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The Deliverance – La redenzione: il vero orrore non è trascendente – La recensione

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Dopo il lirico e impegnato Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, il regista Lee Daniels sembra sorprenderci con un cambio di carreggiata con The Deliverance, un horror soprannaturale dai toni religiosi. Il film, scritto da David Coggeshall e Elijah Bynum, è distribuito in Italia da Netflix a partire dal 30 agosto 2024. Saprà questo film da brivido penetrare l’attuale top ten dominata dai film d’azione?

The Deliverance: una storia, molti orrori

La vita di Ebony non è per niente facile. Tre figli con un padre in Iraq, un lavoro che a malapena basta a pagare le bollette, una relazione difficile con l’alcol e il fiato degli assistenti sociali costantemente sul collo. In fuga dai da debiti e problemi la famiglia si trasferisce in una nuova casa assieme alla madre di Ebony, Alberta: una donna in continuo conflitto con la figlia, molto religiosa e impegnata in una dura lotta contro il cancro. Quando Dre, il più piccolo della famiglia, inizia a parlare di Trey, un’entità che vive nel seminterrato e sussurra cose inquietanti, Ebony la prende come una somatizzazione di tutti gli stress a cui il bambino è sottoposto. Ma presto o tardi la famiglia dovrà fare i col fatto che nella casa è intrappolato un male antico

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Un film dell’orrore come tanti…

Per certi versi The Deliverance è un film dell’orrore abbastanza formulaico: famiglia si trasferisce in una nuova casa / la casa è infestata / l’entità maligna si accanisce sul figlio minore. Evitando gli spoiler, anche il resto della trama segue fedelmente lo schema che potete immaginare fino a culminare in un finale un po’ goffo. L’atmosfera è inquietante quanto basta e sa regalarci qualche brivido, ma non c’è niente di nuovo sotto il sole.

…ma diverso da tutti

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Sotto questa pelle pelle da horror un po’ anonimo però The Deliverance ha le ossa solide di un dramma familiare duro e lucido che ci mostra cosa voglia dire cercare di tirare a campare ai margini, dove anche le cose minime sono difficili e ciascuno è il peggior nemico di se stesso. La parte più disturbante del film è infatti di gran lunga la prima metà, in cui l’elemento soprannaturale ancora rimane vago, e Ebony e famiglia devono affrontare incubi molto più vicini a noi: la sensazione di costante acqua alla gola, il misto di amore e risentimento verso un genitore imperfetto, le malìe dell’alcol quando la vita si fa insostenibile, il senso di inadeguatezza e di solitudine.
A reggere l’anima drammatica del film delle ottime performance da tutto il cast, con una particolare nota di merito alla chimica potente delicata che Andra Day e Glenn Close riescono a costruire.

Il cast

Andra Day (già la titolare protagonista di Gli Stati Uniti contro Billie Holiday) è Ebony, una donna con un passato molto travagliato che cerca di tenere insieme la sua famiglia durante una serie di tragedie soprannaturali e non. Glenn Close è Alberta, la madre di Ebony che si è trasferita con la figlia mentre combatte contro un tumore. Anthony B. Jenkins è Andre, il figlio più piccolo di Ebony che ha attirato l’attenzione di un’entità misteriosa assieme al fratello Nate e la sorella Shante, interpretati rispettivamente da Caleb McLaughlin e Demi Singleton. Ad aiutare la famiglia ci saranno anche un’assistente sociale interpretata da Mo’Nique e Aunjanue Ellis-Taylor nei panni di un’Apostola.

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La recensione

The Deliverance è un film dell’orrore formulaico e un po’ anonimo con un’anima da dramma familiare duro e lucido, che esplora cosa voglia dire cercare di tirare a campare ai margini, dove anche le cose minime sono difficili e ciascuno è il peggior nemico di se stesso.

Voto:

7/10
7/10
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