Su Disney+ è arrivato “Raffa” la tanto attesa docuserie dedicata a Raffaella Carrà diretta da Daniele Lucchetti e scritta da Cristiana Farina con Barbara Boncompagni, Carlo Altinier, Salvatore Coppolino e Salvo Guercio.
Tre episodi che, attraverso materiali inediti, racconti di chi è stato amico, collaboratore, fan della più importante icona pop e televisiva italiana ci permetteranno di capire come Raffaella Pelloni da Bellaria è diventata in tutto il mondo Raffaella Carrà e di come, semplicemente facendo quello che sapeva fare: sé stessa è stata testimone e anche motore di grandi rivoluzioni culturali e di costume non sono nel nostro paese, ma anche in Spagna e in latino America.
Raffaella Carrà oltre ad essere una presenza rassicurante e familiare a cui milioni di italiani hanno aperto le porte di casa attraverso il tubo catodico, tanto in anni di mono canale e monopolio Rai quanto in era Fininvest/Mediaset, è stata anche la più importante e trasversale icona Lgbtqia+.
Oltre a tantissimo, e in alcuni casi inedito, materiale di archivio per rendere il racconto della nascita dell’ascesa e della consacrazione del mito, anche se lei avrebbe odiato essere definita così, completo ci sono i racconti della propria di Raffa di Fiorello, Renzo Arbore, Luca Sabatelli, Nick Cerioni, Tiziano Ferro, Loles Leon, Paola Dee e molti altri che scoprirete vedendo la docuserie.
Quello che rende “Raffa” diverso da altri “docuracconti” è che si percepisce chiaramente che sia Daniele Lucchetti che Cristiana Farina si sono avvicinati al racconto della Diva non da devoti, ovvero privi quell’obiettività che permette di essere intellettualmente onesti, ma da osservatori quasi da “neofiti”. Probabilmente durante la scoperta di Raffaella si devono essere lasciati sedurre e conquistare, come tutti noi, riuscendo davvero a renderle onore.
“Raffa” esce in un momento in cui il mondo delle donne e la comunità Lgbtqia+, delle loro conquiste, delle loro libertà sono al centro dell’attenzione e sotto attacco. Lei, anche inconsapevolmente, di quelle libertà, di quelle conquiste e battaglie è stata protagonista, simbolo, ispiratrice, colonna sonora, basta pensare che dalla prima serata del 1990 a oggi a non ci può essere serata di Muccassassina, e poi in tutte le altre serate Lgbtqia+, senza almeno un pezzo della Carrà, per non parlare dei Pride naturalmente.
Capiamo finalmente perché la Spagna l’ha adottata e del perché anche lei l’ha eletta sua seconda patria.
L’arrivo di Raffaella Carrà in Spagna coincise con la morte del dittatore Franco e l’arrivo, dopo quarant’anni cupi, conservatori, bigotti, della democrazia. Raffaella rappresentò la luce, la follia, la voglia di vivere senza freni e senza limiti.
Quando, il 5 luglio del 2021, è arrivata, senza che nessuno potesse neppure sospettarlo, la notizia della sua morte ci siamo sentiti tutti privati di un’amica, di un’alleata, di una di famiglia.
Questa docuserie non ha il potere di ridarci Raffaella, ma ci farà conoscere una nuova Raffa intima, riservata, solitaria, antidiva e ci farà innamorare di lei ancora di più … se mai fosse possibile!
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