Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883 è la serie tv in 8 episodi disponibile su Sky e NOW da venerdì 11 ottobre dopo una lunga, lunghissima attesa fatta di pubblicità con Max Pezzali, teaser, foto, curiosità, iniziative. Al centro c’è proprio la storia di Max Pezzali e Mauro Repetto dalla fine degli anni ’80 fino all’uscita dell’album Hanno ucciso l’uomo ragno. Tra paure, perplessità e aspettative, in questa recensione vediamo perché Sydney Sibilia, il team di scrittura e regia ha fatto decisamente centro.
Hanno ucciso l’uomo ragno, una storia universale
Hanno ucciso l’uomo ragno è sicuramente la leggendaria storia degli 883, è sicuramente una serie tv fatta da millennials per i millennials (e per la generazione prima di chi era ventenne nei primi anni ’90). Ma in primo luogo è una serie tv universale e che parla a tutti. Perché i sogni non hanno confine, sesso o età. Tutti abbiamo dei sogni inseguiti, sfiorati, toccati, infranti, inseguiti. Una serie tv sull’amicizia vera e sincera, in cui si condivide una strada insieme. Una storia sulla provincia italiana e mondiale, quella parte di mondo in cui ci si accontenta, si soffre ma in cui si vive ancor prima di apparire.
Quella fatta da Sky e Groenlandia è una serie tv che unisce bromance, teen dramedy, lacrime, risate, illusioni, musica, costume tutto mischiato in una stessa puntata. Finita la corsa delle otto puntate vorresti vederne ancora e ancora, per tuffarti in un mondo di spensieratezza, divertimento ma non futile leggerezza. C’è l’ingenuità di chi si diverte senza pensare davvero a quello che sta facendo. C’è anche l’amore, perché non può non esserci l’amore. Un amore tenero come sono i timidi e gli impacciati quando si innamorano.
Hanno ucciso l’uomo ragno è una serie di cui è facile innamorarsi per l’atmosfera che cattura in modo subdolo senza essere sfrontata, sfacciata, senza voler ostentare. Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli sono praticamente perfetti. Nuzzolo riesce a replicare tic ed espressioni di un bravo ragazzo che ha sempre paura di sbagliare, Giuggioli è l’ideale finto sfrontato che nasconde dentro un mondo impenetrabile. La colonna sonora è la coccola uditiva, costruita con brani giusti al momento giusto, con le canzoni degli 883 che arrivano quando vengono create e non a schiaffo solo per ricordare che stiamo vedendo una serie degli 883. Voto 8.5 Riccardo Cristilli
Questa è la serie di chi non si arrende e di chi non smette di sognare
Sono andata all’anteprima di Hanno ucciso l’uomo ragno un po’ scettica, non essendo una fan (né allora, né oggi) degli 883. Non fraintendetemi: nulla contro di loro, ci mancherebbe! Sono il cuore della cultura pop italiana degli anni Novanta, bravissimi e da ammirare, semplicemente ascoltavo all’epoca – e ascolto oggi – generei musicali differenti. Mi è bastato il primo episodio per innamorarmi immediatamente della storia e dei suoi protagonisti, e ho divorato – pur centellinandole perché non volevo finissero – le restanti sette puntate per arrivare pronta a scrivere questa recensione in occasione dell’uscita della serie. Magnifica, non trovo altri termini. Magica. Perfetta.
Era da tempo – forse anni – che una serie italiana non riusciva a farmi provare nulla e questa serie invece mi ha stregata: mi ha fatto ridere di gusto, piangere dall’emozione, mi ha “abbracciata” e coccolata risvegliando in me emozioni sopite e quasi dimenticate, lasciate lì, nei lontani anni ‘90. Hanno ucciso l’uomo ragno parla ai millenials e dei millenials evitando di commettere l’errore che serie così compiono sempre: riesce a non essere melensa, a non risultare retorica, ma a raccontare con estrema semplicità e autenticità, quegli anni, senza incappare nel tranello dell’eccessivo effetto nostalgia (tipico appunto in serie per e sui millenials).
Questa serie è il ritratto onesto e affettuoso di quando la mia generazione, annoiata, provava a realizzare i suoi sogni, tra ingenuità, voglia di crescere, scappare via, innamorarsi. Questa serie è la canzone di chi non si è arreso e di chi non ha – ancora – smesso di sognare. È la storia di Max e delle sue fragilità, di Mauro e della sua forza, di un’amicizia, di una provincia come tante, di chi ci prova fino alla fine, nonostante le batoste prese in piene faccia. I suoi interpreti sono eccezionali: il lavoro fatto sui personaggi è di un livello altissimo. Tic, gestualità, modo di parlare, sorridere, guardare in camera: Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli sono eccezionali nei panni di Max e Mauro. E a loro aggiungo anche Davide Calgaro, che nella storia interpreta Cisco (amico di Max), uno dei tanti, uno di noi.
Hanno ucciso l’uomo ragno è l’ennesimo brillante colpo di Sky messo a segno in un panorama seriale italiano non sempre vincente (sulle altre piattaforme): un prodotto fresco, impeccabile e, sono pronta a scommetterci, indimenticabile.
Voto 8.5 Giorgia Di Stefano
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Riccardo Cristilli - 8.5/10
8.5/10
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Giorgia Di Stefano - 8.5/10
8.5/10
Summary
La serie tv Sky non è solo la leggendaria storia degli 883, ma un racconto che parla di sogni, speranze, illusioni, che diverte, emoziona e non cede mai a scelte “piacioni”, tutto è curato e impeccabile, a partire dagli attori.
Voto:
8.5/10