Studio Battaglia Rai 1 presenta la nuova fiction in partenza martedì 15 marzo, le dichiarazioni della conferenza stampa
Studio Battaglia è un legal dramedy (cioè una serie ambientata in uno studio legale con inserti più leggeri), adattamento di The Split della BBC, in partenza dal 15 marzo su Rai 1 per 4 settimane. La serie racconta le storie di uno degli studi legali più famosi di Milano nonché le vicende della famiglia Battaglia, composta da quattro donne: avvocate, madri, figlie, mogli, sorelle, alle prese ogni giorno con il lavoro che spesso si intreccia con la vita privata, rendendole protagoniste di incontri e decisioni difficili.
Alla conferenza erano presenti Maria Pia Ammirati Direttore Rai Fiction, Nicola Serra di Palomar, Simone Spada regista della fiction e Lisa Nur Sultan la sua sceneggiatrice, presenti anche le protagoniste Barbora Bobulova, Lunetta Savino e Miriam Dalmazio.
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Studio Battaglia le dichiarazioni dalla conferenza stampa
La conferenza stampa inizia spiegando come Studio Battaglia affronterà tanti temi importanti come le famiglie omogenitoriali, il congelamento di ovuli ma soprattutto si sottolinea come sia un legal dramedy con una forte componente familiare. In particolare con donne al centro che si trovano al centro di un conflitto morale forte, ciascuna si domanderà “che cosa sono e cosa voglio diventare”. La serie è stata scritta durante la seconda ondata di Covid, sviluppata quindi davanti al pc a distanza ma tutti eravamo consapevoli di quello che volevamo spiegano dalla Rai.
Nicola Serra di Palomar racconta come abbiano deciso rapidamente di produrre questa serie e in un mese/un mese e mezzo si era messo tutto in campo “è molto moderna, è larga e popolare, racconta la famiglia e ciascuno si ritrova in uno dei ruoli e si può riconoscere“.
Simone Spada, regista “ho subito pensato sia una storia che parla d’amore, che parla di sentimenti in modo classico shakesperiano ma lo fa in modo moderno anche per i casi delle singole puntate. In un’ultima scena che abbiamo girato ho colto in uno sguardo che si era creata una famiglia e ho pensato che avevamo fatto bene“.
Lisa Nur Sultan, sceneggiatrice “l’idea della serie parte da The Split che mi era piaciuto molto ma naturalmente è stato molto adattato anche viste le tante differenze legali. Mi è piaciuto molto raccontare questa forma di solidarietà femminile che si crea da un punto di vista legale ma anche umano. Così come raccontare istanze di posizioni contrastanti, utile anche per il pubblico che può riflettere su quello che ha visto“.
Barbora Bobulova è Anna Battaglia che lascia lo studio di famiglia per cambiare studio “quando ho letto questa sceneggiatura sono stata felice di veder raccontare queste donne piene di sfumature che combattono le loro battaglie personali e lavorative. Giravamo tantissime scene al giorno, c’è stata tanta preparazione anche se in poco tempo, per usare anche tanti temi legali. Era tutto ben assemblato.”
Lunetta Savino è Marina Battaglia, madre e matriarca dello studio “ringrazio la Rai perchè la televisione offre alle attrici ruoli belli e completi che al cinema non si fanno. Il mio è un personaggio piacevolmente scorretto, non vedevo l’ora di fare un personaggio di questo tipo. E’ una donna che tiene celata i suoi sentimenti, che preferisce farsi chiamare avvocato al maschile, spesso non ero d’accordo con lei ma mi piaceva il suo essere cinica, il suo avere sempre la battuta tagliente pronta.
Miriam Dalmazio è Nina Battaglia “leggendo la sceneggiatura mi sembrava la più piccola, probabilmente rappresenta molto i 30enni di oggi che non sanno cosa fare ho quindi più cercato di capire la sua persona che il suo ruolo lavorativo. Ringrazio Simone Spada che ha saputo mettere la sua sensibilità nel progetto perchè tutti noi abbiamo un lato maschile e femminile e ci ha aiutato anche a riportare una dose di ironia per evitare il melò”
Marina Occhionero è Viola Battaglia, la più piccola “io sono figlia di avvocati quindi capisco molto il mio personaggio che vuole dimostrare come è più importante chi sei piuttosto quello che fai, ciascuno dei nostri personaggi sceglie cose diverse e credo che il pubblico può riconoscersi.
Carla Signoris, la protagonista del caso orizzontale che chiede il divorzio che mi merito allo studio Legale “un personaggio, che si chiama Carla come me, che ha mille sfumature cui succederà di tutto nell’arco delle 8 puntate (4 serate) ma avrà sempre la forza di rialzarsi. Alla fine della serie vorrei che le donne facessero la ola perchè possiamo sempre rialzarsi. C’è stata una cura nelle scenografie per cui lo studio Battaglia è antico mentre l’altro è moderno.
Thomas Trabacchi è il marito di Anna “una serie ricca da un punto di vista psicologico, che porta sensibilità e prospettive femminili e in questi giorni cupi mi domando spesso come andasse il mondo se governassero le mogli. I personaggi maschili di questa serie hanno sviluppato elementi e sensibilità per uscire da schemi formali precostituiti, spesso il regista mi ha chiesto di ammorbidire il mio personaggio. ”
Giorgio Marchesi è un avvocato dello studio avversario dei Battaglia “con il personaggio di Anna c’è una conoscenza profonda. Credo che moltissime donne potranno provare empatia e leggendo la sceneggiatura ho ritrovato persone che riconosco. Così come il mio personaggio che è arrivato single a un’età in cui forse dopo aver a lungo rigettato l’idea di una famiglia, scegliendo di vivere la Milano by night, deve fare i conti con la propria solitudine.
Le domande
A Lunetta Savino viene chiesto come è stato conciliare lavoro e vita privata e risponde sottolineando come è diventato più semplice quando ha iniziato a fare tv che aveva più regolarità rispetto al teatro. La seconda stagione si potrà fare in base a come andrà la serie, risponde il regista; nella serie viene citata la pandemia che ha fortemente voluto la sceneggiatrice per “raccontare personaggi reali inseriti nel mondo, anche perchè la pandemia ha influito sulle separazioni” spiega la sceneggiatrice “i nostri personaggi l’hanno vissuta la pandemia e questo fa la differenza”.
Lunetta Savino a una domanda se c’è qualcosa di suo nel personaggio che interpreta, risponde che non le piace questa domanda perchè è un’attrice e deve andare lei verso il personaggio, ma le piace il suo personaggio per il suo cinismo tagliante. Domanda se hanno parlato o incontrato avvocati e Miriam Dalmazio ha raccontato di aver contattato una famosa avvocatessa che però subito dopo la prima telefonata l’ha lasciata un po’ intimorita e non l’hanno mai incontrata.
Dopo una domanda sulle serie americane legal e Lunetta Savino cita sia The Good Wife che The Good Fight ma anche Damages sottolineando come Glenn Close non abbia la stessa ironia. Miriam Dalmazio cita invece Suits che ha usato per muoversi all’interno di uno studio legale.
La sceneggiatrice spiega come il marito di Anna nella serie originale era un “barrister” quello che va in aula a trattare le cause preparate dalle avvocate, quindi cercando un corrispettivo il personaggio diventa un professore di bioetica. Un personaggio che è fondamentalmente un essere umano e anche se è arrivato e sa tutto ha i suoi limiti soprattutto nel rapporto con la figlia di cui è geloso anche se sa che non dovrebbe esserlo.