Recensione Romulus le origini della leggenda di Roma su Sky e Now Tv da venerdì 6 novembre
Tutti conoscono Roma, il suo impero, i suoi Re, ma prima c’era un mondo selvaggio e brutale, guidato dai ritmi della natura e dalle divinità, il mondo raccontato da Romulus una serie di Mattero Rovere che si ispira al mondo de Il Primo Re ma amplia e racconta una leggenda diversa, oltre Romolo e Remo. La leggenda di Rumia, un’antica divinità che aveva promesso ai suoi seguaci una città oltre le tribù che dominavano il territorio laziale.
La serie Romulus da venerdì 6 novembre su Sky e in streaming su Now Tv, ha una sigla d’eccezione, un evocativo opening theme cantato da Elisa, che aprirà ogni episodio con un’emozionante e personalissima versione di Shout dei Tears for Fears, mentre la colonna sonora è dei Mokadelic. La serie è una produzione originale Sky con Cattleya, parte di ITV Studios, e Groenlandia, composta da dieci episodi, girati in protolatino e diretti da Matteo Rovere, Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale.
Recensione Romulus – Tra storia e leggenda nasce Roma
Romulus è un racconto epico sulle origini di Roma, su quello che c’era prima di Cesare, prima di Augusto, prima dell’Impero che ha conquistato il mondo (almeno quello fino ad allora conosciuto).
Siamo nel Lazio, dell’ VIII secolo a.C., un mondo arcaico e selvaggio, dove dominano la violenza e la paura e gli uomini vivono soggiogati dal volere degli dei. Alba Numitor è il re che comanda su 30 popoli della Lega Latina, perchè nonostante i tanti popoli anche allora era necessario trovare una sintesi nella gestione della vita. Siccità e carestia minacciano la pace e per risolvere la situazione ci si rivolge agli auspici, per leggere gli eventi e prevedere il futuro unendo naturale e soprannaturale. Per portare la pioggia il re deve andare in esilio e il trono passerà ai nipoti Enitos e Yemos, gemelli nati da sua figlia Silvia. Enitos nasconde un segreto ama Ilia, rinchiusa nel tempio di Vesta, figlia di Amulius, fratello di Numitor, che sobillato dalla moglie Gala, si convince a cambiare il destino ed elabora un piano per prendersi il trono.
A Velia, intanto, un gruppo di ragazzi, i Luperci, viene inviato nel bosco per un rito di iniziazione: sopravvivere alla minaccia di Rumina, la dea selvaggia e misteriosa che abita la foresta. Tra loro c’è Wiros, schiavo e orfano, che diventa presto la vittima dei soprusi di tutti. Yemos costretto a fuggire dal suo regno, troverà a Wiros un improbabile alleato e sull’intreccio delle vite dei due ragazzi e di Ilia si costruisce l’ossatura della serie. In tutto questo mondo affascinante si inserisce il mito di Rumina, i figli della Lupa, cui la divinità ha promesso una città che avrebbe spazzato via tutte le altre, capace di sfidare ogni potenza e di accogliere tutti i diseredati, Ruma.
L’epica torna a casa
Romulus ha il grande pregio di riportare a casa quel racconto brutale, selvaggio della storia antica che da anni imperversa prendendo forme più o meno reali. E proprio il realismo è la chiave di lettura di questa nuova serie Sky, un realismo naturale del passato, uno sguardo su quello che c’era prima dell’avanzata della civiltà. Senza la necessità di inserire draghi, nani, elfi perchè la natura, i riti legati alla lettura della realtà, bastano a regalare quel senso di epicità caratteristico di questo genere.
La serie non è costruita sulla necessità di cercare il momento della battaglia, quella scena ad effetto legata all’elemento mistico o soprannaturale, ma è un racconto drammatico ambientato in un’epoca specifica e che per questo deve essere sviluppato in un determinato modo. Certo ha i classici difetti di queste serie come barbe e capelli dei protagonisti troppo perfetti, ma sono quegli elementi di riconoscibilità necessari per un personaggio sia per una serialità di questo tipo che per quella contemporanea.
Nei primi sei episodi che abbiamo avuto modo di vedere in anteprima, la serie compie un percorso chiaro, senza alcuna fretta, introducendo in modo congruo i diversi elementi. Ilia la conosciamo come una semplice vestale ma poi vedremo come la forza dell’amore possa cambiarla. I figli della Lupa, elemento più disturbante, violento, ed esplicito di tutta la serie (con tanto di scena orgiastica realizzata però in modo fin troppo “pudico”) vengono inseriti al tempo giusto, senza fretta, senza l’esigenza di mostrarli per poter “catturare” lo spettatore. L’epica lascia così la foga americana e si riappropria della calma del racconto tipicamente europeo e ancor di più, italiano. Nella recensione a Romulus non si può non sottolineare la scelta coraggiosa di rendere protagonista Wiros, uno schiavo, l’inetto che diventa superuomo come un protagonista di Italo Svevo, debole e sottomesso ma capace di essere faro nel buio.
Il trailer in proto-latino e in italiano
E per scegliere come vedere la serie, ecco anche il trailer in italiano.
Il Cast
- Andrea Arcangeli è Yemos
- Marianna Fontana è la vestale Ilia;
- Francesco di Napoli è Wiros.
I tre protagonisti ragazzi sono cresciuti nella violenza e potenza di un mondo arcaico e pericoloso, dove il destino di ogni uomo viene deciso dal potere implacabile della natura. Dove tutto è sacro e in cui gli uomini sentono ovunque la presenza misteriosa e ostile degli dèi.
Completano il cast:
- Giovanni Buselli (Gomorra – La serie, L’amica geniale),
- Silvia Calderoni (Riccardo va all’inferno),
- Sergio Romano (Il campione, La terza stella),
- Demetra Avincola (Fortunata, Loro 2),
- Massimiliano Rossi (Il primo re, Il vizio della speranza),
- Ivana Lotito (Gomorra – La serie),
- Gabriel Montesi (Favolacce, Made in Italy, Il primo re)
- Vanessa Scalera (Lea, Imma Tataranni).