Recensione di Master il film horror su Prime Video dal 18 marzo 2022, da non perdere
Master è il film del 2022 che segna l’esordio alla regia di Mariama Diallo, sceneggiatrice. Prodotto da Animal Kingdo e Big Indie Pictures, la direzione della fotografia è affidata a Charlotte Hornsby. La pellicola, presentata al Sundance Film Festival a gennaio, è disponibile su Prime Video dal 18 marzo 2022.
Non abbiamo paura di dirvi che questo film, ascrivibile a occhi chiusi nel filone dell’horror sociale di cui Get Out è stato luminoso apripista nel mainstream, è uno dei film più importanti del 2022, e vi spieghiamo pure il perché.
Cosa esce su Prime Video a marzo 2022
Master, la trama
Master trama – Due donne nere arrivano insieme in uno dei college più prestigiosi e antichi del paese. Gail sarà master, direttrice, Jasmine studentessa al primo anno. Entrambe cercheranno con fatica di ritagliarsi un posticino in un ambiente a maggioranza bianca. Saranno testimoni di orrori impronunciabili ma perfettamente spiegabili, tra passato, presente e un futuro ancora troppo amaro.
L’horror sociale – Master la recensione
Master Recensione – In principio fu Get Out. Il thriller horror di Jordan Peel segnò nel 2017 un turning point per il genere, aprendo la strada a diverse pellicole che raccontano, usando gli stilemi tipici dei film horror, l’orrore che milioni di persone nere vivono quotidianamente in un’America del nord ancora oggi razzista e xenofoba.
Master prende spunto da Get Out, ma lo fa in maniera originale e personalissima, plasmando in prima persona questo filone ancora così poco esplorato, quello dell’horror a tinte sociali, razziali e politiche, che per brevità si sta cominciando a definire come horror sociale.
In Master il repertorio dell’orrore è utilizzato estensivamente e in maniera per niente subdola: abbiamo gli incubi, le apparizioni, i giochi di specchi, le lettere minatorie, le luci rosse, i diari segreti, le morti misteriose, i fantasmi, gli inseguimenti, le misteriose figure nei boschi, il sangue. Nonostante questo non c’è nessuna creatura, nessuna spiegazione sovrannaturale, nessun fantasma o maledizione di morti passati tornato a tormentarci: l’unico mostro, in questo film, è il razzismo. Banale? Assolutamente no.
Il razzismo di Master è un mostro a tre teste, eterno e atemporale contemporaneamente: è quello del passato, ovvio e manifesto, ma anche quello del presente, che si è conservato e striscia tra di noi, continuando a esistere in modalità più subdole, che cola dalle pareti ed entra nei cassetti, che ricopre ogni interazione. Il razzismo inconscio e comodo di noi bianchi, ma anche quello interiorizzato delle persone nere che, incoraggiate e ingannate dall’elitè bianca, sono pronte a scagliarsi contro tutto e tutti, approfittando del loro nuovo e spesso superficiale e strumentalizzato potere.
L’esperienza delle donne nere negli Stati Uniti d’America
Ancora più specificatamente, questo film è una storia di donne nere. Questo punto è fondamentale e non sorvolabile. Le nostre protagoniste, la direttrice e la studentessa, sono donne nere che devono fare i conti con un mondo che è in mano ai maschi bianchi prima, alle donne bianche poi. Nessuna retorica melensa della solidarietà femminile, nessuno sconto. Jasmine, dopo aver tentato con le unghie e con i denti di essere come le sue amiche bianche senza mai riuscirci davvero, soccombe alla pressione.
Si rende conto che quella che pensava fosse una maledizione del passato la segue ovunque, e non ha la forza di combatterla. Anche Gail, dopo aver scoperto che anche una collega che considerava sua amica sfrutta le dinamiche di tokenism (concessione di pura facciata fatta a una minoranza) dell’accademia americana e la morte della studentessa per farsi spazio sgomitando in un sistema che la accetta solo per auto-assolversi e auto-giustificarsi, si allontana sconfitta dal campus. Un finale amaro che ci mette a disagio e ci fa sentire sporchi e ipocriti, esattamente come dovrebbe.
L’importanza di raccontare la propria storia
Il fatto che questa storia sia così vera e specifica, una storia di donne nere scritta e diretta da una donna nera, non deve assolutamente allontanarci da questo film. Il contrario. É estremamente importante metterci davanti a storie così specifiche, ed è una benedizione che a queste storie si cominci a fare spazio.
Una recensione parziale
Per forza di cose, questa recensione non è completa. Non può esserlo. Chi la scrive ha vissuto in maniera parziale e limitata quello che in Master viene raccontato. La vita, le relazioni, il modo di muoversi nella realtà delle donne nere negli Stati Uniti d’America è un tema tutto da esplorare e da raccontare, e la cosa più produttiva che possiamo fare è stare qui ad ascoltare e, magari, decostruirci.
Il cast
- Regina Hall è Gail Bishop
- Zoe Renee è Jasmine Moore
- Amber Gray è Liv Beckman
- Ella Hunt è Cressida
- Talia Ryder è Amelia
- Talia Balsam è Diandra
- Bruce Altman è Brian