Recensione Russian Doll stagione 1, la comedy Netflix con Natasha Lyonne di Orange is The New Black
Recensione Russian Doll – Cosa succede se ogni volta che muori, ritorni al giorno del tuo compleanno e sei costretta a riviverlo a oltranza? Russian Doll, cerca di rispondere a questa domanda, con il dramedy tutto al femminile e disponibile su Netflix dall’1 febbraio.
Se siete tra quelli che stasera non guarderanno Sanremo, Russian Doll è un ottima alternativa. La serie è composta da 8 episodi da circa 30 minuti, per una durata complessiva di 4 ore, che corrispondono quasi alla durata standard di Sanremo.
Creata da Natasha Lyonne, Amy Poehler e Leslye Headland, segue le avventure di Nadia, interpretata dalla stessa Natasha Lyonne, una giovane donna che resta intrappolata nel tempo e sarà costretta a rivivere il giorno del suo compleanno ogni volta che muore. Difficile aggiungere altri dettagli sulla trama senza cadere in qualche spoiler. Quindi partiamo con i commenti, senza spoiler ovviamente.
Recensione Russian Doll stagione 1: i nostri commenti
Russian Doll è proprio come una matriosca, un riferimento che la serie ha anche usato nel titolo (Bambola Russa in italiano), nei poster e all’interno della serie. Più passano gli episodi e più ti ritrovi incastrato nella complicata vita della protagonista. Russian Doll non è una comedy nel vero senso del termine, non fa più ridere superata la fase di loop iniziale, anzi col passare degli episodi diventa sempre più dark.
La serie usa l’elemento fantascientifico del loop temporale, come strumento per raccontare la storia di Nadia, una programmatrice di videogiochi e sopra le righe con un passato complicato che ancora non è riuscita a superare. E’ questo il focus principale della serie: raccontare questo processo di “guarigione” che la protagonista intraprenderà, senza saperlo all’inizio, mentre cerca di capire le cause di questo loop temporale in cui è incastrata. Il tutto insieme a un uomo che incontrerà per caso e che ha molte cose in comune con lei.
L’accuratezza della sceneggiatura è punto di forza della serie, che non sbaglia un colpo e rivela pian piano tutti i tasselli della storia, rispondendo a tutti i dubbi che lo spettatore si pone. Il finale è la perfetta chiusura di un cerchio che sarà difficile da riprire se e quando la serie tornerà con una nuova stagione. Ma le creatrici Natasha Lyonne, Amy Poehler e Leslye Headland lavorano al progetto da anni e hanno creato una storia divisa in tre stagioni, quindi non possiamo che fidarci. Voto 7.5
Davide Allegra
Siete sicuri che oggi sia per tutti un nuovo giorno?
Siete certi di non aver già letto questo articolo, di non aver già guardato questa serie?
In attesa di morire e ricominciare da capo nella lettura di questo pezzo (e io nella scrittura), potete esser certi che il rischio di girare a vuoto con Russian Doll non esiste e sicuramente riuscirete a guardare i suoi 8 episodi da poco meno di 30 minuti senza morire nel frattempo.
L’espediente narrativo di una giornata da rivivere per il protagonista non è nuovo, né si può definire innovativa l’idea di una serie sull’evoluzione di un personaggio femminile scorretto e sopra le righe. La forza di Russian Doll è quindi da ricercare tutta in altri due aspetti: la scrittura e la protagonista. Natasha Lyonne è l’anima di Russian Doll, non solo perchè ne è la protagonista ma perchè capace di dar vita a un personaggio indolente, egoista, sfrontato, dichiaratamente così impossibile da amare, pieno di difetti e proprio per questo indimenticabile. Senza nulla togliere all’egregio lavoro della doppiatrice, la voce originale di Natasha Lyonne trasmette tutta l’anima del personaggio, graffiante e con un’inflessione che la rende unica nel panorama televisivo.
Pur non mancando elementi di pungente comicità affiancati ad altri più marcatamente divertenti, la serie ha influenze diverse, un respiro ampio e la capacità di spiazzare lo spettatore con scelte inaspettate e imprevedibili. Senza una buona sceneggiatura non esisterà mai una buona serie. Voto 8
Riccardo Cristilli