Recensione No Time to Die, il film arriva nei cinema dal 30 settembre 2021. Dopo una lunga gestazione Daniel Craig è pronto a salutare, forse, il suo personaggio. Perché, del resto, “007 è solo un numero”
Dopo una travagliata post produzione e continui posticipi a causa della pandemia da Covid-19, il venticinquesimo 007, No Time to Die, arriva nei cinema dal 30 settembre. Le case di produzione hanno insistito e difeso a spada tratta la loro scelta di non rilasciare la pellicola in streaming, sorte toccata a molti altri attesi film.
Daniel Craig torna per l’ultima volta ad interpretare James Bond, a conclusione di un ciclo lungo più di dieci anni e con ben cinque film alle spalle. Il personaggio da lui interpretato è stato il più longevo dell’intera saga nonché, all’inizio, il più discusso.
La trama di No Time To Die
Dopo aver lasciato il servizio attivo, Bond si ritira a vita tranquilla in Giamaica. La sua bolla di quiete viene interrotta quando il suo amico fraterno Felix Leiter, agente della CIA, gli chiede aiuto per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori. La situazione precipita velocemente, portando Bond a ritornare in servizio per seguire le tracce di un misterioso criminale armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
Recensione No Time To Die – Il commento
Siamo giunti all’ultimo giro di boa [forse ndr.] per il James Bond di Daniel Craig che, dal lontano 2006 di Casino Royale a No Time to Die, ha dato nuovo lustro e ravviato una saga che ha appassionato milioni di spettatori. Un’ultima grande missione, nonostante l’aver appeso lo smoking al chiodo, per un Bond sempre più protagonista e figura-centrica. In No Time to Die viene messa in scena una struttura narrativa da manuale “bondiano”, con un climax culminato da un plot twist per certi versi telefonato, come del resto diversi espedienti utilizzati nel corso della storia.
Per l’intera durata del film verte tutto sulle sue spalle: azioni, dialoghi, situazioni. Il tutto per cercare di dare una degna conclusione, ad un ciclo iniziato 15 anni fa, e a un attore che è riuscito nell’intento, con la sua interpretazione, di svecchiare un personaggio che rischiava di rimanere stantio e fossilizzato nel tempo.
La pellicola è lunga. Molto. Ma scorre allo spettatore senza alcun problema. Ogni scena è concisa e non prolissa, questo grazie anche all’ottimo cast presente e ai ritmi serrati. Rami Malek impreziosisce i prodotti a cui prende parte. Rivestito dei panni dell’antagonista, convince con la sua ottima interpretazione anche se, di fatto, è relegato nel ruolo di villain un po’ troppo sottotono e poco sfruttato. Un cattivo non con la C maiuscola per cui, per certi versi, si prova quasi empatia. Del resto anche il Bond di Craig è un personaggio con un grande cuore; di spie più fredde l’universo creato da Ian Fleming le ha avute così come di cattivi più cattivi.
Il restante cast è un contorno a un Daniel Craig show, anche la novità con l’introduzione di una nuova 007, interpretata da Lashana Lynch (inizierà una nuova saga con il primo agente segreto donna, di colore e non dal nome James Bond?!), passa in secondo piano, con un ruolo da “spalla” e poco incisivo. L’intento degli sceneggiatori non è chiaro: introdurre in punta di piedi il personaggio, in modo da stuzzicare la fantasia dello spettatore ma non rubare la scena ai saluti finali e alla conclusione della storia di Craig, o semplice personaggio di contorno? Del resto “007 è solo un numero”, come dice Bond alla sua collega 007.
In No Time to Die, Cary Fukunaga ha dato mostra della sua versatilità con un esercizio di stile notevole: le scelte registiche e la fotografia strizzano l’occhio a diversi generi; dall’horror con alcuni jump scare e toni freddi al vintage con una patina pastello e saturata; dall’action più puro del termine all’emotional, con scene cariche di pathos.
Con la citazione cult dello sparo con giravolta, Craig omaggia e lascia il personaggio che l’ha consacrato nell’olimpo della cinematografia mondiale, consapevole di esser stato il Bond più buono e di cuore. Nonostante tutto, questo non basta fino in fondo: il film intrattiene bene lo spettatore ma manca di mordente e incisività. Una sceneggiatura a tratti debole, con clichè di genere e situazioni prevedibili.
Il trailer italiano
Il cast
- Daniel Craig è James Bond
- Rami Malek è Lyutsifer Safin
- Léa Seydoux è Madeleine Swann
- Lashana Lynch è Nomi
- Christoph Waltz è Franz Oberhauser / Ernst Stavro Blofeld
- Ralph Fiennes è Gareth Mallory / M
- Ben Whishaw è Q
- Naomie Harris è Eve Moneypenny
- Rory Kinnear è Bill Tanner
- David Dencik è Waldo Obruchev
- Jeffrey Wright è Felix Leiter
- Ana de Armas è Paloma
- Dali Benssalah è Primo
- Billy Magnussen è Logan Ash