Recensione Red, film Disney e Pixar in esclusiva su Disney+ dall’11 marzo 2022
Red, titolo originale Turning Red, è la nuovissima scommessa targata Disney e Pixar. Diretto e scritto da Domee Shi (premio Oscar 2019 con Bao) e prodotto da Lindsey Collins, è il primo cortometraggio Disney e Pixar tutto al femminile.
Questo film, sulla carta e dopo le dichiarazioni ascoltate alla conferenza stampa, prometteva bene. É risultato ancora più sorprendente e toccante di quanto ci potessimo aspettare, come proveremo a mostrarvi in questa recensione.
Red: le dichiarazioni dalla conferenza stampa
Mei Lee è una ragazzina di 13 anni nata e cresciuta in una famiglia cino-canadese a decisa conduzione femminile. Precisa, responsabile e sottoposta a un milione di pressioni (da parte di se stessa ma soprattutto da parte della madre) fa fatica a conciliare la sua vita di pre-adolescente, le sue amiche, le sue passioni per le boy band, con la sua vita di figlia perfetta. Mei si reprime, si limita, si forza, è severissima con se stessa. Le due lei convivono con difficoltà , e l’arrivo del Panda Rosso (che rappresenta la pubertà e il primo ciclo mestruale, un momento di passaggio spaventoso e simbolico) non può che complicare le cose.
Red è una storia di donne per le donne, una storia di figlie, madri, nonne, di limiti generazionali e gender-based, di ricerca e perdono di sé e delle proprie madri.
É una storia profondissima eppure estremamente comune raccontata in maniera delicata e sentita. Un percorso che tutte noi dobbiamo affrontare. Non esiste figlia senza la propria madre, in un viaggio all’indietro tutto su basi femminili a cui dobbiamo rivendicare priorità , spazio e importanza.
Red: trama, cast e voci italiane
Red, il vero significato del Panda Rosso
Ad aggiungere valore a questo film anche il fatto che si tratti di una storia autobiografica, la storia di una ragazza cino-canadese che lotta per l’emancipazione prima dalla famiglia ma poi, soprattutto, dai ruoli in cui le donne da sempre si sentono inchiodate, direzionate, un po’ costrette. Se sono emigrate, poi, ancora di più, perché oltre loro stesse devono difendere con le unghie e con i denti anche le proprie origini, tra memoria e identità . Rimanere vere ma libere, senza tradire mai se stesse e la propria provenienza. Ecco che il Panda Rosso si stratifica.
Non è solo la pubertà , ma anche l’emozione, la creatività , la voglia di ribellione, l’amore, l’affetto, l’anticonformismo, la vergogna, la rabbia, l’essere donne libere senza se e senza ma, lo sforzo doloroso di conciliare la propria preziosa individualità con le aspettative della famiglia, della provenienza e del mondo, il bisogno degli altri.
Un altro punto fondamentale di Red è infatti l’assoluta necessitĂ di un gruppo di sostegno forte, fatto di propri pari. Le amiche di Mei Lee sono le uniche che riescono a calmare il suo Panda Rosso, ed è per questo che il momento in cui la protagonista, spaventata e desiderosa di fare quello che è giusto per la madre, decide di voltargli le spalle è il piĂą forte del film.
Forse tutto questo potrebbe risultare esagerato e troppo enfatico. Non è così. Red è immaginifico e puntuale nel sottolineare come gli stupidi drammi pre-adolescenziali, a volte, sembrino tragedie di dimensioni enormi, calamità naturali ingestibili, disastri, e quanto ferisca l’indifferenza di un mondo impegnato in altri affanni.
La meravigliosa soluzione proposta dal film? Abbracciare senza timore il proprio Panda Rosso, imparare a gestirlo senza ucciderlo, senza estirparlo, conservarlo dentro di sé come un fuocherello e impedire a chiunque di spegnerlo.