Il cinema italiano ha svariati problemi. Uno di questi è che, almeno negli anni passati, sembrava non esistere una posizione di mezzo tra le commedie triviali e i film d’autore incomprensibili. Adesso la situazione è migliorata, ma Te l’avevo detto ci porta indietro, riuscendo ad essere allo stesso tempo ingenuo e respingente. Ma andiamo con ordine. Diretto da Ginevra Elkann, che lo ha scritto insieme a Chiara Barzini e Ilaria Bernardini, Te l’avevo detto è un film prodotto da The Apartment con Rai Cinema, Tenderstories e Small Forward Productions, e arriverà nei cinema l’1 febbraio distribuito da Fandango.
Te l’avevo detto, un sacco di personaggi problematici
Ambientato in un futuro vicino ma spaventoso, una Roma caldissima a gennaio in cui tutto sembra sul punto di cedere o esplodere, Te l’avevo detto intreccia le storie di tante persone. C’è la giovane donna molto creativa ma anche alcolizzata, che non riesce a smettere e che quindi ha delle gravi difficoltà a stare accanto al figlio e all’ex, padre di suo figlio. C’è l’ex star a luci rosse e cantante ormai caduta in disgrazia, che non si arrende e che ha chiaramente un problema con la chirurgia plastica (di cui abusa) e con il passare del tempo. Proprio lei è legata a doppio filo a una signora ossessionata dalla sua figura, che crede che il mondo stia per finire. A cercare di arginare le sue spinte distruttive ci pensa la giovane figlia, che però soffre di disturbi del comportamento alimentare. Infine, ad accordarli in qualche modo tutti, c’è il prete con problemi di dipendenze che deve gestire la visita romana della sorella statunitense. Insieme devono pensare a come disporre delle ceneri della madre.
Che non formano una storia coesa
Il problema di questa pellicola, e anche il più grave, è la scrittura. Queste persone (tutte orribilmente problematiche e per nulla intenzionate a fare qualcosa a riguardo, come abbiamo già appurato) si muovono senza direzione, parlano come se avessero 15 anni. Il secondo problema è la mano registica. Dispiace dirlo, ma alcune trovate di composizione dell’immagine e di movimento di camera ricordano il progetto di cinema di uno studente appena uscito dall’accademia, e sono ingenue. Il terzo problema è l’inaccessibilità totale. Difficile empatizzare con i personaggi e con le loro motivazioni, difficile capire dove stanno andando, fare uno sforzo di profondità. Insomma, questo film riesce nel difficile intento di essere inapprocciabile ma anche banale, a confondere autorialità intellettuale con valore e significato.
Il cast
Valeria Golino è Pupa, ex pornostar che non si arrende allo scorrere del tempo. Valeria Bruni Tedeschi è la donna da lei ossessionata. Danny Huston è il prete, a cui tutti chiedono aiuto. Riccardo Scamarcio è il padre disperato e duro, che cerca di proteggere il figlio dalla madre alcolizzata. Alba Rohrwacher è la suddetta madre alcolizzata. Nel cast anche Marisa Borini e Sofia Panizzi.
Te l'avevo detto, un pasticcio espressionista firmato Elkann - La recensione
La recensione
Il problema di questa pellicola, e anche il più grave, è la scrittura. Queste persone (tutte orribilmente problematiche e per nulla intenzionate a fare qualcosa a riguardo, come abbiamo già appurato) si muovono senza direzione, parlano come se avessero 15 anni. Il secondo problema è la mano registica. Dispiace dirlo, ma alcune trovate di composizione dell’immagine e di movimento di camera ricordano il progetto di cinema di uno studente appena uscito dall’accademia, e sono ingenue.
Voto:
4.5/10