Supersex è la nuova serie italiana Netflix in 7 episodi creata e scritta da Francesca Manieri e diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, che racconta la storia “liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi”. A vestire i panni del celebre attore, regista e star mondiale di film a luci rosse, è Alessandro Borghi, con al suo fianco un cast di tutto rispetto in cui spiccano un Adriano Giannini in forma strepitosa e la sempre convincente Jasmine Trinca.
Supersex una serie poco furbetta e matura…
La serie ripercorre la vita, dall’infanzia ai primi anni Duemila, di Rocco Antonio Tano, nato nel 1964 e cresciuto a Ortona (in Abruzzo) che ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del cinema hard nel 1984 a Parigi, dopo l’incontro con Gabriel Pontello, quando vi si trasferì per raggiungere uno dei suoi fratelli (lui è il penultimo di sei) che lì aveva aperto un ristorante. Fu proprio durante gli anni a Parigi che Pontello, protagonista e produttore del settore, lo ribattezzò con lo pseudonimo di Rocco Siffredi, da Roch Siffredi, il protagonista del film gangster Borsalino (1970) interpretato da Alain Delon.
A dispetto di quanto ci si potesse aspettare da una serie tv lanciata in pompa magna su social e affissioni con una campagna pubblicitaria ironica che gioca sui doppi sensi, Supersex (il nome deriva da una celebre rivista hard di fotoromanzi con Gabriel Pontello, appunto) non è affatto una serie pop e furbetta, come molte altre italiane della piattaforma, ma anzi un prodotto maturo e ben scritto.
Scritta da una donna
Nessun doppio senso nella serie, nulla lasciato all’immaginazione, il sess0 è trattato in maniera diversa da quanto ci aspettassimo: non come un tabù, ovviamente, tantomeno come una trasgressione piccante per gli appassionati del genere 50 Sfumature di Grigio, e il merito, è tutto di Francesca Manieri. In un momento storico e sociale dove spesso gli uomini vengono interpellati su problematiche femminili che non li riguardano affatto, su violenza di genere e linguaggio sul tema e in cui nove volte su dieci parlano a sproposito, la vita di Siffredi raccontata da una donna riesce a prendere così una piega nuova e originale, raccontando un argomento non facile in maniera incredibilmente sensibile e profonda.
Supersex è una serie cupa, buia, sudata, inaspettata. Non è ciò che molti avrebbero pensato di vedere: non è trash, non è divertente, non è un prodotto di intrattenimento per famiglie, né tantomeno per spettatori distratti. È una serie che, scavando nella vita di un personaggio noto e fuori dagli schemi, nelle sue fragilità e debolezze, indaga anche un mondo fuori dall’ordinario.
Il sess0 diventa così il pretesto non solo per raccontare – seppur in maniera romanzata – la vita di Siffredi, ma anche per parlare di relazioni, dipendenze e paure, della strumentalizzazione dei corpi, maschili o femminili, e di provare a spiegare quanto la fama, la gloria e il successo non bastino a volte a vivere una vita serena e tranquilla.
Da bambino a uomo
Il Rocco di Supersex è un bambino che ha perso un fratello quando ancora era troppo piccolo per capire che dolore tutto ciò avrebbe creato nella sua vita; un bambino che cerca disperatamente le attenzioni di una madre che ha occhi solo per Tommaso (Giannini), un figliastro problematico e violento. Il rapporto con Tommaso segnerà per sempre il destino di Rocco, l’unico a prendersi cura della sua famiglia, anche da Parigi, o da Las Vegas, l’unico legato alle sue origini e a quel Paese che si vergogna di lui e lo fa sentire un estraneo ogni volta che ci rimette piede.
Tommaso è il fratello con cui Rocco combatte per tutta la vita, un fratello egoista, problematico e pericoloso. Quanto ci sia di vero in questo storia non è dato sapere, ciò che vediamo sullo schermo è però un’interpretazione magnifica di Giannini e Borghi, nelle scene più drammatiche della serie, e in particolar modo negli episodi finali.
Supersex parla anche di amore, e del senso stesso dell’amore: “Come lo riconosci l’amore quando arriva? Quell’amore che non ti da tregua, che leva il sonno”, si domanda Rocco, di fronte all’ennesima donna a cui ha spezzato il cuore ma che, inevitabilmente lo ha spezzato a sua volta a lui. Parla di appartenenza, pregiudizi, solitudine, dolore e perdite: “la vita torna un secondo prima di andare via”, quelle perdite che segnano per sempre la nostra vita.
Non solo sess0, non solo lustrini (anzi, di quelli ce ne sono davvero pochissimi), non solo amore, ma anche tante donne: donne disperate, innamorate, violate; donne oggetto, donne da copertine, donne trofeo; le donne di Pigalle, le donne nude, le donne rassegnate. Non solo la scrittura della Manieri, ma la regia, regalano a queste donne una nuova dignità, una nuova speranza e raccontano di un uomo fragile e pieno di demoni, che quelle donne, nonostante forse non sembrasse, ha sempre provato a rispettarle. Fallendo forse, ma cercando a suo modo, di fare la cosa giusta.
Summary
Supersex è una serie cupa, buia, sudata, inaspettata. Non è ciò che molti avrebbero pensato di vedere: non è trash, non è divertente, non è un prodotto di intrattenimento per famiglie, né tantomeno per spettatori distratti.
Voto:
7.5/10