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Only Murders in the Building 4: non è da tutti continuare a stupire – La recensione senza spoiler

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Only Murders in the Building è ripartito negli Stati Uniti e in Italia su Disney+ da oggi 27 agosto con la sua quarta stagione. Dopo il rilascio del primo episodio farà compagnia al pubblico per le prossime 10 settimane fino alla fine di ottobre. Una boccata d’ossigeno seriale nel mare del binge watching. Le cose belle vanno godute senza fretta come ci ha insegnato la tv generalista di un tempo e per fortuna c’è ancora chi se ne ricorda.

Se poi il rilascio settimanale è accompagnato da una trama e da una struttura narrativa che lo asseconda, con puntate che si chiudono lasciando la curiosità di vedere la successiva e alimentando l’attesa, è, ovviamente, ancora meglio. E questo riesce a Only Murders in the Building che dopo una terza stagione un po’ sottotono, salvata dalle guest star e in particolare da Meryl Streep (che torna anche in questa quarta stagione), torna in grandissima forma, ritrovando lo splendore degli inizi.

Only Murders in the Building e nell’altra scala

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Ma quanto è grande l’Arconia di New York? Più di quanto pensassimo visto che arrivati alla quarta stagione incontriamo gli strambi abitanti della scala A che impareremo a conoscere attraverso il nostro impavido trio di protagonisti Charles, Oliver e Mabel. Only Murders in the Building si prende il rischio di ripartire esattamente dal finale della precedente stagione, quando abbiamo visto che qualcuno ha ucciso Sazz nell’appartamento di Charles. Ma non abbiamo alcuna intenzione di rovinarvi la visione delle puntate (la recensione è basata sulle prime 7 puntate che ci sono state date in anteprima) quindi resteremo sul vago, evitando spoiler o dettagli che potrebbero rivelare qualcosa di compromettente.

Nella quarta stagione di Only Murders in the Building l’Arconia torna a essere il centro delle vicende, ma al tempo stesso lo sguardo si allarga e i nostri beniamini si muovono anche fuori dal palazzo. A partire dalla tanto annunciata trasferta di Los Angeles, fino alla periferia di New York.

Only Murders in the Building 4

E Los Angeles

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Il successo degli improvvisati podcaster di New York ha avuto un’eco inaspettata a Los Angeles dove uno studio ha deciso di realizzare un film sulle loro vicende. Così il giallo-comedy di Only Murders in the Building si trasforma anche in una satira sul mondo di Hollywood, sulle follie degli studi e dei produttori che si muovono in questa realtà. Charles, Oliver e Mable vengono invitati a Hollywood quando il progetto è già in fase di sviluppo con Eva Longoria (e la battuta sul perché sia stata scelta lei per interpretare Mable è tra le migliori della stagione), Zach Galifianakis e Eugene Levy scelti come protagonisti. I tre attori interpretano una versione esagerata (come sempre capita in questi casi) di loro stessi.

Gli autori di Only Murders in the Building sono riusciti a ritrovare la rotta ripartendo dalle cose che da sempre hanno rappresentato la forza della serie: l’assurda dinamica del trio dei protagonisti, tre persone che apparentemente non hanno nulla in comune ma che quando stanno insieme fanno scintille. Inoltre non hanno ceduto al facile utilizzo della guest star ma hanno costruito un caso su cui indagare in cui le guest star potessero essere a loro volta protagoniste. Dopo un avvio a tratti poco fluido, in cui sembra prevalere il bisogno di accontentare i social e la voglia di stupire con “effetti speciali”, la serie trova un suo equilibrio soprattutto grazie al caso davvero ben costruito.

Summary

Only Murders in the Building 4 ritrova il gusto della commedia e dell’indagine, allarga lo sguardo oltre l’Arconia senza però perdere le sue radici, introduce le guest star in modo intelligente e mai banale. Tutto funziona in questa serie

Voto:

7.5/10
7.5/10
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