Netflix si prepara alla rivoluzione. Dopo il lancio dell’abbonamento con pubblicità a un costo inferiore rispetto al piano base, è arrivato il momento di porre fine alla pratica della condivisione delle password in tutto il mondo. E la rivoluzione è completata con la chiusura definitiva del servizio postale di spedizione dei DVD che era il servizio con cui era nata la piattaforma. Di fatto è un po’ la fine di un’era. Intanto nei primi 3 mesi del 2023 la piattaforma ha aggiunto solo 1.75 milioni abbonati arrivando a un totale di 232.5 milioni.
Netflix e le password a pagamento
La piattaforma di streaming si prepara a spingere l’acceleratore sul blocco della condivisione delle password. Nel trimestre appena iniziato tra aprile e giugno la condivisione delle password diventerà a pagamento negli Stati Uniti e in gran parte del mondo come conseguenze dei buoni risultati ottenuti nei paesi “pilota” Canada, Spagna, Portogallo e Nuova Zelanda.
Il CEO di Netflix Ted Sarandos e Greg Peters sono consapevoli che dopo aver assecondato per anni questa pratica per agevolare il boom comunicativo della piattaforma, ci sarà una parte del pubblico che protesterà e rifiuterà la novità. Ma sul lungo periodo ne deriveranno soltanto benefici. Il prezzo non è stato stabilito ancora nei diversi paesi ma è previsto un impatto economico positivo nei prossimi due trimestri.
Tra live, cinema e sciopero degli sceneggiatori
Greg Peters ha affrontato anche l’argomento del fallito tentativo di trasmettere live la reunion di Love is Blind per problemi tecnici il 16 aprile. Ted Sarandos ha ammesso di essersi arrabbiato per quanto successo ma i due co-CEO rassicurano che Netflix ha l’infrastruttura necessaria per questa tipologia di operazioni e che lo speciale è stato poi visto da 6.5 milioni di spettatori.
Netflix è al tavolo delle trattative per scongiurare uno sciopero degli sceneggiatori, Ted Sarandos ha spiegato di non voler uno sciopero ma ha anche aggiunto che se dovesse succedere hanno prodotti a sufficienza da proporre al pubblico.
La piattaforma nel 2024 spenderà 17 miliardi in nuovi contenuti. E mentre Apple e Prime Video sul fronte film stanno puntando sulle uscite nelle sale prima dell’approdo sulla piattaforma come modo per valorizzare il prodotto e guadagnarvi dalla vendita dei biglietti, Sarandos ha risposto sostanzialmente loro non ne hanno bisogno. “Gli altri non hanno la profondità e la base utenti che abbiamo noi”.