Everything, Everywhere All at Once è un film incredibile, sorprendente, magnifico, folle, assurdo. Uno di quei film di cui è quasi impossibile parlare perchè da un lato rischi di rovinare la sorpresa dello spettatore e dall’altro finiresti soltanto per sminuirne la potenza visiva e narrativa. Fenomeno nel botteghino americano è apparentemente un film impossibile. Non è un sequel, non fa parte di un franchise, non ha attori stra-famosi coinvolti. Un film normale, di nicchia si direbbe. Eppure è diventato il maggiore incasso della casa di produzione A24.
Sarà merito dei fratelli Russo, qui in veste di produttori, che hanno la capacità di adocchiare il talento e di costruire prodotti godibili per il pubblico? sarà merito del passaparola che dagli Stati Uniti ha iniziato a surfare il web sperando che arrivi a scuote anche il nostro stanco botteghino? Everything, Everywhere All at Once è un film che fa venire voglia di andare al cinema di lasciarsi travolgere dalla forza delle immagini e delle idee. In un periodo stanco, tra ripetizioni di formule, è una boccata di aria fresca. Un film che ha stupito vincendo ben 7 oscar tra cui il miglior film e i premi principali all’attrice Michelle Yeoh, ai non protagonisti, alla regia, alla sceneggiatura. Forse un po’ troppo ma un po’ di follia talvolta è necessaria. Chissà se farà voglia di tornare al cinema.
Everything, Everywhere All at Once ma di cosa parla?
Vorreste sapere la trama di Everything, Everywhere All at Once. Il film diretto dal duo The Daniels racconta la storia di Evelyn Wang che gestisce una lavanderia a gettoni, ha un padre anziano appena arrivato dalla Cina, un matrimonio che sembra essere arrivato agli sgoccioli e una figlia che non capisce più. Evelyn è incapace di delegare, tutto è sulle sue spalle, compreso il controllo fiscale dove si presenta insieme al marito e al padre.
Si troverà ad affrontare un’inflessibile addetta che le contesta gli acquisti e le fatture (interpretata da una sorprendente Jamie Lee Curtis che si fatica a riconoscere). Ma è qui, nella sede locale del fisco, che Evelyn scoprirà l’esistenza del multiverso in cui personalità di altri universi riescono a entrare nel corpo degli altri, saltando da un mondo a un altro. Evelyn dovrà salvare il destino dei vari universi fermando un’incombente minaccia e ritrovando un nuovo equilibrio nella sua famiglia.
Un multiverso colorato e divertente
Everything, Everywhere All at Once è una commedia, fantascientifica, drammatica, d’azione. Questo per dire che è un film impossibile da catalogare. Si ride, tanto, per le tante situazioni assurde basti pensare che c’è un universo in cui tutti hanno le dita a forma di hot-dog o che per saltare da un universo all’altro ci vuole uno stimolo, una situazione assurda che generi imbarazzo.
Però non è un film demenziale, ma profondo e soprattutto contemporaneo. Un film realizzato da registi e sceneggiatori che conoscono il settore audiovisivo e sanno che l’ennesimo film indie su una famiglia, su adolescenti, su immigrati negli USA, si sarebbe perso nel mare delle produzioni. Il bello del cinema (e dell’audiovisivo in generale) sta proprio nella capacità di scardinare, scompaginare e ricostruire. Everything, Everywhere All at Once fa tutto questo prendendo la fantascienza del multiverso, così di moda anche grazie alla Marvel, mischiandola con temi legati all’accettazione, comprensione dell’altro e trasformando il tutto in una pellicola cult.
Il film è pieno di strati, di significati diversi che assorbi guardando una coreografia di situazioni assurde, un balletto di scene action che conferiscono ulteriore ritmo. Le spiegazioni para-scientifiche non risultano mai superflue ma sempre ben radicate nel racconto. Davvero un film da non perdere.
Everything, Everywhere All at Once il cast
- Michelle Yeoh: Evelyn Quan Wang
- Stephanie Hsu: Joy Wang
- Jonathan Ke Quan: Waymond Wang
- Jenny Slate: Debbie
- Harry Shum Jr.: Chad
- James Hong: Gong Gong
- Jamie Lee Curtis: Deirdre Beaubeirdre
- Tallie Medel: Becky Sregor
Summary
Everything, Everywhere All at Once è una commedia, fantascientifica, drammatica, d’azione. Questo per dire che è un film impossibile da catalogare. Si ride, tanto, per le tante situazioni assurde basti pensare che c’è un universo in cui tutti hanno le dita a forma di hot-dog o che per saltare da un universo all’altro ci vuole uno stimolo, una situazione assurda che generi imbarazzo.
Però non è un film demenziale, ma profondo e soprattutto contemporaneo. Un film realizzato da registi e sceneggiatori che conoscono il settore audiovisivo e sanno che l’ennesimo film indie su una famiglia, su adolescenti, su immigrati negli USA, si sarebbe perso nel mare delle produzioni
Voto:
8.5/10