La rivoluzione siamo noi su Sky Arte e in streaming Now Tv il film documentario sulle avanguardie in Italia lunedì 1 febbraio
La Rivoluzione Siamo Noi (Arte in Italia 1967-1977) è il film documentario in onda stasera lunedì 1 febbraio su Sky Arte e in streaming su Now Tv (disponibile anche on demand) che racconta un periodo di grande splendore dell’arte nazionale, in cui l’Italia era il centro della scena artistica.
Tra la metà degli anni Sessanta e il 1980 l’arte in Italia conosce un momento di gloria sulla scena internazionale. La scena animata dagli artisti emergenti, suddivisa prevalentemente tra Torino, Roma e Napoli, si nutre di un clima vitale e dinamico, con continui e fertili scambi tra arti visive, teatro, letteratura, musica e cinema.
Il documentario di Ilaria Freccia, da un’idea del critico d’arte e curatore Ludovico Pratesi e della stessa regista, prodotto da Istituto Luce-Cinecittà, illustra il periodo che vede al centro dei fenomeni d’avanguardia l’Italia, con le gallerie sperimentali come l’Attico e lo Studio Morra, le grandi mostre come Arte Povera+ Azioni Povere negli Arsenali di Amalfi o Contemporanea nel parcheggio di Villa Borghese a Roma, insieme a festival di danza, teatro e poesia animati da personaggi come Philip Glass o Trisha Brown. Un racconto visivo dal ritmo serrato, arricchito da materiali di repertorio, film d’arte, filmati inediti e dalle rare testimonianze di artisti, critici, galleristi e fotografi, protagonisti di quegli anni davvero incandescenti, per cogliere l’atmosfera di un paese travolto da un cambiamento vissuto all’ insegna della creatività.
Il momento politico e culturale determinato dal ’68, porta l’arte a uscire dalle gallerie e dai musei per entrare a contatto con la vita quotidiana, spesso con opere strettamente collegate alle istanze della politica e ai profondi cambiamenti sociali in atto. Artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis sperimentano nuovi linguaggi come performance, installazioni e happening, in relazione con la scena internazionale, aperta alle sperimentazioni. L’arte esce dalla cornice del quadro per invadere il mondo, entrare nelle strade e nelle piazze, nei garage e nei parcheggi sotterranei, in un incredibile intreccio con la realtà quotidiana dell’epoca.
I galleristi e i critici italiani aprono le porte agli artisti internazionali più estremi, come Joseph Beuys, Hermann Nitsch o Marina Abramovic, che trovano nel nostro paese occasioni di sperimentare linguaggi visionari e provocatori con grande libertà. In quegli anni diventiamo protagonisti della cultura contemporanea internazionale, con un’intensità straordinariamente vivace e radicale.