Baghdad Central recensione, trama e trailer della serie su Sky Atlantic e Now Tv da lunedì 18 gennaio.
Baghdad Central è la serie tv in partenza da oggi lunedì 18 gennaio su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv, un thriller avvincente ambientato nell’Iraq del 2003 dopo l’invasione degli americani e la caduta di Saddam Hussein, con al centro un padre, ex poliziotto, alla ricerca della figlia e del suo posto in questa nuova realtà.
Prodotta da Euston Films (parte di Fremantle), la serie in 6 episodi ci racconta il caos e le difficoltà di mettere al sicuro un paese privato di una guida, di una forza di polizia, di una struttura di potere, e dominato dall’anarchia e dalla cultura del sospetto. Ecco un trailer in italiano:
Baghdad Central – La Trama
L’ex ispettore Muhsin al Khafaji è un uomo ha perso praticamente tutto nell’Iraq invaso, e combatte quotidianamente per mantenere al sicuro se stesso e la sua secondogenita Mrouj gravemente malata. Quando scopre che la figlia maggiore, Sawsan è scomparsa, Khafaji sarà costretto a intraprendere una disperata ricerca per trovarla. A causa di un errore riguardante la sua identità, però, Khafaji viene arrestato e torturato dagli americani perché sospettato di essere membro delle milizie. Lo aiuterà l’incontro con un ex ufficiale di polizia britannico, Frank Temple che lo recluta per lavorare con lui nella Green Zone mettendo a frutto le sue doti investigative.
Recensione Baghdad Central – i primi episodi: i nostri commenti
La serie in maniera cinica ambienta, nel corso di quello che è stato uno degli eventi più importanti della storia moderna, il racconto di un padre ed ex poliziotto iracheno facente parte del regine di Saddam, alla prese con la ricerca della figlia collaborazionista scomparsa e con le cure dall’altra figlia, gravemente malata e bisognosa di dialisi renale. Baghdad Central è un drama potente, ruvido, carico di pathos che ti colpisce inquadratura dopo inquadratura.
Un giallo dalle tinte vintage dove la figura del detective “vecchia scuola” dal passato oscuro torna al centro delle storie e degli intrecci narrativi. Una narrazione che è lenta e compassata, profonda. Non è solo la ricerca della verità da parte di Muhsin, ma vengono mostrati i giochi di potere, il braccio di ferro tra esponenti della coalizione anglo-americana che hanno cose da nascondere; come l’anarchia e l’odio hanno preso il sopravvento in un periodo delicato, oltre che gli orrori ed errori fatti durante l’occupazione della coalizione. Guardando la serie si respira a pieni polmoni il mood della più nota Homeland, non solo per ambientazioni polverose ma anche per l’ottima regia e la fotografia ricercata di ogni scena. Waleed Zuaiter porta un personaggio complesso, dal passato travagliato; alle prese con i propri demoni prima ancora della caduta del regine dittatoriale Saddam Hussein. Voto: 7.5 – Luca Lemma
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Una buona serie tv la riconosci dalla capacità di portarti subito nel centro dell’azione senza temere di perdere lo spettatore, di raccontarti il contesto in cui è ambientata in poche scene, ma anche nel non cedere alla scelta più semplice ma sfidando lo spettatore. Produzione inglese per Channel 4 Baghdad Central gestisce sapientemente la parte in inglese(italiano) con quella in arabo, i momenti in cui leggere e quelli in cui ascoltare, dando veridicità alla sua narrazione. Si parla in arabo per non farsi ascoltare dagli invasori portatori di democrazia, e si parla in arabo nei momenti più intimi e personali. La serie regala nuova dignità a chi è sempre stato visto come un terrorista che i bianchi occidentali devono salvare.
Al tempo stesso il protagonista ha molte delle caratteristiche e dei difetti degli eroi dei crime drama occidentali, per non allontanare troppo lo spettatore. Ha quel sarcasmo che lo rende irresistibile “i baffi mi sono stati confiscati dagli americani per mandarli a Washington come esempio di cultura irachena” ed è quel tipico eroe solitario che sfida il potere e lavora da solo. Se gli americani sono gli invasori arroganti, caotici, che puntano solo sulla forza, incarnati da un Corey Stoll ormai abituato ai ruoli “antipatici”, gli inglesi si auto-assolvono dipingendosi come la parte razionale della coalizione, di chi cerca di trovare la strada giusta per stare in Iraq. Ma gli si perdona questa sbavatura autoassolutoria. Voto 7 Riccardo Cristilli
Il cast
- Waleed Zuaiter è Muhsin al-Khafaji
- Bertie Carvel è Frank Temple
- Clara Khoury è Professoressa Zubeida Rashid
- Leem Lubany è Sawsan
- July Namir è Mrouj
- Tawfeek Barhom
- Charlotte Spencer
- Corey Stoll è John Parodi
- Neil Maskell è Douglas Evans