Il crime o per dirla all’italiana, il giallo, affascina sempre il pubblico. La sua capacità di catturare l’attenzione e mantenere vivo l’interesse fino all’ultimo istante, lo rende uno dei generi più sfruttati come dimostrano i tanti procedurali che per 45 minuti tengono con il fiato sospeso alla ricerca di un colpevole. Ma proprio perchè è un genere così frequente e abusato, è anche un genere da innovare e rinnovare. Sempre più spesso, così, nascono film e serie tv in cui si fonde con altri generi e in particolare con la commedia. Questo è il caso di The Afterparty, tornato con una seconda stagione su Apple Tv+.
La serie, creata da Christopher Miller, prodotta insieme a Phil Lord, ha la particolarità di avere ogni episodio costruito sulla prospettiva di uno dei protagonisti. All’interno di un giallo costruito alla Agatha Christie in cui i potenziali sospettati sono riuniti in un unico spazio, vediamo gli eventi accaduti con gli occhi di chi li ha vissuti. Ogni racconto è reso come se fosse un film di genere diverso dal musical, alle soap, ai vecchi noir.
The Afterparty 2 la formula ripetuta
La prima stagione di The Afterparty ha spinto molto sulla costruzione di ogni singola puntata come un film di genere diverso. Il racconto di quanto successo attraverso le diverse prospettive, mutava così a seconda di chi lo raccontava. Nella seconda stagione, cercando di evitare la ripetizione della formula, questo aspetto è stato smussato. I singoli episodi sono costruiti su generi diversi ma in modo più sfumato e meno incisivo rispetto alla prima. Prevale il racconto complessivo rispetto a quello della singola puntata.
La seconda stagione riprende i personaggi di Aniq (Sam Richardson) e Zoë (Zoe Chao) che si erano messi insieme durante la precedente stagione. I due vanno al matrimonio della sorella di Zoe, Grace (Poppy Liu) che sta per sposare un milionario Edgar (Zach Woods) ed è proprio lui a morire subito dopo le nozze.
Aniq e Zoe chiamano così la Detective Danner (Tiffany Haddish) che nel frattempo ha lasciato la polizia, per aiutarli a risolvere il caso e ad evitare che Grace venga accusata. I singoli interrogatori, però, non sono così preponderanti come in passato e i cambiamenti di atmosfere e generi nelle diverse puntate (10 due in più rispetto alla precedente) risultano più sfumati.
The Afterparty 2 è la conferma di quanto sia difficile replicare il successo di serie tv costruite su formule fortemente caratteristiche e caratterizzanti. Tutto appare costruito alla perfezione, spostando il racconto dalle dinamiche delle amicizie da liceo a quelle di famiglie allargate con radici e origini diversi. Ma tutto risulta essere amalgamato in modo forzato e forzoso senza trovare una giusta alchimia tra le parti.
Manca la fluidità del racconto che appare frammentato alla ricerca di una comicità situazionista che non sembra esser stata trovata. Visto anche il finale di stagione, forse se dovesse esserci una terza stagione, potrebbe essere l’ideale azzerare tutti i personaggi introducendone di nuovi e tornare a spingere sui generi.
Il cast
La seconda stagione di The Afterparty vede il ritorno di Sam Richardson, Zoe Chao e Tiffany Haddish mentre cambiano tutti gli altri protagonisti. Tanti volti noti che appaiono però sotto utilizzati, quasi sottotono rispetto alle loro potenzialità.
Ken Jeong e Vivian Wu sono i genitori di Zoe e Grace (Poppy Liu), John Cho è Ulysses fratello di Feng e zio di Grace e Zoe. Paul Walter Hauser è Travis, detective cittadino ed ex di Grace, Zach Woods è Edgar, Elizabeth Perkins è la stralunata mamma di Edgar, Anna Konkle la sorella adottiva Hannah e Jack Whitehall è Sebastian amico e socio di Edgar.
Summary
Pur funzionando la formula della seconda stagione di The Afterparty risulta meno incisiva rispetto alla prima stagione, con una storia più debole e rarefatta e un cast non valorizzato alla prefezione
Voto:
6/10