Netflix censura Community, eliminata una puntata per blackface ma in realtà è un elfo scuro. L’assenza di contesto che offende l’intelligenza umana
Come sempre quando un movimento parte dagli Stati Uniti finisce per sfuggire di mano. Dopo il caso del #metoo che ha visto travolti da accuse diversi attori con carriere stroncate talvolta solo per la parola di una persona (sia chiaro nessuno giustifica violenze, molestie ma proviamo ad andare oltre le frasi da social e a riflettere come dovrebbero esserci prove e indagini approfondite prima di distruggere le persone a colpi di post), adesso è la volta del Black Lives Matter.
Nella corsa a diventare più lealisti del re Netflix e Hulu (solo Netflix in Italia su Amazon l’episodio c’è) incappano in un clamoroso caso di censura degli elfi scuri. Infatti è stato rimosso l’episodio 14 della seconda stagione di Community in cui il personaggio di Ken Jeong, Ben Chang, si colora di nero per interpretare un elfo scuro per giocare a Dungeons & Dragons. Possibile che un essere umano e non algoritmo che censura la parola (vedi l’impossibilità di scrivere sess0, s3x senza incappare nel puritano algoritmo di google che ti fa finire tra i porn0) non riesca a comprendere il senso di quello che vede?
Non solo ma Dan Harmon l’autore della serie, inserisce tutto uno scambio di battute incentrato sul blackface con Shirley interpretata dall’attrice black Yvette Nicole Brown, che dice “quindi ignoreremo il crimine d’odio?” e Chang che risponde di essere un elfo scuro. Il blackface è sicuramente una pratica sbagliata che per esempio noi in Italia usiamo in modo fin troppo leggero anche in tv come ne I Migliori Anni, ma che è sbagliata perchè sottovaluta l’intrinseco valore razzista.
L’ondata puritana che scopre errori del passato, non può però esser fatta come una macchina, senza alcun elemento critico. Così anche togliere la scena di The Office in cui è presente un personaggio che si dipinge il volto di nero, è sbagliata. Perchè lo stesso autore nell’annunciare il taglio, spiega come la scena nasca per criticare una pratica razzista presente in Europa.
Il blackface è sbagliato, su questo nessuno ha dei dubbi. Ma al contempo troviamo sbagliato censurare scene nate come forma critica verso quel gesto errato.
In parallelo è giusto segnalare come l’idea che nelle serie animate i personaggi di colore vengano doppiati da attori che hanno un percorso personale simile è assolutamente corretto anche per consentire a quei personaggi di avere voci più naturali e vicine alla realtà. Così dopo il caso di Central Park e Big Mouth, anche I Simpson annunciano che nessun attore bianco doppierà più personaggi black e a cascata Mike Henry non doppierà più Cleveland Brown personaggio de I Griffin che ha poi avuto anche una serie autonoma The Cleveland Show e che doppiava dal 1999.
La riflessione sull’inclusione e la rappresentatività nei film e nelle serie tv è importante ma allo stesso modo la censura senza alcuna riflessione critica operata da “macchine” è sbagliata.