La docuserie Sky Original E Poi Il silenzio: il disastro di Rigopiano, racconta con video inediti e testimonianze dirette di sopravvissuti, parenti delle vittime e soccorritori, la tragedia che coinvolse gli ospiti dell’Hotel Rigopiano nel gennaio del 2017.
Una produzione Sky Italia e Sky TG24 realizzata in collaborazione con Chora Media, che arriva dopo l’omonimo podcast disponibile ovunque in streaming, che ha intrattenuto, commosso e coinvolto moltissimi ascoltatori in questi giorni (dalla sua uscita ha conquistato il primo posto nella classifica top podcast di Spotify). Il 20, 21 e 22 novembre in esclusiva su Sky TG24, Sky Documentaries, Sky Crime e in streaming solo su NOW.
Le prime 2 puntate in onda mercoledì 20 novembre, 2 puntate giovedì 21 novembre e l’episodio finale venerdì 22 novembre, in esclusiva su Sky TG24, Sky Documentaries e Sky Crime, in streaming su NOW e sempre disponibili on demand.
E poi il silenzio: il disastro di Rigopiano, la storia raccontata da Pablo Trincia
Podcast e docuserie (ideati da Paolo Negro, che ne ha curato anche la regia, e e di Pablo Trincia e Debora Campanella) arrivano a distanza di quasi otto anni dalla tragedia e a ridosso dell’udienza del prossimo 27 novembre davanti ai giudici della Corte Suprema di Roma, per discutere del ricorso sulla sentenza di secondo grado che ha portato a 22 assoluzioni e 8 condanne, lasciando l’amaro in bocca ai parenti delle vittime.
La docuserie solleva una domanda fondamentale: il disastro è stato davvero solo un tragico evento naturale o ci sono responsabilità che non sono state chiarite?
Offrendo uno spunto di profonda riflessione e un’ulteriore opportunità per ricordare chi non c’è più, E poi il silenzio è un tipo di intrattenimento impegnativo, che richiede attenzione, empatia e un bel pelo sullo stomaco. Il podcast prima e la docuserie ora, sono toccanti e provanti, perché le parole e le immagini dei sopravvissuti colpiscono come un pugno dritto nello stomaco.
Una caratteristica preponderante nella maggior parte dei lavori di Trincia: senza scadere nella pornografia del dolore, affronta storie recenti, crude, dolorose e lo fa – grazie ovviamente anche al suo team – con uno stile asciutto e concreto, che non perde tempo nel voyeurismo della sofferenza, ma cerca di far chiarezza, di ricostruire e analizzare situazioni, fatti ed episodi confusi e su cui occorre davvero raccontare ancora qualcosa in più per rivendicarli nel disperato tentativo di ottenere giustizia.
Durante la conferenza stampa – anch’essa parecchio commovente e toccante – i sopravvissuti alla tragedia sono intervenuti in più di un’occasione e non è mancato chi ha affermato che ciò che hanno apprezzato maggiormente nel lavoro di Trincia & co. è stata la “delicatezza con cui sono entrati nelle case“ che non ha mai superato il limite, non è mai stata invadente o prepotente.
E poi il silenzio: il disastro di Rigopiano è il più grande e profondo lavoro giornalistico fatto finora sulla vicenda: oltre sette ore di podcast e 5 episodi della serie docuserie. Per chi non conoscesse l’accaduto, ecco un breve riassunto di ciò di cui parla.
Il 18 gennaio 2017 una valanga travolse l’Hotel Rigopiano, in Abruzzo, Questo disastro, che rimane la valanga più letale mai registrata sul nostro Appennino, viene raccontato attraverso un’ampia raccolta di materiali audiovisivi, come le impressionanti immagini delle operazioni di soccorso fornite dai Vigili del Fuoco, dal Soccorso Alpino, dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera, unite ai preziosi contributi video condivisi dai familiari delle vittime e dei superstiti.
Sono immagini che restituiscono il complesso e drammatico contesto in cui si svolsero le operazioni di salvataggio, insieme a quelle girate dagli ospiti stessi dell’hotel, immortalati nei momenti di normalità poco prima che la valanga travolgesse la struttura. E vi assicuro che quei filmati, sono quelli più sconvolgenti perché vicini a noi e alla nostra quotidianità più di ogni altra cosa e letteralmente dolorosi da vedere sapendo cos’è successo dopo.
L’ennesima inchiesta destinata a far parlare di sé e a dare un’eco mediatica enorme alla vicenda a distanza di anni. L’ennesimo ottimo lavoro di Pablo Trincia, dopo Veleno, Il caso Elisa Claps, Essere Umani: le cicatrici di Cape Town, che in conferenza ha dichiarato:
“Ho deciso di occuparmi di questo caso incuriosito dai messaggi di tante persone che mi hanno contattato per chiedermi di occuparmene. Ho subito capito che si tratta di una grande storia corale nella quale tutto il pubblico può identificarsi: un hotel con spa in mezzo alle montagne, con all’interno tante coppie e famiglie che volevano concedersi un paio di giorni di relax per staccare e tirare il fiato. E poi una valanga che li seppellisce e in pochi secondi stravolge le vite di 40 famiglie. Ma “E Poi Il Silenzio” è anche altro. È il racconto di come a volte le istituzioni e gli enti che dovrebbero occuparsi della sicurezza di tutti noi lavorino male e in modo approssimativo”.
Da vedere e da ascoltare sapendo che vedrete e ascolterete una storia tragica, difficile da dimenticare, che vi colpirà nel profondo e vi porterà a farvi parecchie domande.