Tra remake e reboot, a volte, un film si distingue. Anche se è per ragazzi, e anche se va a pescare nella tradizione messicana e sudamericana, usandola come pretesto per affrontare temi estremamente vivi e contemporanei. Il film di cui parleremo oggi, Chupa è un fantasy statunitense diretto da Jonas Cuaron e scritto da Cuaron stesso con Marcus Rinehart, Sean Kennedy Moore e Joe Barnathan, ed è prodotto da Chris Columbus, Michael Barnathan e Mark Radcliffe per Netflix. Proprio su Netflix è disponibile in streaming a partire dal 7 aprile 2023, e non abbiamo neanche bisogno di chiedercelo o ipotizzarlo: ha conquistato un posto nella Top Ten di Netflix. Infine, se vi state chiedendo se si parla di quella famiglia Quaron, la risposta è sì: Jonas è il figlio di Alfonso. Adesso basta con le chiacchiere, veniamo al punto.
Chupa e i problemi del contemporaneo
Alex ha 13 anni. Lui e la madre vivono a Kansas City. Suo padre è morto di cancro, e il ragazzino ha difficoltà ad ambientarsi a scuola, dove viene costantemente preso in giro per le sue origini messicane e per il cibo che la madre gli prepara. Per questo, ha iniziato a rifiutare ogni spia della sua provenienza, e non vuole saperne nulla né delle usanze messicane né della parte di famiglia che ancora vive in Messico. Si rifugia spesso nel suo Game Boy. La madre, però, ha organizzato per lui una vacanza di una settimana dal nonno paterno, insieme ai suoi cugini. Lui non vorrebbe andare, ma alla fine acconsente.
Mentre tutto questo avviene a Kansas City, uno scienziato statunitense e il suo team stanno esplorando il deserto messicano alla ricerca del leggendario Chupacabra, animale mitico del folklore messicano, per utilizzare il suo sangue per ragioni mediche ed economiche. Le storie di Alex e della sua famiglia si intrecciano con quelle dello scienziato e della creatura, in un incontro scontro che diventerà presto di riscoperta e accettazione.
Chupa e la malinconia
Una storia di accettazione, di crescita, di creature magiche e leggendarie che aiutano ragazzini pre-adolescenti a fare pace con loro stessi, con le loro origini, con la loro famiglia. Niente di nuovo. Ci sono però un paio di cose da aggiungere, quando si parla di Chupa. Numero uno: questa storia, in particolare, questo legame tra Messico e Stati Uniti, sofferto e problematizzato, è di particolare attualità, e per questo è più importante. Non guasta che sia eseguito molto bene. Numero due: sotto tutta la storia scorre potente una vena malinconica, di quella che trovavamo nei vecchi film per bambini. La storia del nonno, che nei suoi vecchi giorni da luchadores aveva subito un brutto incidente, e che adesso viene sempre più spesso recuperato dai nipotini mentre gira per le strade del deserto completamente sperduto, è di una tristezza che non si può esprimere. Ma dona profondità al film.
Numero tre: contraltare di questo personaggio straziante sono i cugini di Alex, Luna e Memo. Loro sono contenti di essere messicani, si muovono con facilità tra le mille avventure che affronteranno e rappresentano il Messico nuovo, moderno, una faccia delle sue origini che Alex non conosceva. Il piccolo mostricciatolo, il carinissimo Chupa, è solo il contorno, la mostrificazione del messicanesimo.
Il trailer
Il cast
Demián Bichir è Chava, il nonno di Alex, ex lottatore che è stato trattato in maniera poco corretta dal suo rivale e ha riportato dei danni al cervello. Christian Slater è Richard Quinn, scienziato statunitense alla ricerca del Chupacabra. Evan Whitten è Alex, tredicenne che studia negli Stati Uniti e che va a fare una vacanza col nonno e i cugini. I cuginetti sono interpretati da Ashley Ciarra (Luna) e Nickolas Verdugo (Memo).
Chupa, una storia contemporanea - La recensione del film su Netflix
La recensione
Chupa è un film non avanguardistico ma profondo e contemporaneo, che riesce a dare, attraverso il pretesto del mostriciattolo folkloristico, una buona varietà di punti di vista sul presente di tantissimi ragazzini che vivono tra Messico e Stati Uniti.
Voto:
8/10