Mai come in questi ultimi periodi, l’attenzione degli spettatori verso il genere true crime è diventato così morboso. E popolare. Sulla scia di questo ormai consolidato fenomeno, i canali della tv tradizionale o streaming dedicano racconti sempre maggiori – più o meno dettagliati – dei più famosi (e disturbati) serial killer della storia. Questa volta, però, il racconto del killer vuole essere un contorno a una storia meno morbosa e più classica. Arriva su Paramount+ dal 21 marzo e per otto episodi (due al lancio e poi rilascio settimanale), Happy Face.
Perché in questo angosciante racconto, la figura del killer “degli smile” è solo parte di una storia più complessa e [forse] troppo romanzata. Melissa G. Moore vive la sua vita da 15enne spensierata e felice. Tutto cambia quando scopre che il suo amato padre è il prolifico serial killer noto come Happy Face che, all’inizio degli anni ’90, uccise otto donne negli Stati Uniti. Da adulta, cambia nome custodendo il suo segreto mentre il padre sconta l’ergastolo. E questa è la storia vera. Ma non parla di ciò.
La serie è ispirata alla storia vera di Melissa G. Moore, al podcast Happy Face di iHeartPodcast e Moore, acclamato dalla critica, e all’autobiografia Shattered Silence, scritta dalla Moore con M. Bridget Cook.
Happy Face, la trama
Partendo dalla storia vera, la serie segue Melissa e il padre incarcerato. Dopo decenni di assenza di contatti, l’uomo trova un modo per rientrare a forza nella vita della figlia. In una corsa contro il tempo, Melissa deve scoprire se un uomo innocente sta per essere messo a morte per un crimine commesso da suo padre.
Il cast
- Dennis Quaid è Keith Hunter Jesperson, Happy Face
- Annaleigh Ashford è Melissa Moore, la figlia di Keith
- James Wolk è Ben Moore, il marito di Melissa
- David Harewood è Dr. Greg, conduttore del talk show
- Tamera Tomakili è Ivy, una produttrice dello show
- Khiyla Aynne è Hazel, la figlia quindicenne dei Moore
- Benjamin Mackey è Max, il figlio di 9 anni dei Moore
La vera storia dietro Happy Face

Keith Hunter Jesperson, soprannominato “Happy Face Killer”, è un serial killer canadese noto per aver terrorizzato gli Stati Uniti con una lunga serie di omicidi all’inizio degli anni ’90. Nonostante abbia confessato oltre 100 crimini, è stato condannato solo per otto di essi.
Sposatosi all’età di 20 anni con sua moglie, da cui ebbe tre figli, svolge l’attività di camionista per provvedere al loro sostentamento. Grazie al suo lavoro, entra in contatto con molte delle sue vittime, per lo più prostitute e senzatetto. Sua moglie lo lasciò, sospettando di un’infedeltà, nel 1990. Secondo quanto riferito, Jesperson ha mietuto la sua prima vittima quello stesso anno.
Jesperson acquisisce notorietà grazie al modo sfrontato di comunicare con la stampa e con le forze dell’ordine; le lettere che inviava, infatti, le firmava con una faccina sorridente, da cui il soprannome. Rivelò la sua esistenza al mondo scrivendo la confessione di un omicidio sul muro del bagno di una fermata di una stazione di servizio, firmandola con una faccina sorridente, dopo che una coppia venne accusata dell’omicidio di una sua vittima.
Dopo l’omicidio della sua ragazza, Julie Winningham, nel 1995, divenne il principale sospettato e fu arrestato. Sebbene inizialmente non collaborò con la giustizia, si convinse a confessare i crimini, pur ritrattando alcune volte. Viene condannato all’ergastolo e sta scontando diverse condanne nel penitenziario dell’Oregon, dove continua a scrivere lettere che invia ai media e crea opere d’arte.