PresaDiretta su Rai 3 lunedì 7 marzo gli argomenti di stasera
Prosegue stasera l’appuntamento con PresaDiretta su Rai 3 condotto da Riccardo Iacona che realizza le sue inchieste in collaborazione con Cristina De Ritis, Giulia Bosetti, Lisa Iotti e Raffaella Pusceddu. L’appuntamento con la puntata è alle 21:20 di lunedì 7 marzo 2022 anche in streaming su RaiPlay.
Anche questa settimana la puntata è dedicata a quanto sta succedendo in Ucraina, alla guerra e in particolare alla delicata situazione umanitaria del paese. Ma anche al conflitto dell’opposizione interna alla Russia di Putin, la guerra della propaganda che cresce da entrambe le parti. Poi il rischio della piccola Moldavia che ha paura di diventare uno scenario bellico. Ospite di puntata Ezio Mauro.
Il tema della puntata del 7 marzo
Riccardo Iacona dedica la puntata del 7 marzo 2022 di Presadiretta alla guerra in Ucraina tra gli ultimi sviluppi e la crisi umanitaria in atto nel Paese. L’intesa è stata raggiunta per l’uso di alcuni corridoi umanitari per mettere in sicurezza i civili ma le bombe continuano a cadere. Riccardo Iacona ne parlerà con Ezio Mauro, giornalista, scrittore e profondo conoscitore dell’unione Sovietica e della Russia di Putin.
Secondo l’Agenzia Onu per i Rifugiati, sono già più di 1milione e 200mila i profughi che hanno lasciato il Paese e se il conflitto andrà avanti potrebbe diventare “la peggiore crisi umanitaria del secolo”. Sul campo gli inviati di Presadiretta che racconteranno con i loro reportage il confine polacco, dove in pochi giorni sono stati stati accolti più di 650mila ucraini. E poi la Moldavia, un piccolo Stato al confine sud occidentale dell’Ucraina che ha appena presentato ufficialmente la candidatura di adesione alla Ue.
Il drammatico diario dell’ultima settimana a Kiev, tra ospedali pediatrici che hanno bisogno di tutto, treni presi d’assalto e vita nei bunker. E poi anche la battaglia di propaganda tra i due fronti una guerra cyber tra Russia e Occidente. E poi le contraddizioni delle politiche europee sui migranti. Usati come strumenti di guerra ibrida fino a pochi mesi fa lungo la frontiera tra Bielorussia e Polonia, respinti al confine tra le montagne che separano Italia e Francia ancora oggi.