Amare è un verbo complicato. Lasciare lo è ancora di più. Lasciarsi un giorno a Roma, la commedia romantica di Edoardo Leo prova a raccontare le conseguenze dell’uso di quei verbi nella vita di cinquantenni dimostrando che commedia romantica non è una locuzione usabile solo dagli americani e non è sempre sinonimo di Hallmark Channel. Il film rilasciato lo scorso 1° gennaio su Sky e NOW, sta vivendo oggi una seconda vita su Netflix dove vola in Top Ten.
Il titolo, che rimanda a una magnifica canzone di Niccolò Fabi sapientemente usata nei titoli di coda come chiusura del film, racchiude l’anima di tutto il film, che parla d’amore, della difficoltà di amare, di lasciare un’altra persona così all’improvviso, nella cornice magnifica di una Roma d’esportazione. Come ha raccontato Edoardo Leo nella conferenza stampa, la Roma subito dopo il lockdown è stata una città riscoperta dagli stessi romani. E nel film ha deciso di mostrarne anche luoghi meno noti e di renderla la quinta protagonista del film.
Quanto amore c’è in una rottura
Il film inizia dalla fine con la coppia protagonista Tommaso e Zoe interpretata da Edoardo Leo e Marta Nieto (attrice spagnola in vitrù della co-produzione Italia-Spagna) su Ponte Milvio sotto l’acqua a dirsi addio. Torniamo indietro e scopriamo la vita di una coppia adulta, lui scrittore che di nascosto cura una rubrica di posta del cuore mentre non vuole adeguare il finale del suo romanzo alle esigenze del suo editore. Lei responsabile di un’azienda che produce videogame.
Nel loro gruppo di amici c’è anche la sindaca di Roma, interpretata da Claudia Gerini, che per le esigenze della gestione della città, sembra dimenticare quelle del marito (Stefano Fresi) e del marito. L’amore non manca. Ma a volte amare è così difficile perchè significa perdere un po’ di se stessi in funzione dell’altro. Quando tra le lettere della posta del cuore ne arriva una che è palesemente di Zoe, Tommaso inizia a chattare con lei cercando di recuperare quel rapporto che non sapeva di aver perso.
Lasciarsi un giorno a Roma un film maturo e inaspettato
Non è facile prevedere la direzione di Lasciarsi un giorno a Roma. Leggendo la trama c’è il timore di trovarsi di fronte una commedia zuccherosa e smielata, conoscendo Edoardo Leo e i suoi lavori ci si aspetta un film dinamico e divertente. E la fusione tra i due mondi funziona.
Lasciarsi un giorno a Roma è una commedia sulla vita, sui sentimenti, sicuramente non priva di difetti, a tratti leggermente lunga e con alcuni personaggi un po’ troppo limitati e gettati nella mischia senza un vero perchè (come le scene al ristorante più utili in una serie o in una miniserie dando corpo a questi comprimari che nel film). La parte più sorprendente e convincente è quella della coppia Elena – Umberto (Claudia Gerini e Stefano Fresi). Lei sindaca impegnata a salvare Roma, lui professore costretto a troppe rinunce nel ruolo di “first gentelman” capitolino. Il loro è un amore vero, sincero, che sfida le difficoltà del momento ma non cede alle banalità del caso.
La “rieducazione emotiva del maschio” invocata da Edoardo Leo e dal resto del cast durante la presentazione del film, è evidente in un film che va contro ogni stereotipo del genere, in cui l’uomo deve imparare a stare accanto a una donna impegnata e che lavora, che ha un ruolo di potere. Siamo cresciuti vedendo la donna in cucina preparare la cena per l’uomo, è inutile negarlo, questo film è l’ennesimo tassello nella costruzione di un cambiamento di approccio culturale che sembrava difficile da portare in Italia e in Europa dalle coste degli USA, ma che sta fortunatamente iniziando a imporsi.
Lasciarsi un giorno a Roma è un film convincente, piacevole, divertente, che prova a rinnovare la commedia all’italiana dandole più corpo e più sostanza, aggiungendo strati nella costruzione dei personaggi, dandole un linguaggio più internazionale e meno locale. Naturalmente occhio a vederlo in coppia. Non è detto che ne usciate indenni. Voto 7.5