Good Omens è disponibile con la sua seconda stagione da oggi, venerdì 28 luglio 2023, su Prime Video con tutti i sei episodi tra i 40 e i 58 minuti del finale. La recensione che segue, che non conterrà spoiler se non minime considerazioni su quanto visto, è però basta sui primi 5 episodi che sono stati mandati alla stampa. Ma non essendoci spoiler e non dovendo raccontarvi il finale, questo non cambierà l’impressione complessiva sulla serie.
Good Omens 2 la recensione: una seconda stagione diventata una serie
Neil Gaiman in tempi recenti ha dichiarato che ha già in testa il piano per la terza stagione che sarebbe vicino all’idea che per oltre 30 anni con Terry Pritchett hanno accarezzato per il secondo romanzo di Good Omens alla fine mai realizzato. Una storia che, per Gaiman, non poteva essere una seconda stagione. E non si fa fatica a credergli.
La seconda stagione di Good Omens permette alla serie di…diventare una serie tv. La prima stagione, nata oltre 4 anni fa, ufficialmente come una miniserie, era un adattamento il più possibile fedele della storia raccontata nel romanzo creato da Gaiman e Pritchett. Voleva essere un evento destinato a diventare cult, visivamente coinvolgente, ricco di sarcasmo, di ironia e con tanti attori a far da contorno alla love story d’amore e d’amicizia dell’angelo Azraphel e del diavolo Crowley magistralmente interpretati da Michael Sheen e David Tennant.
Eppure quell’evento non si è percepito. Good Omens è apparso un prodotto debole, a tratti confusionario, caotico, in cui a brillare erano gli attori e in particolare la coppia comica-drammatica di Tennant-Sheen perfettamente adeguati nei ruoli del demone perfido dal cuore d’oro e dell’angelo buono a tratti ingenuo. Due personaggi che non potevano essere abbandonati. Ecco così che Good Omens si fece serie per tornare tra gli uomini. Una serie non solo di fatto ma anche nella forma. Abbandonata la forma dell’evento è stata così costruita una serie con una sua storia, una sua anima in cui anche il sarcasmo e l’ironia dei suoi protagonisti sono stati incanalati.
Una serie per 2
La seconda stagione di Good Omens è costruita per esaltare le caratteristiche dei due personaggi principali e le qualità dei due attori. Dopo aver evitato l’Apocalisse Crowley e Azraphel considerati traditori da inferno e paradiso, si trovano tra le mani un arcangelo Gabriele (Jon Hamm) senza più memoria e dovranno venire a capo del mistero prima che inferno e paradiso arrivino nuovamente allo scontro. Ogni puntata di Good Omens 2 ha al suo interno dei mini episodi ambientati nel passato dei due protagonisti che permettono di approfondire ulteriormente il loro legame e il fondamento della loro amicizia. Come si evince sono sempre loro due al centro della scena, sono loro il fulcro del racconto evitando così una dispersione del flusso narrativo.
Crowley e Azraphel vivono in un microcosmo specifico, ogni loro interazione è immersa in uno scenario specifico, dalla libreria alla strada di Soho dove si immergono nella vita dell’animale che preferiscono: l’uomo. Usi e costumi degli umani sono quello che li ha spinti a restare sulla Terra, ma è la loro amicizia quello che ha reso loro impossibile andar via. I due esistono uno in funzione dell’altro, come il bene e il male: l’uno senza l’altro non esisterebbe e viceversa. La storia è quindi solo uno sfondo rispetto alla vita, al legame dei due protagonisti. Nessun uomo è un’isola, nemmeno se è un demone o un angelo.
Good Omens 2
Good Omens 2
La seconda stagione di Good Omens è costruita per esaltare le caratteristiche dei due personaggi principali e le qualità dei due attori. I due esistono uno in funzione dell’altro, come il bene e il male: l’uno senza l’altro non esisterebbe e viceversa. La storia è quindi solo uno sfondo rispetto alla vita, al legame dei due protagonisti. Nessun uomo è un’isola, nemmeno se è un demone o un angelo.
Voto:
7.5/10