Profondo, perturbante, triste, caldo e freddo, straziante, stratificato, meraviglioso e terribile. Tutto questo è Nanny, l’horror psicologico disponibile su Prime Video a partire dal 16 dicembre 2022. Scritto e diretto da Nikyatu Jusu, è anche il suo debutto alla regia. La produzione esecutiva è di Jason Blum per Blumhouse Television. Nanny è stato presentato in anteprima mondiale a gennaio, al Sundance film festival, per poi essere rilasciato in alcune sale selezionate negli Stati Uniti.
É un film complesso, che ha bisogno di essere capito e metabolizzato. Esce poi in un periodo già ben trafficato, e chiaramente non si tratta di una pellicola da cena di Natale. Per questo, non siamo sicuri si conquisterà un posto nella Top Ten di Prime Video, ed è un peccato. Ma c’è sempre speranza!
Nanny, una storia di molti – La trama
Al centro della trama di Nanny c’è Aisha, una ragazza bella, forte e determinata, pronta a costruirsi un futuro radioso negli Stati Uniti dopo una vita non facile in Senegal, dove ha studiato e lavorato come insegnante. Il suo sogno è di portare a New York anche il figlio, Lamine. Per questo, ha accettato un lavoro come tata tuttofare per una famiglia ricca. Grazie a lei, la bambina che ha in cura trova un rinnovato interesse per il cibo, ma ben presto delle ambiguità familiari verranno a galla.
La madre della bambina, Amy, è stressata ai limiti del malessere per il lavoro. Il padre, Adam, è chiaramente fedifrago. Come se non bastasse, non la pagano il giusto. Aisha deve imporsi, e proprio mentre cerca di navigare queste difficoltà comincia ad avere delle visioni, degli incubi, tutti legati al mondo dell’acqua e dei ragni. Personaggi e miti del folklore africano le appaiono quando meno se lo aspetta, turbando la sua mente e mandandole dei segnali di pericolo.
La recensione Voto 7.5
Nanny, e il titolo è appositamente superficiale e parziale, semplificatorio, è la storia di una tata, di una madre, di una ragazza, di una donna nera, di futuri possibili, di inizi e di fini, di voci che arrivano dall’aldilà, di paure e di traumi, di credenze e di legami umani, di apparenze e di ipocrisie. Il sovrannaturale, in questo horror che è tutto psicologico e interno, introspettivo e fluido, viene dall’Africa, dai racconti e dalle leggende.
Non ci sono mostri, zombie, vampiri, solo pensieri negativi, segnali misteriosi. C’è anche, e come potrebbe non esserci, una componente sociale, che non protegge né ricama, non patetizza. Aisha, stoica, vive e lavora passando attraverso un milione di persone che non potranno mai capire quello che ha vissuto, che parlano di cose che le stanno vicinissime come fossero temi da dibattito scolastico, utili solo a portare avanti la conversazione a una festa. Il suo unico conforto, la sua unica motivazione, è il figlio Lamine, che è stata costretta a lasciare indietro.
Tutto quello che fa serve per comprargli quel maledetto biglietto per New York. Quello che non sa, è che i messaggi che le arrivano non si sa da che entità (o forse solo direttamente da dentro di lei) hanno una brutta sorpresa, e poi ancora una bella sorpresa. Perché la vita è così: scorre come l’acqua, è un ciclo di inizi e di fini, incessante, che scivola tra le dita e non si ferma mai. Unica nota dolente: in alcuni punti il film, che si concentra tutto sull’atmosfera più che sullo sviluppo della storia, che cerca di coltivare il non detto, sembra andare troppo veloce, senza lasciare tempo alle cose di succedere e basta.
Il trailer
Il cast
Anna Diop è Aisha, protagonista assoluta della pellicola. Nel ruolo della madre stressata è nevrotica, Amy, c’è Michelle Monaghan. Sinqua Walls interpreta Malik, Morgan Spector l’ambiguo e ipocrita Adam. Rose Decker è Rose, Leslie Uggams invece interpreta Kathleen.