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The Sand Castle: spaventoso come il mare — La recensione

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Su Netflix approda (letteralmente) un film atipico, primo lungometraggio del regista statunitense Matty Brown che ha unito le forze con la star del cinema impegnato libanese Nadine Labaki. Fortemente polarizzante nell’accoglienza, The Sand Castle è uno di quei film che forse non si conquisterà un posto in top ten, ma che sicuramente sta facendo parlare di sé per il suo messaggio e per la forza del suo simbolismo. Il film è disponibile dal 24 gennaio 2025: voi gli darete una chance?

The sand castle: l’incubo dell’isolamento 

Nabil e Yasmine, con i figli Adam e Jana, sono intrappolati in mezzo al mare, su un piccolo isolotto con sopra solo qualche canneto e un vecchio faro. Col cibo che scarseggia, il generatore del faro che vacilla ed i soccorsi che tardano ad arrivare, cercano di non perdersi d’animo e mantenere una sembianza di normalità. Ma più passa il tempo, più l’isola sembra popolarsi di forze oscure, fantasmi del passato e presenze che sembrano scaturire dai naufraghi stessi…

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La spiacevolezza

In senso lato, ogni film appartiene a una di due categorie: ci sono i film piacevoli e i film spiacevoli. Questo ha molto poco a che fare con l’oggettiva qualità del film: ci sono film piacevoli che non aggiungono assolutamente nulla alla cultura come capolavori che rimangono esperienze orribilmente spiacevoli (per qualche esempio recente potete recuperare le nostre recensioni per The Substance e La società della neve). The Sand Castle si trova al poco invidiabile incrocio fra l’essere un film spiacevole per genere e tematiche, l’essere un film chiaramente fatto con pochi soldi e che quindi non sempre riesce a nascondere i propri limiti e, ammettiamolo, un film un po’ stentoreo di suo.

…ma con un senso (forse)

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Tutto da buttare quindi? Non proprio. The sand castle è un film minimalista e astratto all’estremo, che si rende davvero comprensibile solo alla rivelazione del colpo di scena finale, capace di fare scelte non facili anche se non sempre riesce ad eseguire bene i concetti che vuole esplorare. Di livello altalenante le performance, così come la fotografia, che affianca una capacità rara di ritrarre il mare in modo ipnotico e perturbante e un raffinato uso dei droni con scelte a volte dubbie come l’abuso di fuochi sottilissimi e un color grading francamente inqualificabile. Consigliato a chi cerca una sfida (e lo approccia senza aspettative).

Il cast 

Nadine Labaki è Yasmine, che cerca di tenere la famiglia insieme nonostante la loro situazione disperata, mentre Ziad Bakri è Nabil, che fa di tutto per cercare di contattare il mondo esterno. Riman Al Rafeea è la piccola Jana, mentre Adam è interpretato da sua fratello nella vita reale Zain Al Rafeea.

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La recensione

The sand castle è un film minimalista e astratto all’estremo, che si rende davvero comprensibile solo alla rivelazione del colpo di scena finale, capace di fare scelte non facili anche se non sempre riesce ad eseguire bene i concetti che vuole esplorare. Per chi cerca una sfida.

Voto:

5.5/10
5.5/10
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