I film ispirati a storie vere sono difficili. Soprattutto se devono seguire la vita di una persona sola. Devono rispettarne il tracciato e di conseguenza risultano spesso troppo seri, troppo retorici, sempre con un prominente intento educativo e didascalico. A meno che non si tratti di biopic musicali, che vengono salvati dai numeri cantati. Cassandro sfugge miracolosamente a tutti questi pericoli.
Diretto da Roger Ross Williams da una sceneggiatura di Ross Williams e David Teague, è disponibile su Prime Video dal 22 settembre. Ha avuto il suo debutto al Sundance Film Festival, a gennaio. Si tratta del primo film narrativo del regista, che aveva realizzato un documentario sullo stesso personaggio appena prima di questo film, intitolato The Man Without a Mask. Meriterebbe di finire nella Top Ten di Prime Video, ma chi lo sa.
Cassandro, la recensione
Saul vive con la madre, e la aiuta a guadagnarsi da vivere. Il padre non è più nella sua vita da quando aveva 15 anni e ha fatto coming out. Allegro e spensierato, ha una sola passione: la lucha libre. Non è però tanto contento del suo personaggio, e vorrebbe essere un exotico, cioè un lottatore che si veste da donna, ma a modo suo. In primis, ad esempio, vorrebbe essere un exotico che vince, e non uno che perde, come accade da sempre nella lotta, dominata da tipi grandi grossi e mascolini con la maschera. Piano piano conquista il coraggio di creare un nuovo personaggio, Cassandro, e cambia per sempre le regole di una disciplina macchiata e omofoba.
Cassandro, la recensione
Equilibrato, ben recitato, mai retorico: Cassandro è un film biografico che ce l’ha fatta. Il merito è dei tempi e dei ritmi, sempre giusti, e della scelta di ritrarre sullo schermo una fetta di vita (con qualche flashback) e non seguire Saul dalla nascita alla morte. García Bernal è perfetto, il tono serio ma mai drammatico. Saul, nella sua leggerezza e nel suo sorriso, nasconde una serie di dolori immensi, ma alla fine sembra quasi liberarsi di quello che lo affligge da quando è nato, e non ha più bisogno dell’approvazione di nessuno, perché ha se stesso ed è fiero di quello che ha fatto. Non c’è bisogno di sermoni o di spiegazioni, di monologhi lacrimosi. Saul è un personaggio positivo ma non santificato, che con il suo coraggio fa bene al mondo una piccola cosa alla volta, realisticamente. Da vedere.
Il cast
Gael García Bernal è Saúl Armendáriz, che sfonderà nel mondo della lucha libre come Cassandro. Roberta Colindrez è Sabrina, lottatrice e allenatrice che lo seguirà nella sua crescita verso la fama. Perla De La Rosa è Yocasta, la madre di Saul, che lo ama come nessuno al mondo. Joaquín Cosío interpreta Lorenzo, Raúl Castillo è Gerardo, nome d’arte El Comandante. El Hijo del Santo interpreta se stesso, mentre Bad Bunny è Felipe.
Cassandro
La recensione
Equilibrato, ben recitato, mai retorico: Cassandro è un film biografico che ce l’ha fatta. Il merito è dei tempi e dei ritmi, sempre giusti, e della scelta di ritrarre sullo schermo una fetta di vita (con qualche flashback) e non seguire Saul dalla nascita alla morte. García Bernal è perfetto, il tono serio ma mai drammatico. Saul, nella sua leggerezza e nel suo sorriso, nasconde una serie di dolori immensi, ma alla fine sembra quasi liberarsi di quello che lo affligge da quando è nato, e non ha più bisogno dell’approvazione di nessuno, perché ha se stesso ed è fiero di quello che ha fatto. Non c’è bisogno di sermoni o di spiegazioni, di monologhi lacrimosi. Saul è un personaggio positivo ma non santificato, che con il suo coraggio fa bene al mondo una piccola cosa alla volta, realisticamente. Da vedere.
Voto:
7.5/10