Recensione Ramy, la seconda stagione disponibile dal 6 agosto su Starplay, continua il viaggio alla ricerca dell’identità di Ramy nella comunità musulmana.
Da oggi su Starzplay, il servizio streaming internazionale di Lionsgate, è disponibile la seconda stagione di Ramy, creata, scritta e prodotta da Ramy Youssef, che interpreta anche il protagonista che da il nome alla serie. La serie negli Stati Uniti è rilasciata dal servizio streaming Hulu, parte della galassia Disney, ed è stata un grande successo di critica, tanto che Ramy Youssef ha anche vinto un Golden Globe come migliore attore in una comedy.
La seconda stagione, come la prima, è composta da 10 episodi e vedrà nel cast un volto noto della serialità e del cinema d’autore, Mahershala Ali (True Detective, Green Book). Ecco un trailer sottotitolato in italiano:
Ramy, la trama
La serie racconta la vita di Ramy Hassan (Youssef), egiziano-americano, che sta facendo un viaggio spirituale nel suo quartiere del New Jersey diviso politicamente. “Ramy” porta sullo schermo un nuovo punto di vista con il suo modo di esplorare le sfide di che cosa significa far parte sia di una comunità religiosa che crede che la vita sia un test morale, che della generazione dei millennial, che dubita dell’esistenza della vita dopo la morte. Nella seconda stagione, Ramy si addentra ulteriormente nel suo viaggio spirituale, attraverso il quale trova una nuova comunità musulmana ed assume un impegno più profondo nei confronti della fede.
Recensione Ramy, stagione 1 e stagione 2
Non abbiamo mai parlato di Ramy e in occasione dell’arrivo della seconda stagione su Starzplay, vale la pena dire qualcosa sulla serie. La prima stagione di Ramy si distingue nel panorama seriale americano perchè grazie alla sua natura episodica e poco serializzata, riesce a spiegare cosa significa essere musulmani negli Stati Uniti. Ma quello che la contraddistingue dalla classica retorica che possiamo trovare in altre serie, è che la serie combatte gli stereotipi di un millenial americano figlio di immigrati, che non sa cosa significa essere musulmano, e che a sua volta vive imitando gli altri.
Ramy infatti è una sorta di antieroe, è un personaggio da odiare più che da amare, è viziato, compie delle scelte autodistruttive e discutibili, frutto di classici stili di vita americani mischiati a quelli della cultura musulmana. Ramy è una contraddizione vivente, che vive in un caos che adesso nemmeno lui riesce a gestire.
La prima stagione racconta del viaggio che Ramy fa nella cultura musulmana di cui finora a fatto parte solo perchè è giusto che ne facesse parte, senza comprenderne i motivi e i valori fondanti. Questo viaggio si conclude in Egitto, quando Ramy capirà che non è come se lo immaginava dalle storie che gli anno raccontato, quello che vede in televisione, che legge – le rivolte, le proteste – è vissuto in modo dalle persone che vivono lì. La prima stagione è un viaggio fatto di frecciatine da cogliere, è una lotta contro la retorica e gli stereotipi, il tutto raccontato usando un personaggio che a sua volta ha vissuto la sua vita seguendo quegli stessi stereotipi e usando la stessa retorica.
La seconda stagione
La prima impressione sulla seconda stagione (dopo la visione dei primi quattro episodi disponibili per le recensioni), è incompleta. E’ chiara la volontà di fare qualcosa di diverso, in fondo la prima aveva già fatto un ottimo lavoro, inutile ripetere la stessa cosa. Il risultato è un prodotto molto più serializzato rispetto alla prima stagione. Un prodotto che cerca nuova linfa nella comedy, ricreando anche alcune situazioni assurde per dimostrare quanto Ramy sia irrecuperabile, sforando spesso nel drama, anche quando non è necessario. E poi c’è Maershala Ali, un autorità a Hollywood, e forse anche un po’ troppo limitato nel suo ruolo di mentore di Ramy, che ancora continua questo viaggio alla ricerca della sua identità, continuando a fare un passo avanti e cento passi indietro.
Ramy, in generale, va vista o recuperata perchè nuova nelle tematiche, è un nuovo punto di vista, uno scorcio in una cultura spesso discriminata per colpa di altri. A volte fa ridere, fa riflettere, è un viaggio da compiere insieme al protagonista che si è perso… un po’ come la serie, o almeno è questa è la prima impressione.
Il Cast
Accanto ad Youssef, la nuova stagione vedrà come protagonista Mahershala Ali, ma torneranno anche: Mohammed Amer, Hiam Abbass, Amr Waked, May Calamawy, Dave Merheje, Laith Nakli e Steve Way.
Ravi Nandan, della A24, è produttore della serie. I co-creatori sono Ari Katcher e Ryan Welch e Jerrod Carmichael. La serie è prodotta dalla casa di produzione A24.