Cinque giorni al Memorial su Apple Tv+ la storia della catastrofe di un ospedale durante l’uragano Katrina
Cinque giorni al Memorial è una miniserie da non perdere e di cui trovate tutti gli episodi in modalità cofanetto su Apple Tv+. Scritta da Carlton Cuse e John Ridley, di certo non gli ultimi arrivati nel mondo seriale, la serie è basata sul libro di Sheri Fink che racconta i 5 giorni in cui il Memorial Hospital di New Orleans ha dovuto fare i conti con le conseguenze dell’uragano Katrina nell’agosto del 2005, rimanendo isolato, senza luce e con grosse difficoltà per evacuare pazienti e personale.
Quando i giorni più critici passarono, vennero ritrovati oltre 45 pazienti morti, un numero più alto rispetto agli altri ospedali. Le autorità sospettarono che i medici avessero operato una forma di eutanasia verso i casi più disperati e in particolare venne accusata la dottoressa Pou insieme a due infermiere. Nel 2007 il grand giurì ha rifiutato l’incriminazione per la dottoressa e gli infermieri che sono quindi stati rilasciati. Il progetto della serie, prodotta da ABC Signature, era inizialmente pensato come un capitolo di American Crime Story di Ryan Muprhy ma dopo una lunga fase di preparazione, non fu sviluppato.
5 giorni al Memorial – La recensione
La capacità di raccontare la sofferenza
Difficile mandar giù a cuor leggero una serie come 5 Giorni al Memorial. Impossibile guardarla facendo altro, prendendo, che so, il cellulare in mano per scorrere Instagram come spesso facciamo quando siamo davanti alla tv. Cinque giorni al Memorial è una serie che richiede attenzione, rispetto, silenzio e un gran pelo sullo stomaco.
La storia – tristemente conosciuta in tutto il mondo – in questa serie raggiunge il suo apice, accorcia le miglia che ci separano dalla Louisiana, da New Orleans e dal Missisippi River sul quale la città svetta. Una città che conosciamo per la musica, i colori, l’allegria. Una città che è stata all’inferno, e da lì è risorta, lasciando e perdendo molto sulla strada del ritorno.
Medici, infermieri, pazienti: in questi anni di pandemia siamo stati più abituati a sentirli nominare, ma mai come con questa serie, li avevamo conosciuti e capiti fino in fondo forse.
Ciò che hanno affrontato, perso e patito, era difficile da raccontare, eppure la serie riesce a farlo in maniera impeccabile. E lo fa attraverso una sceneggiatura solida e asciutta, una regia di altissimo livello e un cast incredibile, con una punta di diamante non trascurabile: Vera Farmiga, qui in una delle sue migliori interpretazioni. Cinque giorni al Memorial riesce a portare in scena l’animo umano come poche altre serie riescono a fare: la sofferenza e il dolore, sono palpabili; il caldo, l’umidità, la disperazione, trasudano in ogni inquadratura, l’aria rarefatta e soffocante pervade lo spettatore, portato volente o nolente, a empatizzare con i protagonisti della storia.
Come abbiamo detto e ripetuto ormai tantissime volte, anche questa serie conferma la qualità eccelsa del catalogo di AppleTV+, meno forte sui numeri (intesi come titoli disponibili), ma a un passo dal diventare il numero uno per ciò che concerne la qualità dei contenuti che produce. Voto 8 Giorgia Di Stefano
Perchè serve la fiction
Non starò qui a ripetere gli elogi fatti da chi mi ha preceduto a questa miniserie. Cinque giorni al Memorial è da vedere non solo per l’efficace descrizione della sofferenza umana in una situazione così estrema. Ma anche per comprendere, ancora una volta, tutti i limiti del sistema sanitario americano. I limiti di chi guarda al profitto rimbalzando richieste per salvare vite umane. I limiti di un governo federale e di un Presidente che si limita a sorvolare la zona con l’Air Force One. Ma anche i limiti dei soccorritori, privi di coordinazione e incapaci di parlare con un’unica voce, scaricando il peso di decisioni inimmaginabili sulle spalle di medici e addetti del Memorial incapaci a far fronte a questa emergenza. Un ospedale che ne racchiude due, con un ultimo piano che ha un’altra proprietà ma anche pazienti difficili da spostare, completamente abbandonato a se stesso.
Quello che non bisogna fare guardando questa miniserie è provare a giudicare i vari personaggi e le loro scelte. Meglio lasciarsi trasportare dal racconto che funziona soprattutto nella descrizione di quei cinque giorni fatidici. L’ultima parte, fuori dall’ospedale, dopo la tragedia, risulta più farraginosa, trasformando di fatto la serie e perdendo l’emozione del racconto. Probabilmente sarebbe stato più interessante diluire la seconda parte della prima, senza creare una cesura così netta, quasi come se fosse un’altra serie tv. Obiettivamente resta il dubbio di come Ryan Murphy e la sua squadra avrebbero potuto rendere questo materiale un capitolo di American Crime Story senza risultare incoerente con il proprio stile narrativo. Voto 8 Riccardo Cristilli
Il cast
- Vera Farmiga è la dottoressa Anna Pou
- Cherry Jones è Susan Mulderick
- Robert Pine è il dottor Horace Baltz
- Cornelius Smith Jr. è il dottor Bryant King
- Julie Ann Emery è Diane Robichaux
- Adepero Oduye è Karen Wynn
- Michael Gaston è Arthur Butch Shafer