Vi ricordate Eva Longoria, l’attrice conosciuta soprattutto per Desperate Housewives? Si è data alla regia. Il suo debutto dietro la macchina da presa è Flamin’ Hot, dramedy biografica scritta da Lewis Colick e Linda Yvette. Il film è basato sul libro di memorie intitolato A Boy, a Burrito and a Cookie: From Janitor to Executive di Richard Montañez, e dai racconti dello stesso Montañez e di sua moglie Judy. I coniugi sostengono di essere stati loro, nella loro cucina, a inventare le Flamin’ Hot Cheetos. Le pellicola è prodotta da Searchlight Pictures e Franklin Entertainment, ha avuto la sua premiere a South by Southwest lo scorso marzo ed è disponibile in streaming su Disney+ a partire dal 9 giugno. Lo guarderete?
Flamin’ hot, una storia vera – La trama
Sono gli anni Sessanta, a Los Angeles. Richard Montañez, fin da bambino, capisce molto bene che nella vita ci si deve saper arrangiare. Figli di immigrati e con un padre alcolista, inizia a lavorare da giovanissimo. Inizialmente invischiato nella criminalità, decide di darci un taglio per il bene della famiglia e della moglie Judy, che ha conosciuto a scuola e da cui non si è più separato.
Le cose non migliorano. Quando finalmente trova un lavoro come addetto alle pulizie in uno stabilimento della Frito-Lay, si sente l’uomo più fortunato del mondo. Le cose però vanno subito male, e l’azienda rischia di chiudere, lasciando tutti i suoi operai per strada. Richard è sempre stato un uomo pieno di inventiva e iniziativa, e con l’aiuto della famiglia ideerà e lancerà un nuovo gusto di snack salato, quello piccante. Sarà un successo.
Flamin’ Hot, ispirazione facilona – La recensione
Se state cercando qualsiasi cosa non sia una storia superficiale, piena di buoni sentimenti e con la volontà di ispirare, siete nel posto sbagliato. Flamin’ Hot è esattamente quello che la trama farebbe pensare. Un film da LinkedIn, come quei post che narrano le eroiche gesta di Tizio, nato povero e inserito nella lista dei personaggi più influenti (e ricchi) del secolo entro i 35 anni. Se quel tipo di retorica vi infastidisce, la pellicola di Eva Longoria non fa proprio per voi. E non stiamo dicendo di avere davanti un brutto film, anzi. La storia è bella, è facile voler bene ai personaggi, e i momenti troppo retorici vengono alleggeriti dal punto di vista del protagonista, spesso scherzoso ed esagerato. La retorica però rimane.
I personaggi positivi sono macchiette quasi quanto quelli negativi, e tutto attorno alla famiglia protagonista diventa facilone e abbozzato. L’unica cosa che non la rende completamente insopportabile, in questo rilassatissimo clima socio-culturale contemporaneo in cui il concetto di “farcela” dipende quasi completamente dalla nascita e la carta igienica costa è un’enormità, è che, almeno, Flamin’ Hot è la storia di un figlio di immigrati. Ce lo faremo bastare, per questa volta.
Il cast
Jesse Garcia interpreta Richard Montañez, uomo sfortunato ma molto intelligente e sfrontato. Annie Gonzalez è Judy Montañez, sua moglie, che lo aiuta e lo rassicura in ogni momento. Dennis Haysbert è Clarence C. Baker, un collega di Richard, che gli dimostra ogni giorno che impegnarsi, avere passione e perseverare sono le cose più importanti. Tony Shalhoub è Roger Enrico, il super capo, una sorta di apparizione divina che ha piena fiducia in Richard, da subito. Emilio Rivera è Vacho Montañez, il padre del protagonista.
La recensione
I personaggi positivi sono macchiette quasi quanto quelli negativi, e tutto attorno alla famiglia protagonista diventa facilone e abbozzato. L’unica cosa che non la rende completamente insopportabile, in questo rilassatissimo clima socio-culturale contemporaneo in cui il concetto di “farcela” dipende quasi completamente dalla nascita e la carta igienica costa è un’enormità, è che, almeno, Flamin’ Hot è la storia di un figlio di immigrati. Ce lo faremo bastare, per questa volta.
Voto:
6/10