Il 2024 sembra essere l’anno dei megaprogetti personali. Dopo Megalopolis di Francis Ford Coppola (che arriva ad ottobre ma ha già fatto parlare di sé) arriva l’incipit di Horizon: an American Saga. Anche questo film, inizialmente sognato dalla star di Balla coi lupi Kevin Costner già nel 1988, ha avuto una storia travagliata, che lo ha visto prendere le redini del progetto come regista e produttore nel 2017. Il film è scritto da Costner con Jon Baird e verrà distribuito nelle sale italiane da Warner Bros a partire dal 4 luglio.
Horizon: an American Saga – Capitolo 1: una storia di frontiera
La trama di Horizon è enorme e tentacolare in un modo che ha poco senso tentare di raccontare in modo lineare. Alcuni sopravvissuti di un insediamento attaccato dagli Apache cercano di ricostruirsi una vita in un forte militare, mentre altri scelgono la via della vendetta. I figli di un potente locale cercano la donna che ha quasi ucciso loro padre e il loro figlio illegittimo, tirando in mezzo un cowboy di passaggio e una ragazza che non vede l’ora di fuggire. La comunità degli Apache si divide fra chi vuole tentare la coabitazione con i coloni che si sono insediati nelle loro terre ancestrali e chi non accetta il sopruso. Sul cammino di Santa Fe una carovana diretta a ovest trasporta una coppia di snob.
È un arazzo di storie intrecciate che si dirigono tutte verso un unico punto: la città ancora da fondare di Horizon, sognata e pubblicizzata da un misterioso uomo d’affari.
Un mondo pericoloso
Horizon è un film lungo. Supera le tre ore e, per quanto non sia mai noioso, le fa sentire tutte. Anche perché è il primo di una serie prevista di quattro capitoli: il suo nutrito minutaggio non racconta una storia vera e propria — più un inizio. Quello che racconta però è una sensazione: quella di vivere in un mondo pericoloso, in solo un lembo di tessuto — o, per i più fortunati, qualche asse di legno — si frappone fra l’umanità e insidie senza un nome. Nota di merito molto parziale per il modo in cui il film abbozza un approccio alla tematica dei nativi americani: non con un silenzio totale, ma non riesce mai a pensare mai davvero gli occidentali come colonizzatori.
Horizon: una saga con giudizio sospeso
Horizon è anche un film grande. In un’epoca in cui il film a medio budget è quasi scomparso, fa fruttare i suoi 50 milioni in un feeling nostalgico da megakolossal. Un po’ vintage anche la fotografia e, soprattutto, la colonna sonora orchestrale (ed orchestrata). Per il momento quello che possiamo dire del film quindi è: imperdibile per gli amanti del western, è un’operazione a cui ci sentiamo di dare il beneficio del dubbio, valutandolo sulle sue qualità migliori. Per tutto il resto, il tempo ci saprà dire. L’attesa per il secondo capitolo intanto non sarà lunga: è previsto per l’uscita nella seconda metà di agosto.
Il cast
Il maxifilm di Costner vede un cast altrettanto maxi. Non contento dei cappelli di regista, co-sceneggiatore e produttore, Kevin Costner stesso interpreta anche il cowboy Hayes Ellison; nella sua storyline anche Abbey Lee nel ruolo di una ragazza di nome Marigold, Jena Malone in quello della sua coinquilina dal passato oscuro Ellen e Jamie Campbell Bower nei panni del cattivissimo Caleb Sykes.
Altrove, Sienna Miller è Frances Kittredge, una donna che sta cercando di trovare una nuova strada per sé e la figlia dopo l’attacco che ha distrutto il loro villaggio, mentre Sam Worthington è il tenente a capo del reggimento che soccorre la comunità. Owen Crow Shoe è Pionsenay, un giovane leader Apache che non vuole lasciare la sua terra ai coloni senza combattere, e Luke Wilson è Matthew Van Weyden, capitano di una carovana diretta a ovest. Nel cast anche Giovanni Ribisi, Danny Huston
La recensione
Imperdibile per gli amanti del western, è un’operazione a cui ci sentiamo di dare il beneficio del dubbio, valutandolo sulle sue qualità migliori. Per tutto il resto, il tempo ci saprà dire. L’attesa per il secondo capitolo intanto non sarà lunga: è previsto per l’uscita nella seconda metà di agosto
Voto:
7.5/10