Fabio Milella nasce il 5 settembre 1978 a Bari e già da piccolissimo dimostra una
particolare passione per il canto e la musica: a 9 anni comincia a suonare il pianoforte studiando le composizioni classiche, che abbandona presto per dedicarsi alla musica leggera e al canto. Inizia a scrivere musica e testi all’età di 14 anni e dopo varie prove con amici e musicisti, a 20 decide di intraprendere la carriera giornalistica, senza trascurare quella di cantautore. Il suo debutto avviene nel 2011, con il primo disco di inediti “Chi fa da sé fa per tre”, pubblicato da Carosello e distribuito da Artist First.
L’anno seguente pubblica l’album “ElettrOttanta”, che ripropone in chiave elettronica 9 celebri brani degli anni Ottanta e un inedito. Dopo sette anni Fabio Milella torna con il suo nuovo album di inediti “In bilico sulle nostre emozioni”, una produzione indipendente che vede la direzione artistica di Tommaso De Vito Francesco.
Nei 13 brani che compongono il disco, si passa dai temi sociali (come in “Amico caro”) a riflessioni su storie d’amore ormai finite (come in “Gli sguardi delle sei”), in un viaggio che va a toccare le emozioni più autentiche.
Lo abbiamo intervistato in occasione del nuovo album per scoprire qualcos ain più su questo progetto.
Bentornato Fabio! Come sono andati questi anni?
Tutto alla grande come direbbe il mio caro amico Riccardo Vitanza ;)
Descriviti con tre aggettivi.
Poliedrico, sensibile e permaloso (con il passare degli anni sempre meno…)
“In bilico sulle nostre emozioni”: quali emozioni più di tutte emergono in questo nuovo disco?
Senza dubbio l’amore e la rabbia.
Quali sono le principali tematiche affrontate nell’album?
Ho scritto d’amore, di amicizia e di temi sociali, anche se devo ammettere che l’amore la fa da padrona!
Sonorità rock nel nuovo album ma anche oboe e violoncello. Da dove è arrivata questa idea?
L’idea l’abbiamo sviluppato con il produttore artistico, il maestro Tommaso De Vito Francesco, che è stato ed è il mio compagno di viaggio in questa grave avventura chiamata musica. Abbiamo voluto legare la musica classica con quella leggera e ci siamo riusciti.
Se dovessi etichettare questo nuovo progetto in un genere, quale sarebbe?
Pop, per ora…
A quale artista ti sei ispirato negli anni? E oggi?
Damien Rice, David Gray, Bon Iver. Abbiamo inoltre apprezzato molto il penultimo disco di Niccolò Fabi “Una somma di piccolo cose”. E poi adoro De Gregori, Fossati e Bertoli.
Tre canzoni di cui non potresti mai fare a meno.
“Va bene, va bene così” di Vasco Rossi, “Mi manchi” di Roberto Vecchioni, e “Ti ho mentito per anni” di un certo Fabio Milella (ride)
Cosa apprezzi e cosa non ti fa impazzire della scena musicale di oggi rispetto al passato?
Apprezzo l’opportunità e l’immediatezza, non mi fa impazzire la scarsità di contenuti e la poca professionalità di alcuni
Tour in vista e progetti imminenti?
Con Tommaso stiamo riarrangiando i brani per renderli più snelli per il live, progetti futuri molto interessanti…