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The Brutalist è monumentale (ed è arrivato al cinema!) — La recensione

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Dopo una strada fatta di standing ovation nel circuito dei festival che promette di coronarsi con una o più statuette dorate, l terzo lavoro dietro alla macchina da presa dell’attore/regista Brady Corbet arriva nei nostri cinema. Senza perdere altro tempo, scopriamo insieme The Brutalist.

The Brutalist: il potere indomabile delle visioni

The Brutalist

László Tóth scende dal transatlantico che l’ha portato in America. Nonostante sia stato un architetto di fama nella sua nativa ungheria, l’occupazione nazista gli ha strappato ogni cosa: gli rimangono solo un naso rotto, la speranza di riabbracciare un giorno la moglie e un cugino che potrebbe dargli una mano a ricominciare negli Stati Uniti. Dopo anni di stenti nelle peggiori condizioni, la sua strada incrocerà quella di un ricco industriale che rimane affascinato dal potere della sua immaginazione e promette di aiutarlo a far arrivare la moglie in America. Ma soprattutto, che potrebbe farlo tornare all’architettura, affidandogli un progetto monumentale…

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Davide e Golia

The Brutalist è facile da amare. È un film enorme fatto con un budget piccolo, Davide e Golia in un unico pacchetto. La pellicola (letterale: è girato in pellicola cinematografica nel desueto formato della VistaVision, e masterizzato in 70mm) abbraccia location e temi mastodontici, dall’eredità della guerra alle penombre del sogno americano — metà classica fiaba americana e metà storia dell’impossibilità di una perfetta integrazione. Più di tutto, la storia della fede incrollabile nel potere di una visione, contro tutto e tutti — realtà compresa.

Un film difficile da descrivere, insomma: grande, strano (anche nella presentazione: diviso in due atti con un intermezzo obbligatorio di 15 minuti) e dalle molte facce. Senza dover arrivare alla fine del paragrafo, il nostro consiglio è, vedetelo e fatevi un’idea. Anche perché, temi a parte, è un film che è un piacere vedere, e tutta la scala e la fotografia raffinata del reame potrebbero fare molto poco se non fosse per la pura forza della recitazione che le regge — retta sicuramente dal trio protagonista di Brody, Jones e Pearce, che ci regalano delle perfomance veramente memorabili.

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Il cast 

Adrien Brody è László Tóth, visionario architetto ungherese che arriva in America dopo la seconda guerra mondiale, mentre Felicity Jones è sua moglie Erzsébet, una giornalista bloccata in Europa con la nipote Zsófia, interpretata da Raffey Cassidy. Guy Pearce interpreta l’industriale Harrison Lee Van Buren che diventa il mecenate di László, mentre Joe Alwyn è il figlio Harry e Stacy Martin la figlia Maggie. Nel cast anche Alessandro Nivola, Isaach de Bankolé, Salvatore Sansone e tanti altri.

La recensione

The Brutalist è un film facile da amare che abbraccia location e temi mastodontici: metà fiaba americana e metà storia dell’impossibilità di una perfetta integrazione è, più di tutto, la storia della fede incrollabile nel potere delle visioni. Guardatelo e fatevi la vostra idea.

Voto:

8.5/10
8.5/10
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