Recensione Inventing Anna la serie di Shonda Rhimes su Netflix che strizza l’occhio al pubblico di Scandal e Le Regole del Delitto Perfetto
Inventing Anna debutta oggi venerdì 11 febbraio su Netflix in streaming, miniserie di Shonda Rhimes (anche nelle vesti di sceneggiatrice oltre che produttrice). Al centro la storia vera (almeno nelle parti in cui non è inventata come recita il messaggio a inizio di ogni episodio) di Anna Delvey nata Sorokina, finta ereditiera tedesca di origini russe che per anni ha truffato banche, alberghi, amici, membri dell’elite di New York, millantando soldi che non aveva mai avuto (qui per approfondire con cast e trama).
La miniserie in 9 episodi (lunghi anche più di un’ora) strizza molto l’occhio alla serialità Shondaland da Scandal a Le Regole del delitto perfetto (non a caso tra i registi c’è Tom Verica già dietro la serie ABC) e si prepara a finire presto nella Top Ten Italiana e del resto del mondo.
La ricetta Shondaland funziona se non cerca di snaturarsi
Inventing Anna è l’attesa nuova serie tv Netflix firmata da Shonda Rhimes, questa volta non solo produttrice ma anche autrice della sceneggiatura, una cosa che non succedeva dai tempi di Scandal. Nove episodi di una durata mastodontica con il finale addirittura da 80 minuti, pieni di parti che potevano benissimo essere tagliate o, perlomeno, che potevano dar vita ad almeno un altro episodio. Sicuramente sarà la serie tv di cui tutti parleranno, iper promossa, iper condivisa, in testa alle classifiche mondiali di Netlfix, non solo per il fenomeno Shondaland ma anche per il suo essere “cool”. Insomma ha tutto per piacere: una storia affascinante, buone attrici protagoniste, location da sogno. Ma tutto risulta più posticcio delle menzogne messe insieme da Anna.
La serie si sforza così tanto di piacere che finisce per sbrodolare. Fuori dal terreno della tv generalista, Shonda Rhimes si sente inarrestabile e senza freni. Butta orgoglio femminista un tanto al chilo, risultando così artificiosa e improbabile come le favole raccontate dalla (fastidiosissima) protagonista. A Inventing Anna manca la cattiveria e la precisione delle miniserie d’inchiesta e la leggerezza delle serie tv da generalista, che insegue con scene e situazioni che rimandano a Scandal e Le Regole del Delitto perfetto.
Shondona nostra e il suo staff ondeggia tra la struttura seriale tradizionale e legare ogni flashback a un racconto di qualcuno. Un ibrido che sarà anche carino da vedere ma che passa via come un bicchiere d’acqua liscia. C’è tutto quello che ci deve essere: l’uso moderno dei social, la critica alla società dell’immagine, all’apparenza, al capitalismo sfrenato newyorkese. Ma è tutto così superficiale e ondivago da risultare fastidioso.
A salvarsi è soprattutto Vivian e i suoi colleghi giornalisti di “scriberia” gli isolati della redazione. Almeno fino all’ultimo episodio in cui la morale scelta da Rhimes, manda tutto all’aria facendo degenerare anche Vivian e l’avvocato Todd (altro ottimo personaggio). Al punto che resta l’amaro in bocca per le potenzialità di una serie sul giornalismo e/o un legal drama su Todd. Voto 5.5 (la sufficienza l’avrebbe raggiunta con puntate più brevi) Riccardo Cristilli.
Tre serie in una non fanno sempre un buon affare
Sono poche le cose da aggiungere al commento che mi precede, che mi vede completamente d’accordo. Inventing Anna sicuramente funziona per la storia di Anna, una storia assurda che non fa altro che aprire quel filone di serie tv che vedremo nei prossimi mesi, che esporrà la superficialità umana raccontando storie al limite del reale (WeCrashed, The Dropout o Pam & Tommy se vogliamo).
Non è possibile comprendere come sia possibile, in un mondo razionale, che una ragazza molto giovane riesca a prendere in giro così tante persone, senza avere chissà quali pregi. In fondo Anna non è un genio come può sembrare, ha solo dimostrato capacità di adattamento e ha sfruttato un elemento chiave: la banalità e la superficialità della ricca borghesia newyorkese, per se Anna è quasi riuscita nel suo intento è più merito loro. Sfruttando l’incredulità dello spettatore, la serie quindi può funzionare. Quello che non funziona è l’offerta 3×1 proposta da Shonda Rhimes che di fatto ha condensato in episodi lunghissimi tre serie tv: la miniserie tratta da storia vera, l’inchiesta della giornalista, e la parte legale. Elaborando troppi dettagli da un lato e tralasciandone troppi dall’altro.
Di solito un “offerta” del genere è un affare, qui invece il risultato è superficiale tanto quanto i protagonisti della storia. Si è cercato di dare una struttura alla serie con gli episodi dedicati ai vari personaggi, struttura che si è poi schiantata con la necessità di continuare a raccontare l’inchiesta di Vivian e in modo molto marginale anche la questione legale. É il motivo per cui ci ritroviamo episodi con una durata eccessiva, che ammazzano il ritmo. Tutto il resto, i riferimenti ai prodotti di Shonda Rhimes, il suo stile, non possono che passare in secondo piano. Voto 5.5 – Davide Allegra.
Inventing Anna un buon prodotto con una protagonista magnetica
La storia di Anna è affascinante e incredibile, assurda e magnetica, sono molto felice sia stata raccontata in una serie tv. Un’eroina femminile contorta e decisamente poco simpatica, a volte addirittura fastidiosa ma così furba da strapparti perennemente un sorriso durante tutta la visione, ed è proprio questo il bello. La mano di Shonda Rhimes è evidente in tutta la serie: dal ritmo, alla regia, ai dialoghi fino alla scelta del cast (tanti i volti già visti in Scandal, per esempio).
Location da sogno e outfit da fare (quasi) invidia a Sex and the City sono la ciliegina sulla torta. Inventing Anna è un buon prodotto, da seguire senza perdere il filo per non lasciare indietro pezzi dell’intera vicenda. Merita la visione se amate Shonda Rhimes e il suo stile e le biopic contemporanee. Unica pecca, episodi a volte troppo lunghi: un’ora e un quarto rischia di essere davvero eccessiva e di far calare la palpebra. Voto 7 Giorgia Di Stefano (Founder di TV Tips, la prima App che ti consiglia la serie tv giusta per te: scaricala, è gratis!)