Recensione Blocco 181 le prime impressioni sulla nuova serie tv Sky in partenza il 20 maggio
Recensione Blocco 181 su Sky e Now le prime due puntate il 20 maggio – Lontana dal bosco verticale, dal Duomo, dai grattaceli che l’hanno resa una tra le città europee più dinamiche e attrattive, anche Milano ha le sue periferie, le sue faide criminali, le storie di immigrati di prima o seconda generazione in cerca di nuove opportunità. Blocco 181 riunisce tutte queste identità in una periferia realistica ma non reale, al punto che come ha spiegato lo sceneggiatore Paolo Vari in conferenza stampa, è un numero civico che non esiste (qui le dichiarazioni dalla conferenza stampa).
Un “blocco”, un insieme di palazzi popolari in cui convivono una gang latina, la Misa, e gli italiani, controllati da un piccolo ras di quartiere, a sua volta socio di un “imprenditore del crimine” che ha lasciato il quartiere per gestire lo spaccio dal lusso milanese. Una periferia che è la somma di tante periferie e in cui vivono Bea, sorella del capo della Misa ora in prigione, dallo spirito ribelle e refrattario alle norme sociali della sua comunità e Mahdi, nipote di Rizzo, il ras del quartiere e migliore amico di Ludo, ricco borghese che ama il brivido della vita criminale. Blocco 181 è il racconto delle loro storie e dell’amore che nasce all’ombra del crimine. Tutti i dettagli sul cast, gli episodi, la trama nella scheda dedicata.
Blocco 181 la recensione: quella convivenza tra crimine e amore…
Il titolo “50 sfumature del crimine” è un semplice gioco linguistico e non un giudizio sulla natura erotica della serie. Vuole essere una riflessione su un interessante aspetto della serialità Sky segnalato da Nils Hartmann in conferenza stampa (qui le dichiarazioni) sottolineando come Blocco 181 siano nato dall’input dato a due gruppi di autori di creare una serie crime e una storia d’amore alla Romeo e Giulietta, poi diventata Romeo-Giulietta-Romeo. Il crime è il genere “principe” di Sky che continua in ogni produzione ad assumere sfumature sempre più diverse.
Blocco 181 riesce a trovare un suo equilibrio tra l’anima criminale e quella romantica, rompendo in qualche modo i canoni cui siamo abituati, raccontando una criminalità di quartiere, l’ultimo anello di una catena più grande, e un amore libero e semplice lontano dall’immaginario da film. L’attrazione tra i personaggi non è anticipata, da sguardi languidi o lunghe contemplazioni, ma è semplice, diretta. Nasce da un bisogno di ribellione alla realtà precostituita in cui sono infilati per nascita. Proprio in questo sta la forza della serie. L’amore non è un elemento avulso al racconto ma una sua parte connaturata e integrante. Qua e là la serie cade in alcuni dialoghi un po’ troppo carichi che cozzano con l’apparente naturalezza della sceneggiatura. Ma l’impressione di trovarsi davanti a una serie internazionale per impianto, produzione, cura e sceneggiatura c’è tutta. Voto 7.5 Riccardo Cristilli
…che ti lascia la voglia di scoprire cosa vuole raccontare
Blocco 181 è una serie tv con delle enormi potenzialità e molto interessante nel panorama delle produzioni italiane. Non sono una grande fan di Salmo e inizialmente ero piuttosto scettica: temevo che fosse l’ennesima serie nostrana deludente, caratterizzata da una pessima recitazione e da una sceneggiatura debole. Dopo aver visto il pilot mi sono ricreduta e ora sono molto curiosa di vedere gli episodi successivi.
Perché proprio qui sta il primo pregio di Blocco 181: ti lascia la voglia di proseguire la visione che in un periodo così affollato di serie tv, non è cosa da poco. L’unica performance attoriale che lascia a desiderare è proprio quella di Salmo (per fortuna di mestiere fa il cantante), per il resto il cast è azzeccato e convincente. Certo, un episodio è poco, anzi pochissimo per giudicare una serie, ma voglio sperare che le potenzialità evidenti in Blocco 181, non vengano meno nel corso della storia. Il mio unico dubbio risiede nel triangolo amoroso al centro della trama: un’arma a doppio taglio che al minimo errore potrebbe rivelarsi deleteria per l’intero racconto.
Il resto funziona tutto: la regia è coinvolgente e di ottima qualità, la fotografia nitida e accattivante, i dialoghi non perfetti (a volte sono troppo “carichi”) ma scorrevoli. Milano è ben rappresentata, dal centro alle periferie, la città viene mostrata per com’è davvero: bellissima e scintillante da un lato, pericolosa e disagiata dall’altro. Voto 7 Giorgia Di Stefano
É da vedere se…
… amate i “mafia drama” vari come Toy Boy (citato anche da Salmo in conferenza stampa come livello cui ambire), Power e i suoi spinoff o BMF – Black Mafia Family. Per il resto vi consigliamo di scaricare l’app gratuita di TV Tips e di usare la funzione “Match” con la quale potete scoprire la prossima serie da guardare, con consigli legati ai vostri interessi.