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Il regno del pianeta delle scimmie su Disney+: il sequel della saga cerca un antidoto alla franchise fatigue – La recensione

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Disponibile dal 2 agosto su Disney+ dopo l’uscita nelle sale Il regno del Pianeta delle Scimmie, il quarto film del reboot della saga iniziata nel 1968. Prodotto da 20th Century Studios diretto da Wes Ball, scritto da Josh Friedman e distribuito in Italia da The Walt Disney Company.  

Il regno del pianeta delle scimmie: una storia tutta nuova

Secoli dopo i fatti narrati in The War – Il pianeta delle scimmie gli umani hanno perso l’uso della parola e sono diventati semi-ferali, mentre le scimmie vivono dimentiche di Cesare e della propria storia. Nel villaggio del Clan Aquila la vita procede semplice e pacifica, e Noa, assieme agli amici Soona e Anaya, si sta affacciando alla soglia della vita adulta. Ma quando un manipolo di scimmie mascherate assalta il villaggio e rapisce i suoi compagni, Noa s’imbarcherĂ  in un viaggio per riportarli a casa. Ma per farcela e sconfiggere il misterioso leader delle scimmie mascherate dovrĂ  trovare il leader che è in sĂ©, e imparare a fidarsi di un’umana che sa piĂą di quanto non sembri… 

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Fantasy postapocalittico

Il regno del pianeta delle scimmie è, in buona sostanza, un blockbuster fantasy in salsa post-apocalittica. Le componenti ci sono tutte: regni rivali, razze coesistenti, vecchi maestri custodi di un’antica sapienza e rovine lasciate da civiltà antiche e gloriose. Questo non vuole essere una nota di demerito: il film itera sul genere in maniera assolutamente competente, e l’ambientazione fatta di rovine urbane reclamate dalla natura è suggestiva. Mancano particolari innovazioni, ma è perché questo film non sta cercando la novità. Non particolarmente nuovo ma sempre degno di lode è il livello della performance capture: la tecnologia è arrivata a un livello tale da far arrivare tutti i beat emotivi esattamente come se stessimo guardando degli attori ripresi in live action. 

Verso una nuova fase dell’era dei franchise? 

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Dopo più di un decennio in cui ogni blockbuster o uscita di alto profilo era un reboot, un sequel o parte di un universo cinematografico, il pubblico sta iniziando a sentire la “franchise fatigue”, la stanchezza da franchise, ed i botteghini iniziano a segnalarlo. Si pensi, per esempio, alla crisi in cui sono entrati i Marvel studios nel post-Endgame. Il regno del pianeta delle scimmie, quarto capitolo del reboot e decimo in totale, approccia il suo essere pellicola di franchise in maniera interessante. Ovvero, utilizza la sua IP come canovaccio molto vago da cui prendere un paio di elementi molto forti ed il budget, ma poi va in una direzione narrativa e iconografica piuttosto personale. Sarà questa la via del futuro? Staremo a vedere. 

Il cast 

Owen Teague interpreta Noa, una giovane scimmia coraggiosa e intraprendente del Clan Aquila. Lidia Peckham e Trevis Jeffery interpretano i suoi amici, rispettivamente la fedele Soona ed il timido Anaya, mentre Mae, principale personaggio umano del film, è interpretata da Freja Allan (che abbiamo visto vestire i panni di Ciri in The Witcher). Peter Macon interpreta Raka, un saggio orango che guiderà Noa nel suo viaggio. Completano il cast Kevin Durand nel ruolo del crudele Proximus e William H. Macy in quello del suo servitore umano Trevathan. 

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La recensione

Il regno del pianeta delle scimmie è un competente blockbuster fantasy in salsa post-apocalittica con regni rivali, vecchi maestri e rovine lasciate da civiltà antiche e gloriose. Il film non innova ma ha ritmo, e l’ambientazione è suggestiva.

Voto:

7/10
7/10
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