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La croce e la svastica il documentario sulla deportazione dei cristiani da parte dei nazisti

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La croce e la svastica è il documentario inchiesta in onda stasera su Rai 3 giovedì 29 giugno che racconta della persecuzione e deportazione nel campo di Dachau di oltre 2.800 cristiani da 14 nazioni europee da parte del regime nazista e sulle ragioni che ne sono alla base.

Prodotto da Rai Documentari, Iterfilm e Upside con il contributo del Mic e del fondo bilaterale “Italia-Francia”, per la regia di Giorgio Treves,il documentario è scritto da Luca Scivoletto e Giorgio Treves con la partecipazione artistica di Margherita Buy, Massimo De Rossi e Stefano Dionisi.

La croce e la svastica, il racconto

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Il documentario La Croce e la svastica, è stato girato tra Italia, Francia, Germania, Polonia, e Città del Vaticano, si sviluppa come un viaggio del regista Giorgio Treves, che, attraverso le testimonianze di alcuni sopravvissuti e le ricostruzioni degli storici, cerca di comprendere e fare chiarezza anche sui rapporti tra la chiesa cattolica, quella protestante e il nazional socialismo. La ricerca personale nasce da un bisogno di giustizia, rispetto e misericordia verso tutte le vittime del nazismo, di qualunque fede, etnia e nazionalità, e al contempo dal bisogno di sapere, di sollevare il velo su questa zona oscura della storia.

Perché Hitler deportò nei campi anche cattolici, protestanti, ortodossi e testimoni di Geova oltre a 6 milioni di ebrei? Giorgio Treves comincia la sua ricerca partendo dagli archivi segreti del Vaticano, rinominati Archivi Apostolici, dove su richiesta di Papa Francesco nel 2020 sono stati tolti i sigilli sul pontificato di Pio XII, con lo scopo di chiarire la posizione della chiesa durante la II guerra mondiale.

Il documentario entra poi nel vivo dell’ascesa del nazismo, che con il Paragrafo Ariano porterà a compimento lo sterminio ebraico, e si conclude interrogandosi sull’atteggiamento messo in atto dal Vaticano. Cosa avrebbe potuto fare la chiesa? Cosa, forse, mancò di fare?

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Gli storici

Le ricostruzioni da parte di storici italiani, francesi e tedeschi si alternano a momenti emotivi: le storie personali, i ricordi, gli aneddoti di coloro che vissero in prima persona questa tragedia – come la testimonianza di Simone Liebster e Emma Bauer sul tragico destino degli Ortodossi e dei Testimoni di Geova – sono intervallati da materiale inedito dagli archivi, tra cui Bundenarchive, Les Ateliers Des Archives, Critica Past e Istituto Luce.
Il percorso termina nel lungo viale alberato di Dachau, con un finale che, presentando le recenti manifestazioni neonaziste, è un monito volto a scongiurare la reiterazione di simili atrocità

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