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Piedone – Uno sbirro a Napoli, non è cinema è fiction pura (ma frettolosa)

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Piedone – Uno sbirro a Napoli è la nuova serie tv di Sky e NOW disponibile dal 2 dicembre, composta da 4 puntate da 90 minuti circa l’una. Ideale omaggio al film con Bud Spencer, la serie vede Salvatore Esposito nei panni dell’ispettore Vincenzo Palmieri che torna a Napoli dopo 4 anni in Germania, per fare i conti con il suo passato. Nel commissariato del porto trova la commissaria Sonia Ascarelli (interpretata da Silvia D’Amico) che sogna di passare all’antimafia e teme che il nuovo arrivato possa rovinarle i piani. I due si troveranno a indagare su alcuni casi mentre Palmieri affronta le proprie vicende personali.

La serie è “marchiata” Sky Cinema sulla falsariga di Petra e I Delitti del BarLume, ma a differenza di queste due che hanno una connotazione maggiormente da film tv, quelli di Piedone non sono film ma episodi di una fiction. La trama orizzontale è sviluppata in modo perfetto e intrecciata con i casi di puntata come da manuale di un perfetto procedurale americano. Piedone – Uno sbirro a Napoli è una serie tv che ha episodi lunghi senza una vera ragione perché tutti i casi potevano essere risolti anche in 45 minuti. La scelta di seguire questo formato porta a una serie frettolosa in cui l’evoluzione dei personaggi e dei rapporti tra loro avviene troppo rapidamente.

Ci troviamo davanti così a una situazione assurda perché abbiamo una serie perfettamente costruita come tale che viene sviluppata con episodi da 90 minuti che non sono autonomi l’uno dall’altro, sono fortemente ancorati e quindi tutta la stagione copre effettivamente poche settimane. Eppure le dinamiche tra i personaggi si evolvono come in stagioni da 10-12 puntate (ma gli americani sarebbero arrivati tranquillamente a 24 con quel materiale). Senza fare spoiler ma i cambiamenti dei rapporti sono troppo rapidi per poter essere credibili, sembrando elementi posticci e non necessari. Bastava trasformare le 4 puntate da 90 minuti in 8 da 45, aumentando i casi di puntata e quindi idealmente dilatando il tempo dell’azione, per rendere tutto meno frettoloso e più convincente.

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Al netto di queste problematiche di costruzione della serialità, Piedone – Uno sbirro a Napoli è una serie di intrattenimento piacevole, leggera, con alcune ingenuità di una serialità un po’ standard. Come il personaggio di Fabio Balsamo, il classico lato comico ingenuo, dolce, sempliciotto ma decisamente poco sviluppato, il Nando Martellone di Piedone.. Anche qui la fretta non ha aiutato. Silvia D’Amico fatica un po’ nel ruolo della commissaria Ascarelli, soprattutto nelle scene in cui dovrebbe mostrare rabbia o durezza. Ma non è aiutata dalla scrittura di un personaggio piatto, tridimensionale per stereotipi del ruolo. A prendersi sulle spalle tutta la serie è ovviamente Salvatore Esposito, che ha voluto fortemente questo progetto e si vede. Ma anche qui alcune scelte di sceneggiatura lo hanno danneggiato.

Piedone – Uno sbirro a Napoli è una serie consolatoria, tenera, dolce, perfettamente adatta al periodo natalizio. Una commedia con un pizzico di giallo e un po’ d’azione. Ma le scazzottate sono poche e inspiegabilmente rallentate, come a voler smorzare la durezza dell’azione lasciando l’idea che sia una sorta di cartone animato. A questo punto sarebbe stato preferibile mettere gli effetti sono eccessivi dei colpi tipici dei film di Bud Spencer e Terence Hill. La sensazione è quella di un’operazione che è stata spurgata e trasformata in corso d’opera, inserendo elementi da commedia e offuscando l’anima crime. Rivedibile la scelta, limitata per fortuna al primo episodio, dei flashback in cui si vede una sorta di controfigura di Piedone/Bud Spencer.

Piedone è una sorta di compensazione di Sky dopo Dostoevskij: da una serie estremamente d’autore a una estremamente nazional popolare. In mezzo c’è quel gioiello di Hanno ucciso l’uomo ragno.

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Summary

Piedone è una sorta di compensazione di Sky dopo Dostoevskij: da una serie estremamente d’autore a una estremamente nazional popolare. In mezzo c’è quel gioiello di Hanno ucciso l’uomo ragno.

Voto:

6/10
6/10
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