Se avete amato Mr. Robot per le sue atmosfere pesanti e paranoiche e per il modo in cui costruiva la tensione, amerete anche Il mondo dietro di te, titolo originale Leave the world behind, lungometraggio del creatore della serie, Sam Esmail, che lo ha sceneggiato e diretto. Il film è tratto dal dal romanzo omonimo di Rumaan Alam ed è prodotto da Esmail Corp e Red Om Films. La produzione esecutiva è di Higher Ground Productions. È disponibile su Netflix a partire dall’8 dicembre. Per un Natale all’insegna dell’ansia e in compagnia di un grande cast, che farà sicuramente entrare il film nella Top Ten.
Il mondo dietro di te, una storia che sembra realistica
Amanda e Clay se la passano bene. Hanno due lavori impegnativi, che li portano ad avere a che fare con la gente tutti i giorni, due figli adolescenti e una casetta a New York. Se Amanda è cinica e pratica, Clay è ingenuo e sognatore. Stressati dalla vita di città, decidono di partire improvvisamente per una vacanzina al mare vicino New York. Appena arrivati, cominciano a essere testimoni di strani avvenimenti, che culminano nel momento in cui il proprietario della bellissima casa vacanze, G.H., si presenta alla loro porta insieme alla figlia Ruth. L’uomo ha sentito che un grave blackout ha colpito la Grande Mela, e non si sente sicuro a trascorrere la notte lì. Inizialmente restii, Amanda e Clay li accolgono. Le cose, da quel momento in poi, si faranno sempre più strane e inquietanti.
Sam Esmail colpisce ancora
Sam Esmail torna ai suoi temi preferiti, che erano già stati affrontati in Mr. Robot. Si parla di tecnologia, di attacchi hacker di matrice politica, di economia e potere, di dipendenza da internet come surrogato di una vita felice, rifugio, arma e strumento. Si parla soprattutto della natura degli uomini, che sono diffidenti e cinici, divisi dalla politica e dallo stato, intrappolati in una società individualistica che li spinge lontani l’uno dall’altro. Una riflessione piena di spunti interessanti (e con una vena di speranza) ma incompleta, che trova la sua forza in due cose: nell’interpretazione degli attori, che sono pazzeschi, e nella costruzione di una tensione strisciante e inquietante. Il suo problema? Si presta a semplificazioni.
Il cinema e la tecnologia: da Mr. Robot in poi
Sembra che, nel cinema e nella televisione contemporanea, sia impossibile parlare di contemporaneità e tecnologia senza scadere in semplificazioni di modalità espressive e di interpretazione. Un film come Il mondo dietro di te, che smuove ma non approfondisce perché non ne ha il tempo (e perché resta in primis un thriller), visto dalle persone sbagliate potrebbe scatenare complotti e notazioni amare e boomeristiche sull’onda di “è proprio vero, senza smartphone siamo inutili”. Che Sam Esmail lo voglia o meno non importa. Quello che mi chiedo, pur avendo apprezzato Mr. Robot prima e questo film poi, è se davvero non esiste modo altro per utilizzare internet e gli smartphone come congegni narrativi utili a riflettere sulla natura umana e sulla società senza demonizzarli. Se è possibile, sono convinta che non sarà Sam Esmail a riuscirci, purtroppo.
Il cast
Julia Roberts è Amanda, donna in carriera che tende alla nevrosi. Mahershala Ali è G.H., distinto businessman che chiede ospitalità per la notte dopo che un attacco hacker ha provocato u grave blackout a New York. Ethan Hawke è Clay, ingenuo e molle marito di Amanda, che non si oppone a nulla. Myha’la è Ruth, la figlia di G.H., lei e Amanda si scontreranno in diverse occasioni. Nel cast anche Farrah Mackenzie, Charlie Evans e Kevin Bacon.
Il mondo dietro di te: non riusciamo a parlare di tecnologia senza demonizzarla?
La recensione
Una riflessione piena di spunti interessanti (e con una vena di speranza) ma incompleta, che trova la sua forza in due cose: nell’interpretazione degli attori, che sono pazzeschi, e nella costruzione di una tensione strisciante e inquietante. Il suo problema? Si presta a semplificazioni.
Voto:
7/10