black Mirror? La sesta stagione reinventa il format all’insegna della banalità

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Qualcuno chiami Federica Sciarelli e Chi l’ha Visto? è scomparso Black Mirror. Charlie Brooker, il creatore della serie, aveva messo le mani avanti al momento dell’annuncio degli episodi della sesta stagione dell’antologia Netflix. Brooker aveva detto che sarebbe stato qualcosa di diverso rispetto al solito. Però il buon Brooker non aveva detto la verità: ovvero che questi 5 nuovi episodi non sono Black Mirror ma 5 idee, 5 soggetti messi insieme in un’antologia che non si è avuto il coraggio di chiamare in modo diverso.

Invece di fare un British Human Story, dal creatore di Black Mirror o un Human Mirror così da mantenere una forma di legame o direttamente un Red Mirror come suggerisce l’ultimo episodio, hanno mantenuto il titolo Black Mirror. Il risultato è lasciare la stessa delusione che si può avere nel comprare una scatola di Baci Perugina e trovarsi dentro dei cavoletti di Bruxelles, dei cioccolati ripieni di liquore al rhum e poi ritrovarsi dentro il ripieno alla vodka. Come se Ryan Murphy in American Horror Story raccontasse una storia satirica e visivamente piatta.

La sesta stagione di Black Mirror è un contenitore che ospita qualcosa di diverso rispetto a Black Mirror ma soprattutto qualcosa di decisamente banale e mediocre. Se già nel 2019 la forza della serie si era decisamente sgonfiata, qui si è del tutto esaurita. Un insieme di buoni spunti, sviluppati male il cui obiettivo, a voler andar a cercare un significato, è raccontare l’animo umano, le derive dell’egoismo dell’io, le conseguenze di isolamento e del razzismo.

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Tentando di giustificare questa sesta stagione, potete trovare in giro chi vi dice che la realtà ha ormai superato Black Mirror, che ci viviamo dentro e non c’è nulla da raccontare. Non è vero, è soltanto una giustificazione. La forza di Black Mirror era partire dal presente per anticipare il futuro. In questi episodi Brooker si è richiuso in se stesso osservando il presente anche con un occhio al passato. Va benissimo. Ma è un’altra cosa.

Black Mirror 6 i 5 episodi dal migliore al peggiore

Partendo dall’idea che non sono Black Mirror e cercando di giudicarli come se non facessero parte di questa antologia ma come prodotti indipendenti, ho provato a stilare la classifica dei 5 episodi dal migliore al peggiore. Non è stato semplice perchè su 5 due sono salvabili mentre gli altri tre sono decisamente mediocri.

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Al quinto posto, il peggiore, è probabilmente anche quello più atteso Beyond the Sea con Aaron Paul, Josh Hartnett, Kate Mara. Se gli attori salvano la baracca, l’impianto generale dell’episodio è di una banalità disarmante. Siamo nel 1969, due uomini si trovano in una missione spaziale mentre le loro famiglie vivono con una replica. Lo spunto tecnologico che poteva dar vita a un bell’episodio di Black Mirror, è soffocato da un drammone romantico/sentimentale da Hallmark Channel in cui ogni mossa è prevedibile. Tanti buoni spunti realizzati male. Probabilmente Brooker aveva subito da poco una rottura o un problema personale e l’ha riversato nell’episodio. Voto 5

Quarto posto per Mazey Day con Zazie Beetz, il cui unico commento possibile è: perchè? L’impressione è di trovarsi davanti a un copione dismesso di American Horror Stories di Murphy, sgonfiato da ogni velleità estetica del collega. Voto 5

Terzo posto per Demon 79 che si stacca dagli altri solo per i collegamenti accennati ad altri episodi di Black Mirror del passato glorioso. Peccato che essendo ambientato nel passato, quella scena finale non rappresenta una chiusura definitiva (essendo l’ultimo episodio sarebbe stato perfetto) di tutto l’universo di Brooker. Diversi gli spunti interessanti ma è come se mancasse una forma di collante e oltre l’idea non si riesca ad andare. Voto 5.5

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Joan is Awful è probabilmente l’episodio simbolico di questa sesta stagione e anche il più “black mirror”. Ma il finale troppo positivo e qualche limite creativo, lo rendono a tratti poco convincente. Nell’ottica di Black Mirror è l’episodio migliore di questa sesta stagione, l’unico che gioca davvero con la distorsione del presente tecnologico e le prospettive del futuro. Voto 6

L’episodio che decisamente c’entra meno con Black Mirror è anche il più convincente. Loch Henry è un true crime indeciso sul volerlo essere fino in fondo o se volerne essere una satira, costruito in modo perfetto anche da un punto di vista di sviluppo della tensione crime. Funziona perchè è il più autentico e sincero di tutta la stagione. Voto 6.5

Black Mirror 6

Charlie Brooker ha perso la voglia di distorcere il presente immaginando il futuro e si è rinchiuso in un incubo personale scavando nell’identità ma partorendo 5 storie poco convincenti e in alcuni casi banali e prevedibili.

Voto:

5.5/10
5.5/10
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