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Supersex è una serie da non perdere nonostante le apparenze (e i pregiudizi da social)

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Supersex è la nuova serie italiana Netflix in 7 episodi creata e scritta da Francesca Manieri e diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, che racconta la storia “liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi”. A vestire i panni del celebre attore, regista e star mondiale di film a luci rosse, è Alessandro Borghi, con al suo fianco un cast di tutto rispetto in cui spiccano un Adriano Giannini in forma strepitosa e la sempre convincente Jasmine Trinca.

Supersex una serie poco furbetta e matura…

Supersex
Supersex. (L to R) Francesco Pellegrino as Tommaso, Marco Fiore as Rocco in episode 101 of Supersex. Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2024
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La serie ripercorre la vita, dall’infanzia ai primi anni Duemila, di Rocco Antonio Tano, nato nel 1964 e cresciuto a Ortona (in Abruzzo) che ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del cinema hard nel 1984 a Parigi, dopo l’incontro con Gabriel Pontello, quando vi si trasferì per raggiungere uno dei suoi fratelli (lui è il penultimo di sei) che lì aveva aperto un ristorante. Fu proprio durante gli anni a Parigi che Pontello, protagonista e produttore del settore, lo ribattezzò con lo pseudonimo di Rocco Siffredi, da Roch Siffredi, il protagonista del film gangster Borsalino (1970) interpretato da Alain Delon. 

A dispetto di quanto ci si potesse aspettare da una serie tv lanciata in pompa magna su social e affissioni con una campagna pubblicitaria ironica che gioca sui doppi sensi, Supersex (il nome deriva da una celebre rivista hard di fotoromanzi con Gabriel Pontello, appunto) non è affatto una serie pop e furbetta, come molte altre italiane della piattaforma, ma anzi un prodotto maturo e ben scritto.

Scritta da una donna

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Supersex. (L to R) Jade Pedri as Sylvie, Saul Nanni as Rocco in episode 101 of Supersex. Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2024

Nessun doppio senso nella serie, nulla lasciato all’immaginazione, il sess0 è trattato in maniera diversa da quanto ci aspettassimo: non come un tabù, ovviamente, tantomeno come una trasgressione piccante per gli appassionati del genere 50 Sfumature di Grigio, e il merito, è tutto di Francesca Manieri. In un momento storico e sociale dove spesso gli uomini vengono interpellati su problematiche femminili che non li riguardano affatto, su violenza di genere e linguaggio sul tema e in cui nove volte su dieci parlano a sproposito, la vita di Siffredi raccontata da una donna riesce a prendere così una piega nuova e originale, raccontando un argomento non facile in maniera incredibilmente sensibile e profonda. 

Supersex è una serie cupa, buia, sudata, inaspettata. Non è ciò che molti avrebbero pensato di vedere: non è trash, non è divertente, non è un prodotto di intrattenimento per famiglie, né tantomeno per spettatori distratti. È una serie che, scavando nella vita di un personaggio noto e fuori dagli schemi, nelle sue fragilità e debolezze, indaga anche un mondo fuori dall’ordinario.

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Il sess0 diventa così il pretesto non solo per raccontare – seppur in maniera romanzata – la vita di Siffredi, ma anche per parlare di relazioni, dipendenze e paure, della strumentalizzazione dei corpi, maschili o femminili, e di provare a spiegare quanto la fama, la gloria e il successo non bastino a volte a vivere una vita serena e tranquilla. 

Da bambino a uomo

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Foto di Scena, Super Sex – Da Sinistra a Destra: Alessandro Borghi; Gaia Messerklinger; Vincenzo Nemolato; Claire Loth
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Il Rocco di Supersex è un bambino che ha perso un fratello quando ancora era troppo piccolo per capire che dolore tutto ciò avrebbe creato nella sua vita; un bambino che cerca disperatamente le attenzioni di una madre che ha occhi solo per Tommaso (Giannini), un figliastro problematico e violento. Il rapporto con Tommaso segnerà per sempre il destino di Rocco, l’unico a prendersi cura della sua famiglia, anche da Parigi, o da Las Vegas, l’unico legato alle sue origini e a quel Paese che si vergogna di lui e lo fa sentire un estraneo ogni volta che ci rimette piede.

Tommaso è il fratello con cui Rocco combatte per tutta la vita, un fratello egoista, problematico e pericoloso. Quanto ci sia di vero in questo storia non è dato sapere, ciò che vediamo sullo schermo è però un’interpretazione magnifica di Giannini e Borghi, nelle scene più drammatiche della serie, e in particolar modo negli episodi finali.

Supersex parla anche di amore, e del senso stesso dell’amore:Come lo riconosci l’amore quando arriva? Quell’amore che non ti da tregua, che leva il sonno”, si domanda Rocco, di fronte all’ennesima donna a cui ha spezzato il cuore ma che, inevitabilmente lo ha spezzato a sua volta a lui. Parla di appartenenza, pregiudizi, solitudine, dolore e perdite: “la vita torna un secondo prima di andare via”, quelle perdite che segnano per sempre la nostra vita. 

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Non solo sess0, non solo lustrini (anzi, di quelli ce ne sono davvero pochissimi), non solo amore, ma anche tante donne: donne disperate, innamorate, violate; donne oggetto, donne da copertine, donne trofeo; le donne di Pigalle, le donne nude, le donne rassegnate. Non solo la scrittura della Manieri, ma la regia, regalano a queste donne una nuova dignità, una nuova speranza e raccontano di un uomo fragile e pieno di demoni, che quelle donne, nonostante forse non sembrasse, ha sempre provato a rispettarle. Fallendo forse, ma cercando a suo modo, di fare la cosa giusta.

Summary

Supersex è una serie cupa, buia, sudata, inaspettata. Non è ciò che molti avrebbero pensato di vedere: non è trash, non è divertente, non è un prodotto di intrattenimento per famiglie, né tantomeno per spettatori distratti.

Voto:

7.5/10
7.5/10
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