#TBT – Throwback Thursday in serie: Alla (ri)scoperta di… The Big C
Nuovo appuntamento settimanale con la rubrica di Dituttounpop dedicata alla riscoperta di drama e comedy più o meno “storici” che arrivano in catalogo sui vari servizi streaming e che quindi potrete recuperare con delle belle maratone di binge watching. Stavolta tocca a The Big C.
The Big C su TIMVISION: quella brutta parola con la C
Nel periodo delle dramedy al femminile di Showtime, insieme a Weeds e United States of Tara, anche Laura Linney accettò di passare alla serialità con un ruolo tutt’altro che semplice. Una donna, Cathy Jamison, che scopre di essere malata di cancro ma reagisce in modo opposto a ciò che accade di solito nella serialità: non solo non lo dice a nessuno, ma dà una scossa alla propria vita che giudicava troppo monotona e “finta”, prendendosi tutti gli sfizi per il tempo che le resta: non tratta più bene le persone, compreso il marito con cui aveva già dei problemi, e inizia una relazione extra-coniugale. Lo stesso vale per il suo lavoro di insegnante, un modo per abbandonare la facciata che giudicava perbenista e per essere più sincera con se stessa prima che con gli altri. Specchio di Cathy è il fratello Sean, che ha abbandonato da tempo la vita civile spostandosi continuamente senza fissa dimora.
The Big C nelle sue quattro stagioni (2010 – 2013) affronta anche altri temi scottanti e forti, come il sesso, l’immigrazione, l’isolamento sociale, l’abuso di alcool, la prostituzione, l’adozione, l’adulterio, la medicina, mostrando un lato totalmente inedito, dissacrante, cinico e a volte “cattivo” dato dalla “grande C” del titolo.
La quarta stagione è l’unica composta da meno episodi e di durata maggiore (4 di un’ora ciascuno invece che 10/13 di mezz’ora, ma è come se fossero 8 da mezz’ora in fondo) a causa degli ascolti che si abbassarono facendo prendere al sorprendente finale della terza stagione una piega diversa da quella probabilmente pensata inizialmente.
Arrivando all’ultima stagione, la serie progressivamente aumenta il tono drammatico, con l’aggravarsi della malattia di Cathy, e mostrando un lato ancora diverso del personaggio e della storia raccontata da Darlene Hunt, che qui era al suo primo ruolo da showrunner.
Proprio da oggi su TIMVISION Plus troviamo una nuova dramedy al femminile di Showtime, On Becoming a God con Kirsten Dunst.
La sigla
La sigla di The Big C è incentrata sulla figura metaforica della piscina, che ha un significato per la protagonista della serie, con in sottofondo la canzone “Game Called Life” dei Leftover Cuties, di cui vi riportiamo il testo poiché perfettamente azzeccato per la storia raccontata. Una curiosità: gli introiti delle vendite della colonna sonora della serie, all’epoca, andarono a favore del programma benefico Stand Up To Cancer (SU2C).
Step out of your comfort zone
It’s so hard to choose one direction
When your future is unknown
And tell me this was just a game we played, called life.
By the hands of ourselves
Did I really make all of those mistakes?
Am I really getting older?
Then why do I feel so lost?
And tell me this was just a game we played, called life.
Do I get a medal for surviving this long?
And tell me this was just a game we played, called life.
And tell me this was just a game we played, called life
Il cast
Laura Linney è Cathy Jamison
Oliver Platt è Paul Jamison
John Benjamin Hickey è Sean Tolkey
Gabriel Basso è Adam Jamison
Phyllis Somerville è Marlene
Gabourey Sidibe è Andrea Jackson