Mentre ancora tutte le discussioni sul cinema sono piene di dibattiti su Barbie, che si appresta a diventare il film dell’estate, noi cambiamo registro, e parliamo di un film pieno di riferimenti e di storia. Hanno clonato Tyrone è una pellicola ricca, forse troppo, che prende ispirazione dai film degli anni 70 e mescola science fiction, mistero e commedia. Il risultato è arguto, acido, stilosissimo, disponibile in streaming su Netflix a partire dal 21 luglio. É diretto da Juel Taylor, al suo debutto al lungometraggio, da una sceneggiatura di Taylor e Tony Rettenmaier, ed è prodotto da MACRO Media. Nonostante qualche difetto, si meriterebbe la Top Ten di Netflix, ma non siamo sicuri che il pubblico sia pronto.
Hanno clonato Tyrone, la trama
Fontaine è il capo assoluto dello spaccio nel suo quartiere. La polizia ha ucciso il suo fratellino, e lui non vede mai sua madre. Una sera, va a chiedere i suoi soldi a Slick Charles, pappone, ma mentre esce dalla camera di motel viene ucciso da uno spacciatore rivale con mire sul quartiere. Il giorno dopo, si sveglia come se niente fosse. Torna da Slick Charles, che lo informa che dovrebbe essere morto. I due uomini, insieme alla prostituta Yo-Yo, cercano di capire cosa sta succedendo, e si imbattono in uno schema molto più grande di loro, scoprendo di essere delle pedine di un complotto molto complesso che coinvolge tutti gli Stati Uniti d’America.
Hanno clonato Tyrone, la recensione
Cloni, mind-control, complotti razziali: in Hanno clonato Tyrone ci sono un sacco di cose. Forse troppe. La sceneggiatura a tratti si fa caotica, alcune cose non sono spiegate per niente bene. Nonostante questo, ed è quasi un miracolo, il film rimane piacevole, bello da guardare e da seguire. Contribuiscono i costumi, la bravura dei tre attori protagonisti, la scrittura dei dialoghi, veloci e arguti al limite della possibilità. Anche dietro tutto al caos, il suo messaggio è chiaro e comprensibile, il film godibile. Per capirlo a pieno, però, ci vogliono delle nozioni minime di cinema del passato, un micro bagaglio di riferimenti. Sicuramente un esperimento interessante e appassionato.
Il cast
John Boyega è Fontaine, burbero e solitario capo del quartiere. Jamie Foxx è Slick Charles, pappone eccentrico e un po’ pauroso, che ama i piccoli lussi. Teyonah Parris è Yo-Yo, una delle sue prostitute. Ha sogni di gloria e vuole lasciare il quartiere per inseguire una vita migliore. Nel cast anche Kiefer Sutherland (Nixon) e David Alan Grier (The Preacher).
La recensione
Cloni, mind-control, complotti razziali: in Hanno clonato Tyrone ci sono un sacco di cose. Forse troppe. La sceneggiatura a tratti si fa caotica, alcune cose non sono spiegate per niente bene. Nonostante questo, ed è quasi un miracolo, il film rimane piacevole, bello da guardare e da seguire. Contribuiscono i costumi, la bravura dei tre attori protagonisti, la scrittura dei dialoghi, veloci e arguti al limite della possibilità. Anche dietro tutto al caos, il suo messaggio è chiaro e comprensibile, il film godibile. Per capirlo a pieno, però, ci vogliono delle nozioni minime di cinema del passato, un micro bagaglio di riferimenti.
Voto:
6.5/10