Fincher perfeziona l’arte del film in cui non succede niente, o quasi. Con queste premesse, iniziamo il nostro articolo, lasciandovi un po’ interdetti. Partiamo dal principio. Di cosa stiamo parlando precisamente? Di The Killer, thriller di David Fincher sceneggiato da Andrew Kevin Walker e basato sulla graphic novel francese omonima scritta da Alexis “Matz” Nolent e illustrata da Luc Jacamon. Prodotto da Netflix Studios, Plan B Entertainment, Boom! Studios e Panic Pictures, il film è stato presentato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Venezia, è stato rilasciato in alcune sale selezionate a partire dal 27 ottobre ed è arrivato sulla piattaforma di streaming il 10 novembre. Ha tutte le probabilità di finire nella Top Ten di Netflix, e un po’ se lo merita pure.
The Killer, la trama
Parlare della trama di questo film non è facile, fondamentalmente perché di trama ce n’è ben poca. Il nostro killer protagonista si trova a Parigi per eseguire un colpo. È un sicario preciso, nevrotico, che ama gli Smiths e che pensa di aver perfezionato la sua tecnica alla perfezione. Non è così. Per la prima volta nella sua stimata carriera sbaglia un colpo, e quello che succede da quello stesso istante in poi è un domino esatto, che lo spinge in giro per il mondo in un viaggio di vendetta. La sua casa in Repubblica Domenicana viene profanata, la sua fidanzata torturata. Come farà a tirarsi fuori da questo gioco al massacro?
The Killer, la recensione
Questo film è uno squisito esercizio di stile. Un esercizio di stile nevrotico, freddo come l’acciaio, distaccato ma non per questo meno riuscito. Girato da Dio, The Killer ci porta dentro la testa di un uomo impassibile e paranoico, e se la gioca tutta sull’atmosfera e sulla musica, che è la co-protagonista di un Micheal Fassbender asciutto come un chiodo, killer che si credeva infallibile fino a un secondo prima di fallire e che ha un rapporto complicato con l’empatia, che non vorrebbe avere ma che, alla fine, ha. È un peccato che non sia rimasto qualche giorno in più nelle sale cinematografiche, dove l’atmosfera asettica e lunare avrebbe fatto un altro effetto. Così, bisogna ammetterlo, si perde un po’, restituendoci un film a cui è difficile legarsi emotivamente.
Il cast
Michael Fassbender è il killer del titolo, assassino professionista. Arliss Howard è il cliente, imprenditore milionario che si trova alla cima della piramide. Charles Parnell è Hodges, l’intermediario. Kerry O’Malley è Dolores, sua dipendente. Aiuterà il killer a ottenere quello che vuole. Nel cast anche Sala Baker (The Brute), Sophie Charlotte (Magdala) e Tilda Swinton (The Expert).
La recensione
Questo film è uno squisito esercizio di stile. Un esercizio di stile nevrotico, freddo come l’acciaio, distaccato ma non per questo meno riuscito. Girato da Dio, The Killer ci porta dentro la testa di un uomo impassibile e paranoico, e se la gioca tutta sull’atmosfera e sulla musica, che è la co-protagonista di un Micheal Fassbender asciutto come un chiodo, killer che si credeva infallibile fino a un secondo prima di fallire e che ha un rapporto complicato con l’empatia, che non vorrebbe avere ma che, alla fine, ha. È un peccato che non sia rimasto qualche giorno in più nelle sale cinematografiche, dove l’atmosfera asettica e lunare avrebbe fatto un altro effetto. Così, bisogna ammetterlo, si perde un po’, restituendoci un film a cui è difficile legarsi emotivamente.
Voto:
7/10