Recensione Tales From the Loop, una favola per gli occhi degli adulti. Dal 3 aprile su Amazon Prime Video
Da venerdì 3 aprile su Amazon Prime Video arriva la seria Tales From The Loop. Si tratta di una serie sci-fi tratta dal lavoro dell’artista svedese Simon Stålenhag ed è prodotta da Fox21 Television Studios con Amazon Studios e 6th Idaho e Indio Studios.
La serie è stata creata da Nathaniel Halpern, che ha scritto gli otto episodi della serie, e che sarà anche produttore insieme a Mark Romanek, Matt Reeves, Adam Kassan, Rafi Crohn, Mattias Montero, Samantha Taylor Pickett e Adam Berg. Partiamo dal trailer:
Tales From the Loop, la trama
La serie è ambientata in una piccola cittadina e racconta storie dei suoi abitanti che vivono sopra “Il Loop”. Il Loop è una macchina che è stata costruita per sbloccare e esplorare i misteri dell’universo, rendendo possibili situazioni ed eventi che prima erano prerogativa della fantascienza.
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Recensione Tales From The Loop – I nostri commenti
La narrazione seriale negli anni si è particolarmente evoluta, da Black Mirror sono aumentate le antologie a episodi: quelle serie che in ogni puntata raccontano una storia diversa con un cast e personaggi completamente diversi. In questo tipo di serie gli episodi hanno in comune solo il tema. Tales From the Loop se vogliamo è un evoluzione dell’antologia, la serie ha un unica ambientazione e ogni episodio racconta storie diverse di personaggi diversi, ma c’è sempre una sorta di collegamento tra un episodio e l’altro. Alcuni personaggi che in un episodio erano protagonisti, nel successivo sono solo comparse.
Tales from the Loop è ambientato un un mondo fantascientifico, ma non uno di quelli pieni di tecnologia, macchine volanti, schermi, ma quella fantascienza che mostra un tipo di tecnologia che nelle sue funzioni è evoluta, ma ha un aspetto retrogrado. Con un’ambientazione affascinante, pure questa retrò, che fa da sfondo alle storie degli abitanti di questa città: i lavoratori del “Loop”, che dipendono dal Loop e le cui vite sono da questo influenzate, anche se in modo diverso.
In Tales From The Loop non è importante cosa e come funziona il Loop, sono importanti le storie e le emozioni provate dai protagonisti. Personalmente non riesco a inquadrare questo tipo di narrazione in una serie tv, è facile ammettere che la serie è ben realizzata, ben recitata ed è piena di metafore e racconti che fanno riflettere. Sicuramente non è una serie che consiglierei a tutti, manca un obiettivo, per quanto le storie siano ben realizzate, non sono mai riuscito a trovare una risposta alla domanda: perchè dovrei guardarla? Voto 7 per la realizzazione impeccabile, ma non è una serie tv che consiglierei a qualcuno.
Davide Allegra.
Tales From the Loop è un collage di storie separate inserite su un unico flusso di personaggi e di narrazione. Nella serialità tradizionale, quella da procedurale, esiste una trama orizzontale che percorre tutta la serie cui si alternano per arrivare al computo totale di 18-20-22 o 24 episodi, puntate chiamate “stand alone”, che potrebbero vivere autonomamente ed essere tolte dal computo generale. Tales From the Loop è un insieme di puntate stand alone in cui però manca l’ossatura da trama orizzontale. C’è il Loop ma a nessuno interessa spiegarci cos’è, come funziona, come è nato, cosa comporta. Esiste e vediamo come la sua esistenza influenza le vite delle persone.
Un mastodontico peope drama, produttivamente impegnativo tra effetti speciali e una fotografia affascinante, ma in cui si assommano storie commoventi, coinvolgenti ma che durano 50 minuti. Un insieme di favole per adulti, un’antologia fantastica come va tanto di moda ultimamente dalle Amazing Stories di Apple al Twilight Zone di CBS All Access, declinata in una chiave più intellettuale, filosofica, impegnata ma senza il richiamo di star o nomi famosi. Un’operazione visivamente affascinante ma che lascia poco a chi non è facilmente “impressionabile”. Dare un voto mi risulta difficile, mi limito a un 6 + l’unione del 7.5 visivo e del 5 per i contenuti.
Riccardo Cristilli
Sospensione spazio-temporale e stupore intellettuale: si può riassumere così Tales From the Loop. In questa serie sono racchiuse tante piccole storie, intrecciate l’un l’altra, in un susseguirsi di riflessioni, emozioni e silenzi che difficilmente riusciranno a intrattenere spettatori distratti.
“Tutti a Mercer sono legati al Loop in un modo o nell’altro e, col tempo, imparerete a conoscere molte delle loro storie” dice Jonathan Pryce, protagonista del primo episodio, e non c’è nulla di più vero. Occorre avere pazienza, rimanere concentrati e, una volta entrati nel Loop, sia televisivo che letterario, se ne resterete ammaliati, difficilmente ne uscirete. L’incredibile estetica della serie è pari a poche altre, e la fotografia lascia davvero senza parole. C’è un po’ di ogni epoca in Tales From the Loop: ci sono influenze dagli anni Sessanta agli Ottanta, c’è il retrò, ma anche un iperrealismo pulsante.
Nonostante ciò, la serie restituisce omogeneità e quello che si respira, di storia in storia, è un mix di incertezza, inquietudine, calma apparente. Più che una serie antologica, può essere paragonata a un film lungo più di dieci ore, dove i dettagli, anche quelli più nascosti, giocano un ruolo fondamentale. Dove la calma, anche se apparente, vi porterà a farvi molte domande. Un gioiellino, poetico e delicato. Voto 7
Giorgia Di Stefano
In tempi di molteplici narrazioni antologiche sci-fi Tales from the Loop si distingue per la commistione di immagini visive suggestivi e del cuore di ciò che racconta. Storie familiari, storie personali, storie di una realtà parallela e lontana eppure storie che parlano di tutti noi, storie vicine. Niente grandi nomi nel cast su cui di solito punta questo tipo di prodotto (anche se ci sono pur sempre Rebecca Hall e Jonathan Pryce) ma l’attenzione è tutta sulla narrazione, o meglio sui sentimenti e sulle riflessioni che il racconto è capace di suscitare. Un puzzle di storie dal Loop che spetterà a noi ricomporre, se lo vorremo. Voto 7,5.
Federico Vascotto
Il Cast
- Rebecca Hall
- Pauls Schneider
- Daniel Zolghardi
- Duncan Joiner
- Jonathan Pryce