“In un mondo in cui esiste Bali, perchè devo morire ai Parioli” Call My Agent – Italia è tutta in questa frase, profondamente italiana e romano-centrica, come è in fondo il nostro cinema. Innamorato della città che è la culla della nostra industria cinematografica. Anche senza far vedere Cinecittà e i suoi studi ma raccontando la Roma del turista, del centro storico, la Roma dei film da portare in giro per il mondo.
L’adattamento di Dix Pour Cent, serie francese diventata fenomeno globale grazie a Netflix (a proposito è in scadenza il 21 gennaio) conosciuta con il titolo di Call My Agent si adatta perfettamente all’Italia e alla produzione seriale di Sky, specchio perfetto di quel percorso intrapreso ormai da più di un anno, di uscire dalle secche dell’autorialità spinta per abbracciare il popolare, mantenendo il tocco “Sky” riconoscibile nella cura dei dettagli, dalla fotografia, al cast, alle ambientazioni. Appuntamento da venerdì 20 gennaio su Sky e NOW.
Una serie patinata all’amatriciana
Call My Agent è una serie che si è fatta cult per poi trasformarsi in format. L’idea di un’agenzia del mondo dello spettacolo è facilmente adattabile alle esigenze dei singoli paesi, sta poi al gusto di chi la realizza, di trovare il giusto equilibrio tra remake e novità. Sicuramente ci sarà chi storcerà la bocca per un adattamento “all’amatriciana”, più fresco, contemporaneo, anche caciarone rispetto al garbo francese, geloso della versione originale. Ma in fondo basta riguardarsi quella.
L’Italia non è la Francia, basti pensare che non esiste un’agenzia così grande e potente come quella raccontata dalla serie. Un esercizio di fantasia per assecondare la narrazione che dà un ordine al caos della nostra industria, generando altro caos. L’arte di arrangiarsi che il mondo ci invida è innervata nello spirito di Call My Agent Italia. Lisa Nur Sultan, autrice della sceneggiatura italiana insieme alla produzione Palomar e Sky si appoggia all’originale nella costruzione della prima puntata, nello sviluppo dei personaggi, restando però su un piano “macro”, lasciando che le storie prendano poi un’anima tutta locale, italiana e ancor più romana.
L’innesto del personaggio di Luana Pericoli (una perfetta Emanuela Fanelli) incarna proprio la chiave locale scelta dalla versione di Call My Agent. Luana Pericoli è una finta diva, che si considera arrivata, che conosce tutti ma che non trova mai l’occasione giusta e nel frattempo mette in scena il suo spettacolo in un piccolo teatro di Roma.
Call My Agent Italia e quella voglia di ridere di noi
La passione degli attori si respira nella voglia di divertirsi e di mettersi in gioco delle guest star che interpretano versioni più o meno veritiere di loro stessi, calcando su pregi e difetti. Ma il gioco ancor più interessante è quello legato ai film nei film, alle idee sviluppate all’interno dei singoli episodi che si fanno burla, bonariamente, delle mode seriali del momento, alcune anche a firma Sky.
Il confine tra simil-realtà e finzione esplode nella chicca che chiude ogni episodio, quando viene mostrata una sorta di “bonus track” immaginaria con la realizzazione di una scena o il riferimento a un personaggio citato all’interno dell’episodio stesso. La cifra del Call My Agent italiano è una vocazione spinta verso la risata, attraverso una comicità magari meno raffinata rispetto alla francese ma più adatta al gusto italiano e degli attori coinvolti. Nel sesto e ultimo episodio della prima stagione, la coppia Fanelli – Guzzanti è da antologia della comicità, lasciandoti decisamente la voglia di vedere nuove puntate.
Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino, Matilda De Angelis, Stefano Accorsi (da un’idea di Stefano Accorsi) e Corrado Guzzanti giocano con i loro personaggi ma le manie e i tic cono meno da divi e più da personaggi. Call My Agent Italia insegue l’iper-realtà più che una descrizione del reale, forse anche perchè sono situazioni poco vicine al sistema italiano. Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico, Marzia Ubaldi nei panni degli agenti e gli assistenti Sara Lazzaro, Francesco Russo, Paola Buratto, Kaze, come primo impatto risultano troppo simili agli originali, ma con il passare dei minuti trovano una loro anima e una loro direzione.
La recensione
Call My Agent Italia è un remake che cerca una propria strada puntando su uno stile fresco, dinamico magari un po’ caciarone, tutto italiano e ancor più romano. Una serie tv che diverte con i nostri vizi e con quelli delle nostre star.
Voto:
8/10