Recensione Monterossi la serie su Prime Video dal 17 gennaio con Fabrizio Bentivoglio, Carla Signoris
Capita a volte di trovarsi davanti a una serie tv, a un film e a capire immediatamente chi è quel personaggio, come ragiona, come agisce. Quando capita è merito del suo interprete. Monterossi – La serie rientra in questa categoria, Fabrizio Bentivoglio dà vita a un personaggio che ha un’anima, un corpo, una struttura tutta nascosta dietro lo sguardo corrucciato del cane bastonato ma incazz*to.
Tratta dai romanzi di Alessandro Robecchi, Monterossi da oggi su Prime Video con 6 episodi, è scritta e diretta da Roan Johnson che è già anima da 9 anni de I Delitti del BarLume (sempre oggi su Sky) con cui condivide la commistione tra giallo e commedia. Ma se BarLume incarna la goliardia toscana, Monterossi riflette la rigorosità milanese dando vita a un light crime caustico e contemporaneo.
Le dichiarazioni dalla conferenza stampa
Carlo Monterossi autore e detective per caso
Il caso sovrintende la vita di Carlo Monterossi. Suo malgrado è creatore e autore di Crazy Love una trasmissione che gioca con i sentimenti delle persone, ne racconta le storie più intime a caccia del 35% di share, condotto da Flora un incrocio tra tante donne della tv italiana e non solo (inutile fare l’elenco), magnificamente interpretata da Carla Signoris. Un lavoro che odia ma che lo fa vivere nel lusso, in cui è bravo suo malgrado.
E il caso si affaccia alla sua porta quando mentre con Dylan nelle orecchie e un whiskey in mano, un assassino si presenta alla sua porta. Riesce a salvarsi ma quella storia lo tormenta e insieme ai suoi fidati assistenti, Nadia e Oscar (Martina Sammarco e Luca Nucera) inizia a indagare finendo per entrare in contatto con il sovrintendente Tarcisio Ghezzi (Diego Ribon) e all’ispettore Pasquale Carella (ruvidamente incarnato da Tommaso Ragno).
Il cast e la trama di Monterossi
Monterossi è l’immagine della borghesia ricca progressista, che gode dei propri privilegi soffrendo per l’ingiustizia del mondo, portando avanti una visione del mondo naif che si scontra con la realtà degli altri, finendo per non comprende gli esseri umani, ritrovandosi in un glorioso iperuranio da cui elargire consigli e benefici. E tutta questa sofferenza e contraddizione emerge dallo sguardo triste, abbattuto, corrucciato di Fabrizio Bentivoglio che riesce a fondersi con l’animo di Monterossi, un vincente che ha la passione per i perdenti come l’ha definito lo stesso attore.
Una serie sui generis così italiana e così globale
Monterossi è una serie tv dalle caratteristiche spiccatamente italiane sia per lo stile che per l’ambientazione. Milano con la sua modernità è il contraltare ideale di un protagonista chiuso nella gloria di un tempo, con Bob Dylan come maestro del suo vagare nel mondo. Una città che con i suoi grattaceli incombe dai finestroni della casa di lusso di Monterossi, come un’ombra pesante sulla sua esistenza.
Una serie italiana per il suo stile che ricorda la fiction più classica della tv generalista ma che si evolve con un gusto da streaming attraverso il linguaggio più semplice e immediato, i personaggi, la gestione del caso anche da parte delle forze dell’ordine non sempre impeccabili e rigide nei rapporti tra colleghi e con gli altri.
Evitando la patinatura rarefatta di certi prodotti italiani pensati per lo streaming internazionale, Monterossi mostra una capacità di narrazione moderna e internazionale facilitata anche dalla scelta di evitare il film tv e puntare sugli episodi da 45 minuti, costruiti realmente come episodi e non come un racconto spacchettato.
Monterossi e quel difficile rapporto con l’amore
Durante la conferenza stampa di presentazione (qui tutte le dichiarazioni) Roan Johnson ha confessato come abbiano toccato poco i romanzi già scritti in modo quasi cinematografico e tra le poche novità introdotte c’è stata quella di dare un nome a “Lei”, la figura femminile ideale di cui Monterossi è innamorato in un modo platonico, delicato, maturo. Lei diventa Lucia con il sorriso di Donatella Finocchiaro.
Lucia è un vecchio amore di Carlo, che decise di non seguire a Londra per portare avanti una carriera che alla fine non ha preso la direzione che sperava. E Lucia è rimasto il suo rimpianto, seguita nei suoi reportage in giro per il mondo. Ha la carriera impegnata che sognava, mentre lui è l’autore di una tv trash, è la donna che vorrebbe amare ma che finisce per adorare a distanza, come un cimelio che non è più suo.
Come sempre chiudiamo con un Voto una rappresentazione simbolica, facile e immediata che non piacerebbe a Monterossi, amante della profondità e della riflessione oltre la superficialità. Ma il voto gli farebbe piacere, un bell’8 per una serie tv italiana con personaggi veri, realistici e per nulla banali.
Monterossi è da vedere se
Monterossi – La serie è l’ideale per gli appassionati di serialità italiana come I Delitti del BarLume, Petra ma anche Montalbano. Per scoprire altre serie tv da vedere simili c’è l’app gratuita dei nostri partner TV Tips. Divertirvi a cercare il vostro nuovo amore seriale potete sfruttare la funzione “match” per trovare nuove serie: scarica l’app, il tuo prossimo amore seriale ti aspetta.