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Etoile, la recensione, questa volta il caotico universo dei Palladino non trova l’equilibrio giusto

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Etoile è l’attesa nuova serie tv di Amy Sherman e Daniel Palladino, i fautori di successi come Una Mamma per amica e The Marvelous Mrs. Maisel. Quando Prime Video (dove è disponibile dal 24 aprile) aveva annunciato di aver ordinato due stagioni per la nuova serie tv dei Palladino, intitolata Etoile e girata tra New York e Parigi l’entusiasmo è subito stato altissimo. Mrs. Maisel è indubbiamente un gioiello della serialità contemporanea, una serie tv capace di tratteggiare un’epoca, di raccontare un mondo come quello della stand up comedy dal punto di vista di una donna, un corpo estraneo di quell’universo. Il sarcasmo spinto fatto di battute vorticose e dirette hanno contribuito a fare il resto, creando una serie elegante e caotica, sobria e spericolata, commovente e divertente. Non a caso è stata pluripremiata.

Inevitabile quindi che l’interesse e la curiosità per Etoile fosse altissimo. Immaginare i Palladino saltare dalla danza dei dialoghi alla danza fisica raccontando una storia contemporanea in un settore in crisi e visto come qualcosa di vetusto ma ancora amato e attuale, aveva fatto sognare i fan. L’aver preso tra i protagonisti Luke Kirby, interprete di uno tra i personaggi più amati di Mrs. Maisel, aveva sedotto ulteriormente i fan. Anche la trama aveva incuriosito, con l’idea di questo scambio tra il balletto di New York e quello di Parigi per fronteggiare la crisi tra ballerini che lasciano nell’era social post-Covid e un pubblico sempre più anziano e meno numeroso.

Etoile
Etoile Credits foto Prime Video
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Ma tutto questo entusiasmo, come forse è intuibile dalla premessa, è scemato nella visione di una prima stagione di Etoile che deludente è dire poco. Otto lunghe (troppo lunghe) puntate in cui i personaggi non fanno altro che gridarsi addosso, godendo del loro stesso parlare. Quello che era il pregio della serialità dei Palladino, quella loro capacità di creare movimento con i dialoghi, si è trasformato nel loro peggior difetto. In Etoile il raccontare prevale sul vivere, i vari personaggi saltano da una scena all’altra parlando di quello che è successo loro senza farcelo quasi mai vedere. In un’occasione vediamo il personaggio di Jack a un evento e nella scena successiva raccontare a un altro personaggio un’altra situazione e un altro incontro.

La serie risulta così caotica e farraginosa, popolata di personaggi respingenti, che schiaffeggiano lo spettatore con le parole e forse non è un caso che a salvarsi siano quelli che parlano meno come Tobias, il particolare coreografo con le enormi cuffie sempre al collo con difficoltà relazionali e interpersonali e che vive in un mondo tutto suo; Mishi la giovane ballerina in cerca di un suo posto nel mondo. Cheyenne, Genevieve e Jack che forse potrebbero essere identificati come i protagonisti del racconto, sono personaggi costantemente su una crisi di nervi ma il più delle volte non è ben chiaro il perché.

La sensazione è quella di trovarsi davanti a una serie tv che era più bella nelle premesse e nella mente degli ideatori che nella sua realizzazione. Come se il tentativo di accumulare storie l’abbia resa caotica e complessa anche da seguire con i continui salti tra gli eventi, l’aggiungersi di personaggi e storie, spesso con assenze di raccordi se non raccontate. Quando la danza prende il sopravvento Etoile mostra la sua forza e la sua capacità di essere unica, ma è una parentesi troppo piccola nel mare di parole, spesso poco ficcanti e significative, che popolano la serie. Talvolta sembra che i Palladino abbiano dovuto aggiungere scene e personaggi soltanto per ricreare quelle scene di dialoghi serrati che li hanno resi famosi. Peccato che appaiano superflui.

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Etoile Credits foto Prime Video

Pur essendo contemporanea e ancora alla realtà, la serie sembra ambientata in una sorta di universo fatato, in cui prevalgono i personaggi sopra le righe e assurdi. Crispin, salvifico milionario finanziatore di tutto il progetto, spietato imprenditore lontano da tutto quello che la danza e l’arte rappresenta, appare saltuariamente senza che però le sue azioni portino a vere e proprie conseguenze. La parte francese è incastrata in un immaginario ancient regime in cui per sospendere le rimostranze dei ballerini basta offrire sigarette o la ministra della Cultura è una potente e rispettata dama che vive in un palazzo sfarzoso, nemmeno fosse una corte regale.

In conclusione Etoile è una serie in cui i Palladino hanno cercato di ripetere se stessi nella formula ma differenziandosi nella forma. Peccato che l’assenza di un vero protagonista come in Mrs. Maisel o in una Mamma per amica, finisca per essere uno tra i suoi maggiori problemi, rendendo complesso per il pubblico trovare un ancoraggio empatico con quello che sta guardando.

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Summary

Forse erano troppo alte le aspettative ma Etoile delude e quelli che erano un tempo i pregi dei Palladino sembrano qua i loro peggiori difetti.

Voto:

6/10
6/10
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